ITALIA (4-3-3) - Marchetti; Santon, Gamberini, Legrottaglie, Grosso (dal 46' Dossena); Gattuso (dal 46' Brighi), D'Agostino (dal 75' Galloppa), Montolivo (dal 46' Palombo); Mascara (dal 46' Foggia), Pazzini (dal 62' Pellissier), Rossi. Ct: Marcello Lippi. IRLANDA DEL NORD (4-3-3) - Tuffey (dal 62' Mannus); Johnson, Casement, Coates, McGivern; O'Connor (dal 62' Garrett), Evans (dal 78' Ferguson), McCann; Little (dall'83' Donnelly), Carson (dal 70' Lawrie), Healy (dal 45' McGinn). Ct: Nigel Worthington. Arbitro: Kevin Blom (Olanda). Marcatori: 20' Rossi/It, 53' Foggia/It, 72' Pellissier/I. Ammoniti: 55' Tuffey/Ir.


Tutti, a Catania, si sono commossi davanti alla televisione quando hanno visto Mascara cantare l'inno nazionale. E' già capitato con altri catanesi come Anastasi e Coco, ma non vestivano la maglia rossazzurra. L'altro ieri questo evento è entrato nella storia del Catania Calcio, a compensare tutto quel che di buono hanno fatto Pulvirenti e Lo Monaco.

Credo che anche Massimino, da lassù, sia contento. Lui che ha raccolto il Catania dalla pozzanghera dove l'avevano gettato, l'ha ripulito, gli ha rimesso le ali e lo ha fatto volare, di nuovo. Quest'immagine è anche dedicata a lui.


 

Mascara in azzurro, ed è tutta Catania in Nazionale.

 

Giovanni Finocchiaro - La Sicilia 8.6.2009

PISA. Quella tuta, liberata con inaudita violenza dal cellophane, prima dell’ingresso in campo per il riscaldamento prepartita, è diventato l’abito ufficiale. Peppe Mascara non se l’è tolta da dosso per dieci ore almeno: «Non esageriamo - sbotta - Era comoda, l’ho tenuta, a fine partita, per spostarmi in auto da Pisa a Benevento, per raggiungere la casa d’origine di mia moglie».
Ecco, il giorno dopo le emozioni, emergono particolari curiosi, divertenti, commoventi dell’esordio del playstation etneo in nazionale. La maglia, Peppe. Quella usata in campo. Bisognerà abbattere la parete di casa, come ha detto lei alla vigilia, per sistemarla tra gli altri cimeli?
«No, quella casacca è già sistemata nella camera dei bimbi». È stata lavata a parte, per non farla rovinare, dicono in famiglia.
«Comunque, sì, questa maglia è stata oggetto di mille attenzioni».
Quant’è felice, a distanza di 24 ore, Mascara?
«Mille volte di più, perché sto realizzando quant’è successo a me e quanto fiera sia la gente di Catania».
Partiamo dal famoso inno nazionale. Le foto la inchiodano, Peppe. Piangeva.
«No, è un fotomontaggio».
Difficile crederla.
«Ok, ero emozionato. Da martedì scorso, primo giorno di allenamento, fino alla fase di riscaldamento, sono rimasto impassibile. Ma al momento degli inni...».
Grosso l’ha strattonato per farla tornare sulla terra.
«Mi ha dato una pacca sulla spalla. Loro sono esperti, io ero un esordiente».
E se avesse segnato?
«Sarebbe stato ancora più bello. Mi basta così. Da domani guardo al campionato del Catania. Questa è stata una bella parentesi».
Chiusa?
«No, spero ancora aperta».
Lippi dice che, in agosto, qualcuno potrebbe tornare e giocare contro la Svizzera.
«Appunto. Un motivo in più per fare bene e meritarsi una seconda occasione».
Quanti amici l’hanno seguita. A partire da Alessandro Di Benedetto, partito, come molti tifosi rossazzurri, da Catania.
«Sentirmi chiamare è stato... pazzesco. Ho visto striscioni, bandiere del Catania. Svegliatemi, sto ancora sognando».
Il giorno dopo, Mascara. Che domenica è stata, per lei?
«Sono arrivato a Benevento alle cinque del mattino. Ho dormito poco, ho coccolato i miei bambini, ho ringraziato mia moglie Ramona, i miei parenti che mi hanno seguito fino a Pisa».
Quindi?
«Ho giocato la partitella con i ragazzi, a casa. Soprattutto Marcello non mi ha mollato un attimo. Il suo abbraccio, quello dei miei familiari vale più di mille gol».
Adesso, la famiglia Mascara va in vacanza...
«Era ora. La prossima settimana torno a Catania per qualche giorno. Giusto per salutare i miei amici etnei».
Il resto è pura privacy. La maglia messa sotto vetro, la felpa azzurra tenuta tra le mani da Marcello per un giorno intero. Il pallone degli azzurri portato a casa sottobraccio
dai carusitti tutti felici che saltavano sul sedile posteriore dell’auto che volava verso Benevento. E, ancora: Mascara che - abitando dietro lo stadio di Benevento - non resiste alla tentazione di assistere ai play off dei campani. La cena e i brindisi, la commozione, i discorsi da persona normale.
Credici, Peppe, portando sul petto lo scudetto a quattro stelle, sei entrato nella storia del Catania

 

 

Una stagione da incorniciare

di Max Licari (www.calciocatania.com)


Predisporre un’analisi tecnico-tattica di questa tipica gara di fine stagione sarebbe a dir poco pleonastico, così come giudicare il singolo giocatore, da Acerbis a Llama, per menzionare i meno positivi, piuttosto che Sciacca o Morimoto, per ricordare i più "in palla". Di contro, appare il momento giusto per abbozzare un primo consuntivo della stagione e, soprattutto, affrontare il tema relativo al futuro, alla prossima "tornata", quarta consecutiva in Serie A. Il Catania, numeri alla mano, ha disputato la sua miglior stagione dagli anni ’60 a oggi, malgrado il posizionamento finale, sest’ultimo posto, possa far pensare il contrario a osservatori distratti. Record di punti, 43, alcune significative vittorie contro la Roma e nei due derby con il Palermo (con annessa l’apoteosi del ‘Barbera’) e, soprattutto, la salvezza conquistata con due mesi d’anticipo, questi i tratti salienti del torneo in chiave rossazzurra. Se, difatti, si va ad analizzare a quanti punti si sia attestata la quota salvezza (37), si può facilmente constatare con quanto anticipo Walter One e soci abbiano potuto prenotare le vacanze. Un “salto di qualità” importantissimo rispetto al passato. In questa cornice, rimarcare come si sia uguagliato il record di vittorie interne (11) e, contestualmente, battuto quello meno "edificante" riferibile al numero massimo di sconfitte al “Massimino” (7) risulta esercizio meramente statistico. Magari, in futuro, un ulteriore salto di qualità potrà essere costituito da un maggiore equilibrio fra prestazioni casalinghe e prestazioni esterne (una sola vittoria fuori casa, peraltro “storica”, a Palermo) e fra punti conquistati nel girone d’andata e punti conquistati nel girone di ritorno (sebbene quest’anno, considerando il dato numerico attestato a 25/18, un passo avanti sia stato innegabilmente compiuto). Ma ciò di cui si parla sempre troppo poco è l’aspetto meno “seducente” del processo di crescita del Catania, quello lontano dai riflettori del campo, dalle giocate “pazzesche” di Mascara, dagli scatti fulminei di Morimoto. La realtà è solo una: il Catania è adesso una società radicata nel calcio che conta, inserita a pieno titolo nei circuiti nazionali e internazionali, arricchita da una struttura ben definita, da un bilancio sano, da un parco giocatori di un certo rilievo, da un settore giovanile in grande crescita, da una notevole capacità di programmare il futuro prossimo non solo dal punto di vista tecnico, leggasi Centro Sportivo di Massannunziata, un’opera fondamentale che in passato nemmeno era mai stata pensata dalle nostre parti. Tutto ciò adesso è o sarà realtà. Realtà solida, certa, tangibile, da guardare con gli occhi e toccare con mano. Tutto questo non può non essere sottolineato, essendo un dato di fatto incontrovertibile, non il consueto “slinguazzamento” del lacchè di turno, sempre d’attualità nella “terra dei lecchini” (per i meno informati, la Sicilia).

Walter One l’Italiano

Non sappiamo le reali motivazioni dell’addio anticipato di Zenga. Siano “divergenze di vedute” con Pietro Lo Monaco oppure legittima aspirazione al miglioramento, poco importa. Di sicuro, qualcosa è accaduto nel periodo intercorso tra il rinnovo del contratto e la separazione consensuale verificatasi ad aprile e comunicata a fine stagione. Giustamente il tecnico meneghino non vuole parlarne, sottolineando come le “cose di casa” proprio lì debbano rimanere. Anche questa presa di posizione ne evidenzia le qualità di “uomo di spogliatoio”, di tecnico capace di tenere in pugno una squadra con carisma e competenza. A Catania ha fatto benissimo, dimostrando di poter essere allenatore importante da calcio italiano, tanto ha dato (non solo sotto il profilo professionale, ma anche mediatico, regalando una inattesa notorietà a una città nel calcio spesso snobbata), tanto ha ricevuto. Io posso solo fargli i complimenti e augurargli i migliori successi, seppur sottolineando che, da domani, qualora si accasasse in Italia (Lazio o altro team), sarà un avversario da sconfiggere lealmente per tutti i tifosi del Liotru.

Nuovi Atz…orizzonti
Il nuovo tecnico etneo dovrebbe essere Gianluca Atzori, artefice del miracolo Ravenna in Lega Pro, nonché ex allenatore in seconda (con Baldini e Zenga) della società rossazzurra. Una scelta assolutamente in linea con la nota politica societaria, tesa a valorizzare gli emergenti, alias coloro che hanno “fame” di arrivare. Naturalmente, rispetto a Zenga, la situazione cambia in maniera totale in fatto di riconoscibilità mediatica e di carisma iniziale, in quanto le due carriere da giocatore risultano incommensurabili. Ma nel calcio, Sacchi insegna, ciò che maggiormente conta è saper lavorare. E Atzori lo sta facendo bene. Accogliamolo, nel caso, con fiducia e sostegno congiunta a curiosità. Soprattutto, nessun pregiudizio. Solo il campo, come sempre, dirà della bontà della scelta. In caso di successo loderemo allo spasimo (Marino e Zenga docent), in caso di insuccesso criticheremo anche duramente (Baldini insegna). Di certo, il compito che lo attende non è facile, in quanto dovrà gestire la prima “rivoluzione tecnica” dell’era Pulvirenti. La squadra verrà “svecchiata” e giungeranno almeno sette/otto nuovi elementi che dovranno essere inseriti, gestiti e amalgamati in un telaio già collaudato dall’eccellente lavoro di Zenga. Auguri.

I punti fermi
La positiva stagione del Catania ha, fortunatamente, goduto di molte “certezze”, cioè di giocatori di buon livello che hanno onorato al meglio il campo e la maglia, meritando l’applauso dei tifosi. Punti fermi veri e sicuramente futuribili sono il “capitano in pectore” Mascara (cannoniere della squadra con 12 reti), la cui convocazione in Nazionale dice tutto di una stagione meravigliosa impreziosita da capolavori da brivido perpetuo, e il venticinquenne mediano Biagianti, anch’egli convocato da Lippi. Il buon Marco, la cui collocazione più consona appare da “frangiflutti” davanti alla difesa, è cresciuto tanto e sarà il cardine del prossimo centrocampo etneo, “sirene” laziali permettendo. Non da meno risultano i “laterali bassi” Potenza e Capuano, esterni di categoria che hanno fatto compiere un vero e proprio salto di qualità al gioco del Catania da gennaio in poi. La riconferma appare scontata. Certezza granitica si è dimostrato anche Takayuki Morimoto, 7 reti in campionato e movenze da “crac”. Il ventenne nipponico, prima punta velocissima, tecnica e letale sotto porta, reca in sé le stimmate del campioncino. Deve però completare la sua crescita, diventando maturo e concreto. Nel novero delle “sicurezze” di un Catania da Serie A vanno inseriti anche: Tedesco, protagonista di una stagione da incorniciare in fatto di assist (ben 8) e suggellata dalla soddisfazione del primo gol in rossazzurro; Silvestre, difensore centrale argentino adattabile a destra che, presumiamo, l’anno prossimo sarà anche pronto per la Nazionale di Maradona; Carboni, buon centrocampista di fatica dalla grande esperienza che sa cosa fare pure nei momenti più delicati; Ledesma, sfortunatissimo centrocampista argentino dalle indiscusse qualità tecniche e tattiche, purtroppo condizionato in questa stagione da due infortuni importanti (pubalgia e rottura del crociato), il quale ha dimostrato di essere giocatore vero, quasi imprescindibile per il gioco del Catania (tornerà a pieno ritmo presumibilmente a fine anno); Sciacca, giovanissimo centrocampista della “cantera” che evidenzia doti tecniche e mentali importanti (il catanesino dovrà crescere senza montarsi la testa, ma il futuro è tutto suo). Fra le certezze da inserire anche il Malaka Martinez, sebbene più propriamente il suo rendimento stagionale complessivo vada ascritto alla categoria del “flop”. Tuttavia, l’età, le doti tecniche e fisiche e le potenzialità certe ne impongono la riconferma e l’attesa della definitiva esplosione. La prossima sarà per lui la stagione della verità: o “mezzo giocatore” o campione. Vie di mezzo, considerato il suo tipo di gioco, non paiono essercene. “Punto fermo” potrebbe rivelarsi anche Plasmati, se l’Atalanta non lo riscatterà. Ha siglato 5 reti nel suo primo torneo di Serie A, mostrando doti fisiche importanti. È un tipo di centravanti, fisico e propenso al gioco aereo, di cui il Catania ha necessità. Potrebbe essere lui il prescelto.

I flop
Troppo facile puntare i riflettori sul romeno Dica, il “Baggio dei Carpazi”. Io direi di non menzionarlo nemmeno, perché “non pervenuto”. Doveva essere l’erede di Platini, si è rivelato il figlioccio di Messera, con l’aggravante della “svogliatezza” che non gli ha consentito, al pari del suo predecessore, di rendersi utile nello smontaggio delle cabine alla Playa. Si rifarà nella metropoli greca di Salonicco, nel famoso Iraklis. Veri “flop” sono sicuramente Terlizzi, centrale difensivo dalle notevoli qualità fisiche e tecniche la cui carriera dimostra come nel calcio la tenuta mentale sia spesso più importante della bontà del piede, il portiere Polito, girato a gennaio in prestito al Grosseto, e la coppia di esterni Sardo-Sabato, anch’essi “sbolognati”, dopo varie “incomprensioni”, a inizio 2009 (ma il laterale destro campano tornerà indietro dal Chievo, così come il portiere). Puntare ancora su uno di questi ultimi quattro elementi significherebbe mettere in difficoltà il giocatore stesso, considerato il rapporto assai difficile instaurato con il pubblico catanese.

Le delusioni
Non veri e propri “flop”, in quanto sempre pronti al sacrificio e utili alla causa in svariate situazioni, ma in ogni caso deludenti, i due esterni argentini Izco, i cui limiti tecnici appaiono evidenti e non colmabili, e Llama, dalle buone qualità potenziali ma al momento alieno da qualsivoglia comprensione delle dinamiche tattiche del calcio italiano. Non pronto per la Serie A anche il portierino slovacco Kosicky, il quale comunque mostra qualità fisiche rilevanti. Da valutare se tenerli in “rosa” o far loro maturare nuove formative esperienze in giro per l’italia, in team in grado di assicurare continuità d’impiego.

Paolucci, un caso a parte
Un caso a parte si è rivelato Paolucci. Il centravanti marchigiano ha disputato una grande stagione, contribuendo con 7 pesantissime segnature alla salvezza anticipata del Catania, nonché mostrando doti tecniche e fisiche di primissimo ordine. In buona sostanza, questo è un giocatore vero che, a mio parere, farà una grossa carriera. Tuttavia, non potendo per varie ragioni essere “incamerato” dal sodalizio di Via Ferrante Aporti, ha in pratica saltato mezza stagione, sacrificato sull’altare delle ovvie priorità societarie. Un peccato. Un vero peccato. A lui, comunque, il plauso per aver disputato un’ottima stagione e i migliori auguri per il futuro.

Morituri te salutant
Era il grido di saluto dei gladiatori nell’arena. E di gladiatori veri che salutano con l'onore delle armi il Catania ne ha cinque. Bizzarri, Stovini e Baiocco, per motivi diversi, abbandoneranno il rossazzurro, ma nessuno può negare che abbiano disputato prestazioni fantastiche e contribuito in maniera determinante alla salvezza. L’auspicio è che i sostituti, almeno, siano alla loro altezza. Accostabili all’argentino, al fiorentino e al perugino, anche il Gabbiano Spinesi e il Mostro Silvestri i quali, sebbene siano stati impiegati poco o pochissimo, hanno tuttavia scritto la storia del Catania e lasceranno la nostra città con tutti gli onori del caso.

Mercato da godere

La “rivoluzione” presuppone l’addio a giocatori importanti come Bizzarri, Stovini, Baiocco, Paolucci, Silvestri, Spinesi, tutti elementi che hanno contribuito alle fortune passate e recenti del Catania. Il mercato dovrà portare alle falde dell’Etna giocatori di pari levatura per proseguire nella costruzione di un progetto che veda i rossazzurri stabilmente in Serie A. Allo stato attuale mancano all’appello due portieri, i sostituti di Potenza e Capuano, due centrali difensivi da affiancare a Silvestre, un centrocampista di propulsione alla Baiocco, una punta centrale da alternare con Morimoto (dalle caratteristiche possibilmente differenti); il sostituto di Paolucci, insomma. Fanno otto “pezzi” buoni buoni. Più un nono elemento, la “ciliegina”, già "inglobato", fra l’altro. Il “pitu” Barrientos, fantasista argentino nell’orbita della Nazionale “albiceleste”, ha tutte le carte in regola per far dimenticare Dica alla “torcida” catanese. Attendiamo che si rimetta al meglio dall’infortunio al legamento occorsogli e poi, si spera, ne vedremo delle belle. Le referenze parlano di un grande giocatore. L’incipit di mercato del Catania fa sognare…

 

Classifica FINALE 
    Casa Fuori Casa Totale
Pos Squadra P.ti G V N P F S G V N P F S G V N P F S Diff
Inter 84  19  14  5  37  16  19  11  4  4  33  16  38  25  9  4  70  32  38 

campione d'Italia

Milan 74  19  14  3  2  39  12  19  8  5  6  31  23  38  22  8  8  70  35  35 

champions league

Juventus 74  19  11  6  2  38  19  19  10  5  4  31  18  38  21  11  6  69  37  32 

champions league

Fiorentina 68  19  14  2  3  29  14  19  7  3  9  24  24  38  21  5  12  53  38  15 

preliminari C.L.

Genoa 68  19  12  5  2  39  19  19  7  6  6  17  20  38  19  11  8  56  39  17 

uefa cup

Roma 63  19  13  4  2  35  23  19  5  5  9  29  38  38  18  9  11  64  61 

uefa cup

Udinese 58  19  11  5  3  36  18  19  5  5  9  25  32  38  16  10  12  61  50  11 
Palermo 57  19  14  1  4  42  25  19  3  5  11  15  25  38  17  6  15  57  50 
Cagliari 53  19  11  4  4  24  12  19  4  4  11  25  38  38  15  8  15  49  50  -1 
10  Lazio 50  19  8  4  7  23  24  19  7  1  11  23  31  38  15  5  18  46  55  -9 
11  Atalanta 47  19  10  3  6  28  17  19  3  5  11  17  31  38  13  8  17  45  48  -3 
12  Napoli 46  19  10  5  4  27  16  19  2  5  12  16  29  38  12  10  16  43  45  -2 
13  Sampdoria 46  19  8  8  3  33  21  19  3  5  11  16  31  38  11  13  14  49  52  -3 
14  Siena 44  19  9  5  5  18  18  19  3  3  13  15  26  38  12  8  18  33  44  -11 
15  Catania 43  19  11  1  7  24  22  19  1  6  12  17  29  38  12  7  19  41  51  -10 
16  Chievo 38  19  3  8  8  15  23  19  5  6  8  20  26  38  8  14  16  35  49  -14 
17  Bologna 37  19  6  3  10  27  31  19  3  7  9  16  31  38  9  10  19  43  62  -19 
18  Torino 34  19  7  4  8  21  25  19  1  6  12  16  36  38  8  10  20  37  61  -24 

in serie B

19  Reggina 31  19  3  9  7  23  27  19  3  4  12  35  38  6  13  19  30  62  -32 

in serie B

20  Lecce 30  19  3  10  6  20  28  19  2  5  12  17  39  38  5  15  18  37  67  -30 

in serie B

25 reti Ibrahimovic (Inter; 2 rigori)

24 reti Di Vaio (Bologna; 6 rigori) Milito (Genoa; 7 rigori)

19 reti Gilardino (Fiorentina) 

16 reti Kaka' (Milan; 7 rigori)

15 reti Pato (Milan)

14 reti Acquafresca (Cagliari; 4 rigori) Cavani (Palermo; 1 rigore) Miccoli (Palermo; 3 rigori)

13 reti Pellissier (Chievo; 1 rigore) Mutu (Fiorentina; 2 rigori) Del Piero (Juventus; 4 rigori) Zarate (Lazio; 2 rigori) Inzaghi F. (Milan) Totti (Roma; 5 rigori) Quagliarella (Udinese; 1 rigore)

12 reti Floccari (Atalanta; 1 rigore) Mascara (Catania; 4 rigori) Amauri (Juventus) Iaquinta (Juventus; 1 rigore) Cassano (Sampdoria; 4 rigori) Pazzini (Sampdoria/Fiorentina; 1 rigore) Di Natale (Udinese; 3 rigori)

11 reti Jeda (Cagliari) Tiribocchi (Lecce) Vucinic (Roma) D'Agostino (Udinese; 6 rigori)

10 reti Corradi (Reggina; 5 rigori)

9 reti Doni (Atalanta) Pandev (Lazio) Rocchi (Lazio) Hamsik (Napoli; 2 rigori) Baptista (Roma; 1 rigore) Maccarone (Siena; 1 rigore) Bianchi (Torino; 1 rigore)

8 reti Sculli (Genoa) Balotelli (Inter; 1 rigore) Ronaldinho (Milan; 1 rigore) Denis (Napoli) Simplicio (Palermo)

7 reti Morimoto (Catania) Paolucci (Catania) Nedved (Juventus) Castillo (Lecce) Ambrosini (Milan) Lavezzi (Napoli) Floro Flores (Udinese)

6 reti Matri (Cagliari) Thiago (Genoa) Seedorf (Milan) Succi (Palermo) Delvecchio (Sampdoria)

5 reti Plasmati (Atalanta/Catania) Conti (Cagliari) Martinez (Catania) Marcolini (Chievo; 3 rigori) Stankovic (Inter) Caserta (Lecce; 2 rigori) Brienza (Reggina; 1 rigore) Perrotta (Roma) Bellucci (Sampdoria; 1 rigore) Calaio' (Siena) Ghezzal (Siena) Kharja (Siena) Rosina (Torino; 4 rigori)

............a seguire 4 reti, 3 reti, 2 reti, 1 rete.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buona Pasqua, guardando Salastampa...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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MATEMATICAMENTE SALVI!

 

 

 

 

 

Peccato. Peccato che a causa delle ultime restrizioni la curva Nord del Massimino non abbia mai potuto esibire quello striscione raffigurante Ylary Blasi con una dedica, tutta marca Liotru, indirizzata a Capitan Totti. Peccato che quella "sciccheria" lunga cento metri sia rimasta nei ripostigli, perché oggi sarebbe servita a smorzare l'arroganza di certi centurioni che, dopo duemila anni, si credono ancora di essere i padroni del mondo.
Grande Catania, specialmente nel secondo tempo. Specie quando si è giocato (è il caso di dirlo) a "Porta Romana", quanto Martinez sembrava Hamrin, quando Mascara emulava Platini, quando Llama ricordava il brasiliano Eder. Quando tutta la squadra potevamo chiamarla "Real" Catania mentre metteva in ginocchio una spaventatissima Roma che rischiava di perdere l'Europa.
Totti. Oggi questo signore, che di campione mi ricorda soltanto lo scudetto con Batistuta e Cassano perché del Mondo lo è diventato solo da spettatore di lusso (non ricordo altro), signore oggi non lo è stato per niente. Quel "che …….. vuoi?" a Mascara, sul 3-1 nel primo tempo, lo abbiamo visto tutti e conferma la sua indole coatta, il perchè meritò la squalifica nell'episodio dello sputo.
Negli spogliatoi, sarà volata qualche parola di troppo da parte giallorossa, e siccome quella nostra famosa frase "ora a parratu troppu assai!" in certi frangenti diventa intercontinentale, nel secondo tempo i giocatori del Catania, italiani, argentini, uruguagi, slovacchi, ecc., rientrando in campo hanno riaperto la valigia già pronta per le vacanze ed hanno tirato fuori soltanto le loro palle.
Sì, solo le palle del Catania si sono viste nel secondo tempo. Una di Mascara e l'altra di Morimoto, quanto basta per fronteggiare l'arroganza di una Roma da sempre raccomandata dal Coni che si è premurato, attraverso l'arbitro, a non concedere rigori e a sorvolare su parecchie cose….. salvando il salvabile (compresi i fischi degli stessi tifosi).
Sior Capitano, non si preoccupi, l'Europa è sua… ma oggi, come si dice a Catania "vu ficiumu teniri……".
Che ci vuole fare, LIFE IS NOW!
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ORGANICO 2008-09

CESSIONI INIZIO CAMPIONATO: ROSSI (Triestina), IOIME (Legnano)

 

CESSIONI INIZIO CAMPIONATO: MINELLI (Triestina), SOTTIL (Rimini), GAZZOLA (Avellino), VARGAS (Fiorentina).

 

 

 

CESSIONI INIZIO CAMPIONATO: CATELLANI (Modena), DI COSMO, PIA' (Napoli).

 

 

 

 

 

 

 

 

IL TIFO ETNEO