Stromboli, o Iddu (lui, quello) come lo chiamano gli isolani.

Iddu perchè così non gli danno tanta confidenza, guardandolo anzi con diffidenza quasi a non disturbarlo o stuzzicarlo. Perchè, per chi non lo sapesse, Stromboli è il vulcano-maratoneta del pianeta: erutta con esplosioni ogni 5 minuti, ininterrottamente da milioni di anni. E' chiaro che ogni tanto, oltre a dare spettacolo s'incazza pure, e di brutto. Dal 1916 ad oggi ha prodotto cinque maremoti nelle sue acque. L'ultimo, quello più eclatante, alcuni anni fa che, stranamente, anzichè sulla Sciara riversò l'onda anomala sull'abitato di Ficogrande raggiungendolo dopo aver cirondato l'intera isola.

Ecco perchè lo chiamano Iddu. Ma ne hanno un immenso rispetto, perchè Iddu dà lavoro a molta gente, perchè Iddu è un instancabile artista che ogni sera replica il suo spettacolo per la gioia dei turisti paganti, per i suoi isolani che con quelle fontane di lava ci campano e infine per chi, come me, ne rimane tanto affascinato da dedicargli una pagina sul proprio sito.

Quella sera, dopo la cena a Ginostra al lume di candele illuminate soltanto dal rosso di un tramonto mozzafiato sull'arcipelago eoliano, la luna e il cielo stellato illuminavano a malapena la via alla barca che ci avrebbe portato alla Sciara do' Focu. Di fronte a noi la sagoma nera del vulcano, sulla sua testa la luna e il cielo stellato. Già uno spettacolo.

Non è finita, perchè arriva la Wanda Osiris delle Eolie: è lui, Iddu, che scende le scale con piume e pajette tutte di fuoco, concedendo interminabili bis.

Non ho potuto scattare foto per il movimento del natante, per l'emozione, per il buio e per i pochi secondi di luce a disposizione, ma ricordo benissino quello che mi disse Pippo, il capobarca: "Le foto compratele domani al tabaccaio, adesso goditi lo spettacolo!". E così ho fatto.

Da Catanese, ammetto che è stato vergognoso emettere numerosi Ooohhhh alle esplosioni di fuoco, al cielo illuminato di rosso da quei bagliori, alle fontane di lava alte centinania di metri che poi si riversavano a mare con rumori assordanti, considerato che il domicilio del sottoscritto si trova sotto un altro vulcano altrettanto famoso.

Però mi sono ritrovato quasi a casa: il colore rosso e nero della scogliera, la sabbia vulcanica che mi ricordava Li Cuti, le ginestre, la polvere scura sui balconi... e i baristi delle gelaterie stromboliane che, sentendo il mio accento, dicevano "ragazzi stamo attenti a come vendiamo i gelati, che sono arrivati gli intenditori!". 

Lo ammetto, cara Etna: l'altra sera ti ho tradito. Perù... lasciamelo dire,  davanti a quel mare e a quelle stelle che gli stromboliani conoscono bene, ... Iddu è indimenticabile.

Ti giuro, non lo faccio più.

Mimmo

agosto 2008

 

https://www.mimmorapisarda.it/2023/364.jpg

cenare a Stromboli (foto proveniente dal web)

 

 

 

 

 

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