Alle 12 in punto, dinanzi la chiesa di San Biagio, dodici bombe da cannone e un lungo

scampanio danno il via ufficiale ai festeggiamenti agatini.


Ci siamo. I giorni di Agata sono arrivati. Dal 3 febbraio la Patrona sarà una presenza viva nei luoghi che molti secoli fa videro il suo martirio: tornerà per i catanesi che la invocano e pregano con lei e anche per quelli che "approfittano" dei giorni di vacanza per la settimana bianca. Per quelli che dimenticheranno lavoro e famiglia per seguirla con il cuore nelle strade e per quelli che in questi giorni pensano solo al business, senza regole e senza devozione. Tornerà per i turisti venuti ad assistere alla terza festa nel mondo per impianto, grandezza e storia, e anche per le centinaia di poliziotti, medici, vigili e volontari che veglieranno sulle processioni perché tutto vada bene. E pure per i politici e gli amministratori e le autorità che seguiranno la festa compunti, sperando che non sia solo per fare vetrina elettorale.

 

 

 


 

E' una festa "trasversale" quella di Sant'Agata. E perciò difficile da organizzare e governare. Un cavallo a briglie sciolte che da qualche anno ormai si sta cercando di imbrigliare.
Dopo Capodanno, per Catania è già Sant'Agata. La "festa" s'insinua piano piano, mentre si spengono le luci delle feste di Natale. In Cattedrale si moltiplicano i riti "dedicati", spunta qualche "Viva Sant'Agata" vicino agli altarini, illuminato con le lampadinette di una volta, le vetrine si fanno piene di simboli e "ammiccamenti" alla festa, le candelore si mettono "in tiro", nella casa del fercolo si controlla che tutto sia lustro e in ordine, le buche spariscono per magia sulle strade del percorso della festa, mostre e iniziative dimostrano che Sant'Agata è anche cultura.

E i catanesi naturalmente "rallentano". Questioni da decidere? Appuntamenti da prendere? "Ormai…dopo Sant'Agata.. ", come si fa d'estate.
Poi arriva la veglia di "gala", a sira ‘o tri, un festino democratico che unisce per un "bentornato" ad Agata la gente che conta che si affolla nei saloni del Municipio e nella terrazza del Museo diocesano e quelli che stanno per strada. Fra cantate, fuochi, olivette di marzapane e qualche brivido di freddo.

Un festino che si chiude presto per non perdere il primo vero appuntamento con la Santa alla messa dell'Aurora, dove ogni anno - da secoli - il busto reliquiario viene prelevato dalla sua cameretta per essere portato in processione e ogni anno sembra la prima volta. E poi l'interminabile giro esterno con i suoi momenti "topici" della Calata della Marina, del colpo d'occhio di piazza dei Martiri, della suggestione del passaggio dalla Fiera e, in piazza Stesicoro, equidistante da tutti i luoghi del martirio della giovane Agata, l'impressione vera di ripercorrere con lei quei giorni lontani di sofferenza e di fede.

 

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E ancora la Salita dei Cappuccini, la tappa nella prima Cattedrale di Catania, Sant'Agata la Vetere e poi la Patrona abbraccerà per ore la Catania più antica e verace: via Plebiscito, via Garibaldi, il Fortino, dove la devozione si urla, quasi sempre fuori dalle chiese e può anche capitare che un grazie alla Santa venga scritto grosso per strada, a imbrattare un muro.

Qualche ora di riposo, quando c'è, prima del solenne pontificale del 5 febbraio, il giorno del martirio, quando alla protomartire catanese vengono a inchinarsi anche i prelati di Roma e quest'anno il cardinale di Napoli che vedrà se Sant'Agata ha nulla da invidiare a San Gennaro.
E poi si riparte con il giro interno: il fercolo e le candelore sfileranno in via Etnea fino a spingersi a quella che una volta era l'estrema periferia a nord della città, il Borgo. Qui sacro e profano si sono sempre miscelati, chi prega e chi addenta il panino con la carne di cavallo, l'attesa della santa ma anche dei maestosi fuochi che salutavano il suo arrivo: salutavano perché quest'anno i botti non ci saranno, in ossequio alle politiche di spending review e alle direttive delle forze dell'ordine.
E' notte quando si rifà in silenzio la strada al contrario fino ai Quattro canti. Fino alla Salita di Sangiuliano dove la fede torna a confondersi, questa volta con i muscoli. Quelli dei portatori e dei devoti nel cordone, pronti alla fatica dello scatto e quelli, metaforici ma non troppo, di chi vuole dettare legge e la salita di corsa vuole farla a tutti i costi. E' solo a giorno fatto che Agata riceve il "saluto dell'alba" dalle suorine di clausura del San Benedetto. A vista di una folla che si fa muta e di chi ha prenotato per tempo un costoso posto nei balconi di via Crociferi. E' già alto il sole del sei febbraio quando una folla stremata ma mai sazia riaccompagna Sant'Agata in Cattedrale per il rientro nella cameretta.

 

 

 

 

Attorno a loro si stava svolgendo una delle tre tappe della terza festa religiosa al mondo. Passano le candelore circondate da migliaia e migliaia di turisti, devoti e cittadini. Le bande di ciascuna rompono i timpani con marcette del repertorio napoletano e italiota, i rumori sono assordanti, la calca immensa e la confusione regna sovrana nei marciapiedi pieni di gente.

In tutto ciò, quei due turisti orientali che fanno? Rimangono fermi al tavolo a consumare le loro fritture al cartoccio, come se invece di Via Etnea fossero a Regent Street. Uguale, nessuna sensazione li distoglie da lì, anzi dai loro sguardi sembra che le loro discussioni siano dedicate solo al sapore di quelle pietanze.

Niente, freddi e impassibili. Nemmeno un accenno di rotazione del capo all’indietro, tanto per curiosità al girone dantesco che imperversa alle loro spalle.

M.R.

 

 

 

La giornata del 3 febbraio avrà la tradizionale processione per l’offerta della cera, la sera si terrà in Piazza Duomo un concerto con gli inni dedicati a Sant’Agata con il Coro Lirico Siciliano e l’Orchestra del Conservatorio Vincenzo Bellini. Ci sarà poi lo spettacolo dei “fuochi” e si proseguirà con un concerto a cura di vari cantanti e musicisti siciliani.

 

LE DIRETTE

 

Video Mediterraneo (IT) - in Diretta Streaming - CoolStreaming

 

Con Salvo La Rosa e Videobank per vivere in diretta Tv l'emozione della  Festa di Sant'Agata – siracusa2000.com

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Sabato 03 febbraio

Ore 07,30; 10,00: Sante Messe nella cappella di Sant’Agata.

Ore 12,00: Processione per l’offerta della cera dalla Chiesa di S. Agata alla Fornace alla Basilica Cattedrale. Parteciperanno S. E. Mons. Arcivescovo, i Capitoli delle Basiliche Cattedrale e Collegiata, il Clero, gli alunni del Seminario interdiocesano, la scuola per il diaconato permanente “Sant’Euplio”, il Prefetto, il Sindaco del Comune di Catania, il Presidente del Consiglio Comunale con i Consiglieri, il Magnifico Rettore, gli Ordini Equestri Pontifici, il Sovrano Militare Ordine di Malta, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, le Autorità militari nonché i Gonfaloni della Città, della Città metropolitana e dell’Ateneo seguiti dalle storiche berline del Senato e dai Cerei. Riflessioni dettate da alcuni laici impegnati nei movimenti ecclesiali. In Cattedrale solenne “TE DEUM” e benedizione eucaristica.

 

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Il solenne corteo per l'offerta della cera con la carrozza del Senato

Alle 20 le campane suoneranno a festa e subito dopo ci sarà l'avvio dello spettacolo dei fuochi scandito dalle musiche

 

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La festa cittadina in onore della Santa Patrona entra oggi nelle sue fasi cruciali, con le manifestazioni rituali dell'offerta della cera e con lo spettacolo dei fuochi "da sira ‘o tri". Una tradizione che tutti i catanesei attendono con trepidazione. Ma andiano per ordine. Questa mattina nella basilica Cattedrale, dopo le Messe delle 7,30 e delle 10,30, alle 12 prenderà il via dalla chiesa S. Biagio in S. Agata alla Fornace (la Carcarella) la processione cittadina e arcidiocesana per l'offerta della cera a Sant'Agata.

 

 

 

 

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Quest'anno l'ordine di precedenza subirà profonde modificazioni e semplificazioni. Ed ecco l'elenco dei gruppi e realtà ecclesiali, ecclesiastiche e laicali nonché civili, partecipanti con il proprio gonfalone: associazionismo laicale cittadino (gruppi e associazioni vari e di ispirazione cristiana che desiderano esprimere un atto di devozione a S. Agata); movimenti e associazioni ecclesiali (Consulta diocesana delle aggregazioni laicali); gruppi parrocchiali; Terzi Ordini; confraternite e consiglio confederazione; associazioni agatine; Azione cattolica italiana e presidenza diocesana; ministranti alla Croce e ai candelieri; ministranti; alunni del corso per i ministeri e il diaconato permanente "Sant'Euplio"; alunni del seminario arcivescovile; diaconi in camice stola rossa; presbiteri, canonici dei capitoli delle basiliche Collegiata e Cattedrale in abito corale; mons. arcivescovo con il piviale rosso assistito da due diaconi; cerimoniere arcivescovile con i ministranti alla mitria e al pastorale; Ordini Pontifici di S. Gregorio magno e S. Silvestro; membri degli Ordini equestri riconosciuti dalla Santa Sede (Sovrano Militare Ordine di Malta, Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme), autorità civili e militari. Seguiranno le due storiche berline del Senato catanese e le 12 candelore delle categorie.

 

 Durante il tragitto mons. Gaetano Zito, vicario episcopale per la cultura, detterà delle riflessioni sul significato del sacro rito d'intercessione e di ringraziamento della città a S. Agata. In cattedrale canto solenne del Te Deum composto e diretto dal direttore mons. prof. Nunzio Schilirò ed eseguito dalla Cappella Musicale del Duomo, all'organo il m° can. Giuseppe Maieli. Come già da alcuni anni, per iniziativa del coordinatore provinciale preside Giuseppe Adernò, i Consigli comunali dei Ragazzi della provincia partecipano alla processione della cera. I ragazzi sindaci con la fascia tricolore, insieme ad una delegazione dei Consigli comunali dei ragazzi, sfileranno portando fiori e candele da offrire alla protomartire Agata.

 

 

Ed eccoci alla seconda parte della giornata. Alle 20 in punto, le campane della Cattedrale suoneranno improvvisamente a festa e un brevissimo attacco di un "gioco di fuoco", coloratissimo e fumogeno, segnerà il tradizionale avvio dell'attesa e spettacolare scenografia, sonora e visiva, della "sira ‘e tri". Subito dopo lo stimolante "anticipo" che ricorda a tanti l'ingresso, veloce ed allegro fino a metà degli anni Sessanta, dei "giovani cantanti" dei 4 "partiti" della città, sul palco allestito davanti al prospetto principale di palazzo dei Chierici, nella gremitissima piazza Duomo, la Corale "Giuseppe Tovini" accompagnata dal Corpo bandistico eseguirà la celebre e commovente "Cantata" a S. Agata, consistente in tre tempi: Inno, Preghiera e Cabaletta. Dopo l'immancabile e magico spettacolo pirotecnico sarà eseguito un concerto di musiche belliniane.

 

 

 

CATANIA – “Vogliamo che la mattinata del 3 febbraio, il corteo con le storiche carrozze del Senato e la seguente processione con l’offerta della cera, sia il più possibile ordinata e guardi alla tradizione. Ecco perché abbiamo previsto nuove indicazioni per la partecipazione e istituito la figura del coordinatore”. Lo hanno detto Francesco Marano, presidente del comitato insieme al vice Giuseppe Barletta, il segretario Carlo Zimbone, il tesoriere Roberto Giordano, Teresa Di Blasi, Filippo Donzuso e Domenico Percolla.

 

“Vogliamo che l’offerta della cera – ha detto Marano – torni al suo tradizionale significato, quindi invitiamo chi parteciperà a portare una candela bianca spenta, evitando altri doni, oggetti, alimenti o costumi. Il comitato ha indicato Pino Chiapparino, presidente della sezione catanese dell’associazione polizia di Stato, come coordinatore del 3. Avrà il compito di raccogliere il collaudo delle carrozze e tutti gli atti necessari alla sicurezza della processione. Inoltre, dovrà ricevere le richieste e dare il via libera ad associazioni ed enti che vorranno partecipare alla processione, organizzando la disposizione e cercando di mettere sempre maggiore ordine nello svolgimento, in piena collaborazione con il Maestro delle celebrazioni liturgiche diocesane, Padre Pasquale Munzone, con Mons. Barbaro Scionti e con la struttura del comune”.

 

Come è scritto nella nota storico-religiosa preparata da Mons. Gaetano Zito e inserita dal comitato nel regolamento, “la processione del 3 non è una sfilata, né una manifestazione folkloristica. La candela offerta, consegnata in cattedrale, viene accesa nelle celebrazioni liturgiche durante l’anno a rappresentare la costante presenza dei catanesi davanti a Sant’Agata. Così il 3 febbraio era e dovrebbe tornare ad essere l’unico momento della festa in cui si offre la cera alla Santa Patrona”.

“Concordemente con il sindaco Pogliese e l’Arcivescovo Gristina – ha concluso Marano -, e dopo aver informato il questore Francini, il comandante prov. dei carabinieri Covetti e il comandante prov. della guardia di finanza Quintavalle Cecere, abbiamo previsto espressamente nel regolamento che il coordinatore debba essere scelto tra i componenti delle sezioni di Catania dell’ANPS (Associazione Nazionale Polizia di Stato), dell’ANC (Associazione Nazionale Carabinieri) o dell’ANFI (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia). Sono associazioni meritorie che rappresentano le forze dell’ordine, cui va il nostro ringraziamento per il massimo impegno soprattutto durante i momenti delicati della Festa. E così per la prima designazione di questa nuova figura abbiamo scelto Pino Chiapparino, la cui lunga esperienza, prima in servizio e poi alla guida dell’ANPS, sarà senz’altro utile anche con l’apporto dei suoi colleghi, spesso già impegnati in attività di protezione civile a supporto della Festa”.

 


 

 

Se questo è l'impianto della festa, dettato dal cerimoniale cinquecentesco di don Alvaro Paternò che a Catania è ancora Bibbia, negli anni sulla festa si sono addensate storia e storie. Non tutte belle, non tutte edificanti. La città ha saputo rinunciare alla processione quando nel vicino Oriente si combatteva una guerra sanguinaria, ma ha festeggiato la Patrona appena due giorni dopo i gravi fatti di sangue

La Sicilia, 2.2.2013

 

 

 

 

 

 

Il labaro, accompagnato dai Cavalieri tra due ali di folla, attraversando la via Etnea, via principale di Catania, unitamente ad altri Ordini Cavallereschi nazionali ed internazionali, precedeva S.E. l’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina, il Clero, il Prefetto della Città, il Sindaco, il Presidente della Provincia Regionale con le rispettive Giunte, il Magnifico Rettore dell’università di Catania, le Autorità, i Gonfaloni dei Comuni della Provincia, i Corpi Militari e dei Vigili del Fuoco; a chiudere il corteo le storiche berline (carrozze del 700) del Senato e le undici Candelore.
La presenza degli Ordini Cavallereschi e delle autorità Civili e Militari, oltre che per la simbolica consegna della cera alla Santa Patrona, è voluta dalla Chiesa cittadina affinché tutte le organizzazioni sopra menzionate, siano i primi a dare l’esempio di una devozione Cristiana e di servizio rivolto al prossimo e alla città.
Il Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta OSJ, forte rappresentazione, con i propri Cavalieri, di espressioni professionali, culturali, sociali, nell’ambito delle attività elitarie territoriali, con orgoglio abbraccia il messaggio della Chiesa e rappresenta nel concreto tale messaggio in seno ai suoi Cavalieri.

http://www.orderofmaltaosj.it/festa-di-santagata-catania-febbraio-2009/

 

 

 

 

 

Le ntuppatedde.

 Un’usanza dimenticata, antichissima e affascinante. Una tradizione che è tornata a vivere. E’ quella delle “ntuppatedde”, in uso a Catania durante la festa di Sant’Agata fino al diciannovesimo secolo. Pare che l’ultima volta il rito delle “ntuppatedde” sia stato celebrato fino al 1868.

 La tradizione è stata ripresa nel 2013 su iniziativa dell’artista Elena Rosa. Per cinque anni, è stata rièresa l’antica tradizione che vede delle ragazze biancovestite che danzano per la città il 3 febbraio, nel giorno che precede la grande kermesse della festa di Sant’Agata. Le ragazze portano con se dei garofani rossi e la loro presenza viene avvistata durante la processione delle Candelore e del carro del Senato.

 La presenza delle ntupatedde (dette così perchè le ragazze sono velate, anche se perfettamente visibili) desta curiosità e, in pochi anni, sta diventando una delle piccole tradizioni folkloristiche della festa patronale. Una tradizione antichissima rivisitata in chiave moderna.

 https://www.facebook.com/salvopucciofoto/

 

"A Catania la quaresima vien senza carnevale; ma in compenso c'è la festa di Sant'Agata, - gran veglione di cui tutta la città è il teatro - nel quale le signore, ed anche le pedine, hanno il diritto di mascherarsi, sotto il pretesto d'intrigare amici e conoscenti, e d'andar attorno, dove vogliono, come vogliono, con chi vogliono, senza che il marito abbia diritto di metterci la punta del naso. Questo si chiama il diritto di 'ntuppatedda."

Verga - "La coda del diavolo":

 

 

“Davanti a Sant’Agata non si va danzando con i veli: le ragazze che lo fanno si espongono a essere oggetto di espressioni di una cultura che le vuole oggetto manipolabile. La devozione vuole che si segua la santa con il sacco e con la corona del rosario in mano, non certo danzando”.

Durante la celebrazione eucaristica con le associazioni e i portatori delle Candelore che si è tenuta a Catania nella chiesa di San Nicola l’Arena, l’arcivescovo Luigi Renna ha lanciato alcuni moniti ai devoti della patrona. “Non è bene – ha detto – che si stampino magliette con il volto delle persone defunte, anche se giovani: per noi cristiani il suffragio per chi è morto si fa con una Messa di suffragio, con la preghiera, con un’opera di carità, con la visita orante ai nostri cimiteri”.

Poi l’arcivescovo ha parlato delle candelore: “Sono nate per essere segni di devozione a Sant’Agata. E noi vogliamo recuperare la tradizione più autentica, i cui nemici sono la perdita di fede, l’individualismo, l’esibizione. Vanno quindi eliminati i segni equivoci. La candelora è una luce votiva della santa, non è nata per l’esibizione di qualcuno”. Un punto centrale dell’omelia. L’arcivescovo ha anche sottolineato che le candelore sono il segno di una devozione collettiva, “ma anche di una civiltà che ha voluto sconfiggere l’individualismo”.

Mon. Luigi Renna, Arcivescovo di Catania

 

 

 

 

 

 

https://www.facebook.com/ObiettivoCatania/

 

Sant’Agata 2019, niente fuochi a favore dei terremotati? Catania si “spacca” in due, ma la storia insegna

10/01/2019 6:30  Marianna Strano 

CATANIA – La tradizionale festa di Sant’Agata, patrona del capoluogo etneo, senza fuochi d’artificio e soldi della cera in beneficenza per aiutare i terremotati di Fleri: questa la proposta di Riccardo Pellegrino, ex consigliere comunale e candidato sindaco alle elezioni dello scorso giugno.

 Come è ben noto, per Catania non è stato un anno semplice: l’annuncio del dissesto economico è stato seguito, a distanza di poche settimane, dal terribile sisma di magnitudo 4.9 che ha colpito tutta la provincia etnea nella notte tra Natale e Santo Stefano, lasciando più di 500 persone senza casa e migliaia di cittadini in preda al panico e impotenti di fronte ai crolli e ai disagi provocati dall’eruzione dell’Etna.

Di fronte al dramma vissuto da diversi paesi etnei, in particolare da Acireale e Zafferana, sono state diverse le iniziative di solidarietà per gli sfollati: una delle più interessanti l’esposizione dello striscione “Rialzati Fleri” sulla facciata della chiesa del paesino, danneggiata dal sisma del 26 dicembre, come augurio per il nuovo anno lo scorso 31 dicembre.

Non sono mancati, inoltre, gli interventi dei vigili del fuoco, della Protezione Civile, dei volontari della Croce Rossa e di tutti i soccorritori per garantire alle persone in difficoltà controlli, viveri e supporto necessario per affrontare i momenti più difficili.

La situazione si è rivelata talmente critica da richiedere anche un aiuto nazionale: pochi giorni dopo il sisma, infatti, sono stati concessi 10mila euro per i provvedimenti più urgenti ed è stato dichiarato lo stato d’emergenza.

Anche se si cerca di tornare alla normalità, le criticità non sono ancora finite. La festa di Sant’Agata, che anima il capoluogo etneo a inizio febbraio e che ogni anno è attesa con ansia da tutti i catanesi, potrebbe trasformarsi in un’occasione per dimostrare la propria devozione con un gesto solidale: rinunciare agli spettacoli pirotecnici e spendere una piccola somma di denaro per chi vive un momento triste.

“Un segnale importante di rispetto e di vicinanza a chi si è ritrovato senza nulla a seguito del terremoto di Santo Stefano. È quello che vorrebbe anche la nostra amata Sant’Agata. I fuochi non toglierebbero nulla alla nostra bellissima festa cittadina e dimostreremmo che è davvero una festa di fede“, scrive Riccardo Pellegrino commentando la sua proposta su Facebook.

 

 

 

“Il mio appello va innanzitutto al sindaco Salvo Pogliese, che oltre ad essere sindaco della città di Catania è sindaco metropolitano – continua l’ex consigliere catanese -. Spendere 170mila euro della tassa di soggiorno in fuochi d’artificio sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti di tutte queste famiglie e di tutti i catanesi che sanno che a causa del dissesto saranno anni difficili. Il sindaco, in queste festività di Natale, ha dato dimostrazione di saper sollecitare il territorio, il tessuto imprenditoriale e i cittadini stessi, continui su questa strada”.

Il politico non ha dimenticato di rivolgersi alla vera anima della festa di Sant’Agata, i cittadini etnei: “L’appello poi è ai devoti: diamo il ricavato della cera ai terremotati. E se possibile evitiamo di acquistarne, devolvendo quello che avremmo speso per acquistare il cero votivo per i centri colpiti dal sisma. Le associazioni agatine e le parrocchie si mobilitino in questo senso e sollecitino i fedeli su questa strada”, si legge in conclusione della sua dichiarazione.

 

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Per quanto agli occhi di molti possa apparire “eccessivo” rinunciare ad alcuni degli elementi che rendono più gioiosi i giorni dal 3 al 6 febbraio, è importante ricordare che in passato è avvenuto che i festeggiamenti in onore della Santa fossero sospesi per ragioni rilevanti che hanno sconvolto e turbato la comunità: la prima volta, almeno in tempi recenti, è avvenuto durante la guerra del Golfo, nel 1991, in seguito all’invasione dell’Iraq. In quell’anno le proteste furono numerose e per questo fu permessa una piccola processione nel tratto Piazza Duomo – Piazza Stesicoro, ma i tradizionali botti e i festeggiamenti cittadini furono in gran parte annullati.

La seconda occasione in cui furono permesse solo le funzioni religiose fu nel 2007: in quell’anno i festeggiamenti furono bloccati all’ultimo minuto dalla brutale uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, morto durante una serie di violenti scontri iniziati al termine del derby Catania-Palermo il 2 febbraio.

A chiedere la sospensione dei festeggiamenti non strettamente religiosi fu la vedova dell’agente, Marisa Grasso, il cui appello fu accolto dall’amministrazione Scapagnini.

Cosa avverrà quest’anno? Le autorità e i cittadini accoglieranno bene la richiesta di sospendere i festeggiamenti per una buona causa? È ancora presto per dirlo, ma sicuramente la questione sarà ampiamente discussa nell’intero capoluogo etneo e rimarrà al centro dell’attenzione mediatica nel corso delle prossime settimane.

https://newsicilia.it/cronaca/santagata-2019-niente-fuochi-dartificio-e-spese-per-aiutare-i-terremotati-si-accende-il-dibattito/381376

 

 

 

 

 

 

 

U FOCU DO TRI

 

 

 

 

 

PARTONO I FUOCHI, SI COMINCIA

Tanta confusione, tanta attesa. Ripagata da una grande meraviglia. Una festa alla quale i catanesi non vogliono rinunciare, nonostante i tempi di crisi, i divieti e le restrizioni varie.
E così ieri sera per il tradizionale appuntamento dei fuochi "d’a sira ’o tri" la confusione nelle strade è stata la palese dimostrazione di quanto questo momento resti importante nel cuore dei devoti.

Dal balcone principale di Palazzo degli Elefanti il sindaco Stancanelli e l’arcivescovo di Catania mons. Gristina hanno assistito allo spettacolo di giochi pirotecnici e agli effetti fotografici che hanno illuminato la facciata barocca della Cattedrale con immagini di sant’Agata in 3D.
In molti hanno cercato di poter vedere i fuochi dall’interno del palazzo: i più fortunati, invito alla mano, entrano per tutti gli altri non resta che la piazza. All’interno un via vai di gente alla ricerca dei posti migliori sui balconi nei piani in alto, mentre al primo piano quello dove c’è l’aula consiliare un ambiente più raccolto ed elegante.

 

 

 

 

 

Vaccalluzzo anticipa alcuni dettagli sullo spettacolo più atteso dai catanesi e dai turisti, i fuochi del tre sera a Piazza Duomo: "posso dire che l'inizio dell'evento avrà come tema il fuoco, poi ci sarà il classico spettacolo dei fuochi musicali".

Gli appuntamenti pirotecnici saranno quindi, oltre il tre febbraio sera nella centrale piazza Duomo, lo spettacolo a Villa Pacini, il 4 mattina per l'uscita del Fercolo i fuochi a Villa Pacini, continueranno i fuochi poi nella notte a piazza Palestro al "Fortino". Il giorno dopo, il 5 febbraio, l'uscita di Sant'Agata per poi proseguire con i  fuochi al Borgo nella notte, il rientro ed infine appuntamente, una settimana dopo, con l'ottava della festa di Sant'Agata.

 

 

 

 

 

 

 

https://www.facebook.com/franz.cannizzo

 

LE "CANTATE" DI SANT'AGATA E I VECCHI QUARTIERI DI CATANIA

Gli antichi quartieri di Catania erano quattro e di ciò abbiamo un ricordo nella tradizionale cerimonia delle "cantate" che si fanno per la festa di Sant'Agata in piazza Duomo la sera del 3 Febbraio (non lo sapevate?).I cantanti sono divisi in quattro "partiti" che si chiamano San Nicola, Santa Chiara, San Gaetano e Santa Nicolella,e rappresentano rispettivamente i quattro quartieri in cui era divisa la città di Catania,entro il perimetro delle mura cittadine,oggi grosso modo rappresentato dalla via Plebiscito.

I vecchi quartieri erano pertanto l'Antico Corso (San Nicola),Il Castello (Santa Chiara),la Civita (San Gaetano) e la Collegiata (Santa Nicolella,che non esiste e che fu creata dall'estrosità dei Catanesi).

 

 

 

 

IL VIDEO DEI FUOCHI A CURA DI SALVO PUCCIO

 

«Solitamente vediamo i fuochi dell’Ottava dal balcone centrale - raccontano Mario e Veronica - oggi non è proprio possibile, sicuramente scenderemo giù all’ingresso e magari riusciremo a vedere qualcosa».

Poi inizia la musica e la scenografia in un susseguirsi intenso di emozioni e immagini: proiezioni di fiamme illuminano la facciata della chiesa, seguono le figure fluttuanti di forme d’acqua, poi arrivano le onde del vento a colorare i muri e una grande "A" e infine maestosi e affascinanti, i fuochi d’artificio con i giochi piromusicali, realizzati dai fratelli Vaccalluzzo,

 

 

 


I fuochi esplodono alti sullo squarcio di cielo in piazza Duomo, in un sol colpo lo illuminano, solo per qualche secondo, per poi riapparire più belli, luminosi e colorati del precedente, cadenzando il ritmo del cuore di chi li ammira in un gioco di stelle argentee che cadono dal cielo e danzano a tempo di musica.

«Sapevamo che sarebbero stati come sempre meravigliosi, nonostante la crisi; lo spettacolo è stato di grande maestria e fascino» esclama Antonio che insieme ad Elda e ai piccoli Ottavio di quattro anni e Sveva di quasi otto ha trovato riparo vicino all’ingresso di Palazzo degli Elefanti.

 

 

I fuochi della sera del 3 febbraio fotografati dal porto di Catana (by F. Raciti)

 

«Non rinunciamo mai a venire ad assistere allo spettacolo, per noi è una tradizione - afferma Elda - nonostante la pioggia di oggi pomeriggio e il freddo. Certo il posto non è dei migliori ma siamo riusciti a vedere lo spettacolo».
Il piccolo Antonio è entusiasta, si tappa le orecchie e ride, Sveva rimane a bocca aperta per lo stupore. In fondo come tutti, grandi e piccini

LUCY GULLOTTA  (La Sicilia, 4.2.2012)

 

 

 

 

Questa è l'impressione, così come risuonano invece autentici e spontanei gli applausi che scattano al passaggio dei Vigili del fuoco con il loro gonfalone, o dei volontari delle decine di associazioni che con il loro impegno quotidiano costruiscono ogni giorno una rete preziosa di assistenza e solidarietà. E' l'applauso rivolto alla città che resiste nonostante tutto e da cui ripartire, che lavora nel silenzio e lontano dai riflettori, a risuonare più alto e più vicino a Sant'Agata. Così come, tra i momenti più significativi, resta impresso l'omaggio, autenticamente popolare, dei portatori delle candelore ai disabili dell'associazione "Come Ginestre", che in piazza Stesicoro hanno ricevuto anche la benedizione dell'arcivescovo monsignor Gristina.

Per il sindaco, Raffaele Stancanelli, quello di ieri è stato un giorno del tutto particolare, quello seguente al salvataggio in extremis della città dal dissesto finanziario, oltre che dell'apertura della festa di Sant'Agata. Tra la folla i commenti s'intrecciano su quello che di buono e meno buono ha fatto, o che avrebbe potuto fare, così la festa vive il suo momento più "politico", con le diverse convizioni su meriti e colpe, responsabilità di oggi o di ieri.

Tant'è, forse Sant'Agata vuole e può sanare anche questo, essere vicina anche a chi ha il compito sempre più delicato e complesso di amministrare, così c'è anche qualche incoraggiamento per il primo cittadino, e per l'ex sindaco Enzo Bianco, uno dei suoi avversari alle Amministrative della prossima primavera. In corteo sfilano il coordinatore del Pdl Giuseppe Castiglione e il deputato regionale de "La Destra" Nello Musumeci, mescolato tra la folla un altro candidato sindaco, il parlamentare del Pd Giuseppe Berretta.

Grande interesse - anche da parte dei numerosi turisti armati di macchine fotografiche per portare a casa immagini ed emozioni difficili da raccontare - per il passaggio della Carrozza del Senato, che uscendo dal portone di Palazzo degli Elefanti dà ufficialmente il via ai festeggiamenti. Quest'anno sullo storico veicolo del senato catanese è stato "ospite" un ragazzino di Librino, che ha preso posto accanto al sindaco Raffaele Stancanelli, al presidente del Consiglio comunale Marco Consoli, al presidente del comitato dei festeggiamenti agatini Luigi Maina, e agli assessori Carmencita Santagati, Sergio Serafini e Rita Cinquegrana.

Nella carrozza più piccola hanno "viaggiato" il segretario generale del Comune Gaspare Nicotri, e gli assessori Santi Cascone, Carlo Pennisi, Sergio Parisi e Giuseppe Marletta. «Per un devoto come me - ha detto quest'ultimo, assessore ai Lavori pubblici - è un'esperienza che sarà difficile dimenticare, oltretutto la partecipazione quest'anno è stata anche maggiore, essendo l'apertura dei festeggiamenti capitata di domenica».