“… e distillando sogni”

 

Dischi carichi di vento: i cantautori tra gli anni Sessanta e i Settanta


  Questa volta propongo un libro inconsueto, dal titolo strano: “… e distillando sogni”; il sottotitolo è “La poetica di Stefano Rosso”. Ora, che l’autore, Santino Mirabella, fosse eclettico lo sapevo. Che potesse stupire chi lo segue con iniziative originali  non è una novità. Ma un libro sui cantautori e in particolare su Stefano Rosso non me lo aspettavo.

   Ha ben due prefazioni questo libro, scritte da due miti della categoria: Claudio Lolli, che intitola il suo pezzo “The wind”; Franco Battiato, che ci racconta “Come nasce un cantautore”. Il primo ci parla di un vento che è metafora di cambiamento, di rinnovamento: “Siamo alla fine, meravigliosa, dei Sessanta e si an­nunciano gli ancora più meravigliosi Settanta. C’è del vento in giro e infatti arrivano dei dischi carichi di vento. Donovan, Catch the wind: acchiap­pa il vento, non fartelo scappare. Bob: The answer is blowing in the wind’. Allora non può non venire in mente la Ode to the west wind di P.B. Shelley e l’idea romantica dell’arpa eolica, una specie di costruzione materica che il vento fa suonare o risuonare…”. Il secondo conclude così le sue riflessioni su quella che si può chiamare l’età dell’oro dei cantautori : “Una grande determinazione e pochi soldi in tasca. Quale viatico migliore per un ragazzo di vent’anni che veniva dal Sud?”

    Sfogliando ancora, c’imbattiamo in una premessa, in cui Santino Mirabella ci racconta quei due mitici decenni di eccezionale fioritura dei cantautori (e non solo di loro), senza nascondersi che definire quell’epoca è impresa impossibile o quantomeno assai complicata: “In realtà non si può dire qualcosa di definitivo, fare punto e tornare a capo, convinti e contenti di avere finalmente, in qualche modo, definito l’indefinibile. Perché indefinibile fu veramente quel momento sto­rico che creò, o almeno pose le basi per creare, un fenomeno dai confini abbastanza chiari dentro la te­sta e il cuore del fruitore, ma difficili, assolutamente difficili da delineare con parole altrettanto nette e chiare”. Tutto ciò serve a collocare nella giusta cornice storica il protagonista del libro, Stefano Rosso, raccontando in modo affettuoso e accurato – attraverso citazioni, ricordi, foto, disegni, interviste – la storia di un cantautore fra altri cantautori, in una galleria che non registra assenze (e mi astengo dall’elencare nomi, perché non vorrei tralasciarne alcuno, fra quelli che vengono ricordati nel libro). L’autore lo introduce così: “In questo ambito, ai grandi cantautori si affiancava un grande musicista, un grande ‘poeta’, un grande chitarrista, un grande performer che aveva anch’egli in­trapreso la strada iniziale di cui si è detto, segnandola anche per qualche anno e poi via via inspiegabilmente (anche e soprattutto per sua scelta) ritiratosi in un’incongrua ombra; dalla quale però tutti potevano vederlo, se avessero voluto.

 

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Se lui stesso avesse forse voluto. Insomma, in questo fenomeno del cantautorato ita­liano, come si colloca un certo Stefano Rossi, in arte Stefano Rosso?” Una risposta Santino Mirabella prova a darsela, cercando di fornirci il ritratto a tutto tondo di un figlio di quei tempi e del suo percorso esistenziale e artistico: dall’incontro con la chitarra agli esordi di un trasteverino, un giovane autodidatta che pur senza studi musicali ottenne anche riconoscimenti importanti (come il diploma di merito al VI Concorso internazionale di Composizione chitarristica “Paolo Bersacchi”), passando per il successo e giungendo a quello che l’autore considera uno spartiacque, l’album Bioradiografie, “per il quale può parlarsi di ciò che c’era prima e ciò che vi sarà dopo; tra l’esplosione del successo, la gestione di esso e l’abbandono”. E poi il fingerpicking, i fecondi anni Ottanta, la stasi creativa dei Novanta, il recupero del 2001, il periodo dell’autoproduzione, la dismissione delle vesti di cantautore per indossare quelle di chitarrista, i nuovi guizzi d’autore negli ultimi anni di una vita intensa, conclusasi il 15 settembre 2008, lo stesso giorno – nota l’autore – in cui scompare Richard Wright, il tastierista dei Pink Floyd.

 

http://www.letteratu.it/2013/12/19/cantautori-che-passione-un-libro-di-santino-mirabella-dedicato-a-stefano-rosso-e-distillando-sogni-ed-aracne/

 

l'11 giugno esce nei negozi e online Reds, il primo disco di Andrea Tarquini. Ecco la sua presentazione:
 

Si tratta di un lavoro che rende omaggio alle canzoni di Stefano Rosso, il cantautore trasteverino scomparso cinque anni fa e col quale ebbi il privilegio di suonare quando ero poco più che un ragazzo.
Il disco è stao suonato dai migliori musicisti della scena acustica a cantautorale italiana....trai quali, solo per citarne alcuni, Beppe Gambetta alla chitarra acustica, Carlo Aonzo al mandolino napoletano, Luigi "Grechi" De Gregori autore della celebre "il bandito e il campione" che insieme a me apre il disco cantando nel primo brano, Luca Velotti mitico clarinettista di Paolo Conte, Serena Abrami talentuosa vocalist nota per i suoi successi a xfactor e poi Anchise Bolchi per anni violinista di Ligabue, e inoltre hanno partecipato molti trai musicisti che suonano stabilmente con Francesco De Gregori e, tra questi ultimi, sono particolarmente felice di menzionare Paolo Giovenchi che ha sapientemente curato la produzione artistica del disco. Etichetta del disco Enriproductions, distribuzione fisica Self, distribuzione digitale Believe Digital.
E' stata una bellissima esperienza ed un notevole sforzo produttivo che ci ha consentito di tenere sempre l'equilibrio tra innovazione degli arrangiamenti e rispetto per i brani originali. Un disco molto acustico.
Grazie all'impegno della produzione esecutiva, già in questi giorni sto iniziando la promozione che sarà radiofonica, televisiva, web e carta stampata.
Tra pochi giorni sarà online il mio sito 
www.andreatarquini.com e la relativa pagina facebook dove potrete leggere notizie sull'attività promozionale e più avanti su quella concertistica.
Preordini da Feltrinelli o nei vostri negozi di fiducia....il preacquisto online è già possibile su amazon ma a giorni potrete trovarlo anche su iTunes. Il disco contiene un inedito che si chiama "C'é Un Vecchio Bar", canzone che Stefano Rosso non ha mai inciso e nel packaging abbiamo allegato il manoscritto originale del brano gentilmente concesso dai familiari di Stefano Rosso ....manoscritto che ovviamente nell'acquisto online non c'è.

Torna a Roma il Premio dedicato a Stefano Rosso, indimenticato cantautore romano.

Giovedì 26 luglio, a Trastevere, la serata finale della 4ª edizione

Otto i finalisti in gara, ospiti Bob Brozman e le Hussy Hicks

Siamo giunti alla quarta edizione del Premio Stefano Rosso, premio musicale in ricordo del cantautore romano scomparso nel 2008. Si svolgerà anche quest’anno in quello che era il suo quartiere, Trastevere, nel cuore di Roma. La serata finale, prevista per il prossimo 26 luglio vedrà salire sul palco, allestito per l’occasione in Piazza Santa Maria in Trastevere nell’ambito della tradizionale Festa de’ Noantri, gli otto finalisti: Andrea Bultrini, Attilio Gabrielli, Beppe Frattaroli, Diego Mori, Domenico Imperato, Emilio Stella, Francesco Manfredi e Matteo Passante.

Giunti in finale dopo le selezioni presso il Forte Fanfulla (quartiere Pigneto), ognuno degli otto artisti si presenterà al pubblico con un proprio brano ed una personale interpretazione di una delle tante canzoni di Stefano Rosso.

Saranno ospiti speciali dello spettacolo di giovedì sera, le Hussy Hicks, solare ed energico duo di cantautrici-chitarriste australiane e Bob Brozman, il “Re della chitarra resofonica National”.

La giuria del Premio sarà composta dal comitato promotore composto da Stefania Rossi (figlia di Stefano che aveva scelto “Rosso” come nome artistico ma il suo vero cognome era appunto Rossi), Sergio Grazioli per il Municipio Roma I, Alessio Ambrosi per l’Associazione Culturale Armadillo Club, Andrea Carpi e il musicista Giovanni Del Grillo. Al Comitato promotore si affiancheranno Bob Brozman, Willy Davoli, Antonella Sciocchetti (Rai), Antonio Persia (Quanta Radio), Francesco Giannattasio (etnomusicologo), Gerardo Casiello (cantautore) e altri ospiti qualificati del settore.

Nella prima edizione del 2009 il vincitore fu Simone Avincola, nel 2010 Fabrizio Emigli (nella foto a fianco durante la premiazione) e l’anno scorso, terza edizione, a vincere fu il toscano Emanuele Bocci.

L’appuntamento per la finale di questa quarta edizione è per giovedì 26 luglio, ore 21.30 al centro del cuore di Roma. Ingresso gratuito.

http://www.lisolachenoncera.it/rivista/primi_piani/al-via-la-4a-edizione-del-premio-stefano-rosso/#.UA8tES5tAIM.facebook

 

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Addio a Stefano Rosso, cantò gli amici e lo spinello

 

Addio a Stefano Rosso cantò gli amici e lo spinello ROMA - Gli bastavano "due amici, una chitarra e uno spinello", e "la ragazza giusta che ci sta", poi tutto il resto non aveva importanza. Con queste battute, nella canzone Storia disonesta, Stefano Rosso aveva conquistato la popolarità negli anni Settanta. Ieri sera, all'età di sessant'anni, il cantautore si è spento nella sua Roma, dove era nato il 7 dicembre 1948. I funerali si terranno domani mattina alle 10 nella basilica di Santa Maria in Trastevere.
Cantante e chitarrista, vero cognome Rossi, l'artista faceva parte della scuola dei cantautori romani. E negli anni ha mantenuto uno zoccolo duro di fan: lo dimostrano i messaggi di affetto comparsi sul suo sito internet. Sulla homepage, una sua foto in bianco e nero e una frase tratta da una sua canzone, Il treno dei papaveri: "...e domani sereno volerò in braccio a Dio, tra i papaveri e il treno perché lì è il posto mio".
All'interno, su una pagina nera, uno spazio bianco dove lasciare un pensiero. Ha cominciato questa mattina la figlia Stefy che ha aperto le testimonianze d'affetto con un "grazie". In pochi minuti sono stati decine i messaggi inviati, come quello di Anna Rita: "Ciao Stefano, ero giovane quando tu eri giovane... tienimi un posto su quel treno".
E ancora: "Ciao Stefano, il tuo tempo, i tuoi sogni, le tue melodie non sono più di casa in quest'epoca. Ma io, giovane brufoloso dell'epoca, ti ricorderà sempre con leggerezza e quella nostalgia dolce e inafferabile come le tue poesie..." è il messaggio lasciato da Gianni, mentre Fenix ha scritto: "Addio compagno e compagnia dei primi spinelli di gioventù".

Stefano Rosso aveva debuttato nel 1969, in coppia col fratello nel duo Romolo e Remo, con la canzone Io vagabondo. Partecipò al Festival di Sanremo nel 1980 con L'italiano. Da ricordare, tra le sue canzoni impegnate, anche Odio chi e Bologna '77, dedicata a Giorgiana Masi, la ragazza uccisa a Roma, vicino al Ponte Garibaldi, durante una manifestazione.
( 16 settembre 2008 )

 

 

 

Stefano, scusa, avrei voluto esserci anch'io vicino a Manù. Perdonami se me ne sono accorto soltanto adesso.

Con te sono cresciuto, in quel Letto col numero 26 che abbiamo un po' tutti nella nostra anima e con la mia prima chitarra poggiata sul cuscino pieno delle tue note. Sapevo che eri malato e che non volevi si sapesse; ogni tanto ti venivo a visitare in rete per apprendere notizie ma averlo appreso cercando il file di "Allora senti cosa fo", credimi,  non è stato bello.

Ciao romanaccio che non sei altro, suonale ancora quelle bellissime canzoni che per eseguirle mi hanno fatto venire i crampi al pollice e all'indice, fai sentire anche lassù che significa fingerpicking. Deliziali!

A te dedico, carissimo amico di gioventù, questa pagina. 

Un abbraccio. Mimmo

set 2008

 

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I due LP portabandiera di Stefano, acquistati nel 1994 presso un negozio di dischi vintage al Centro di Roma,

dopo aver consumato i precedenti sul piatto del mio stereo.

 

L'ULTIMO MESSAGGIO DI  MANU' 

Manù, 18-09-2008 - 20:10

incredibilmente te ne sei andato.....lo sapevo....dicevo sono preparata....pensavo pensavo pensavo....ma adesso non penso piu...mi  guardo intorno ho questo grande vuoto dentro che non riesco a capire....avevamo parlato durante questi lunghissimi interminabili mesi di malattia ci scherzavamo sopra qualche volta. adesso che faccio ti ascolto...ma non mi basta....cazzo papa dove sei andato....che male che mi fa l'anima dentro....che grande illusione la vita....avevi ragione su tutto dall'inizio quando mi dicevi "Manù è inutile che insisti non puoi fare niente questa malattia e così tre mesi sei mesi lascia stà ", poi insieme qualcosa abbiamo fatto....abbiamo preso per il culo tutti quei brutti medici burloni che incontravamo durante tutto il tempo....avevi ragione su tutto....però volevi vivere vivere vivere a modo tuo che era il modo più bello e più semplice di tante ma tante persone che conoscono solo l'altro modo di vivere la vita, quello fatto di niente solo cazzate, gente povera dentro che fa finta di vivere, si sentono importanti dietro ad una scrivania, pensano di essere belli perche si vestono così, credono di essere colti perche sono laureati e poi pretendono subito il successo che non serve a niente nella vita vera quella che vivevi tu............come un Re che dominava il suo piccolo mondo antico di tutto, pensieri, proverbi, detti, poesie, canzoni, musica, musica musica tutta la musica del mondo che ho imparato ad ascoltare solo con te e poi non dimentichiamoci papà della testarella d'abbacchio che ti piaceva tanto, dello sport che hai continuato a fare anche quando stavi male....totò, il tuo edoardo, e la tua fantastica chitarra che continua a suonare nella mia testa da sempre. tu sei immortale lo sai nò? questo mio non è un pensiero scritto ma una piccolissima parte di te. ti amo e continuerò ad amarti ancora di più perchè sei e sarai sempe il mio mitico unico vero maestro di vita. ci vedremo tutte le volte che vorrai nei sogni, nei pensieri, nei gesti di mia figlia, la domenica a pranzo a casa mia, a natale pasqua e santo stefano io sto qui. mi raccomando adesso dove sei, prima di fargli capire come si vive dagli il tempo di capire come si fà non farti prendere subito dagli entusiasmi di una nuova fantastica vita, di tempo finalmente adesso ne hai tanto, cmq ti dico solo ciao papà perche tu sei qui con me e con tutti i tuoi amici simpatici che approfitto per ringraziare per tutti questi pensieri per mio padre che se la starà ridendo alla faccia di tutti quelli che stanno a rosicà 

....la tua MANU'

 

 

 

 

BIOGRAFIA

 

 

 

Stefano Rosso, pseudonimo di Stefano Rossi (Roma, 7 dicembre 1948 – 15 settembre 2008)

Impara a suonare la chitarra da un suo amico nel retrobottega di un fruttivendolo, sviluppando poi la sua cultura musicale nei night e nelle osterie. Il suo stile è piuttosto semplice, una voce caratterizzata dalla erre moscia ed il tono colloquiale, con testi ironici, dissacranti e spesso autobiografici e musiche che conciliano la canzone popolare romanesca con il country e il folk americano, spesso con arpeggi in finger picking molto elaborati e mai banali.

Inizia a suonare insieme al fratello, formando il duo Remo e Romolo; ed è sempre con il fratello che avviene il suo debutto discografico, con un 45 giri inciso nel 1969 con lo pseudonimo di "Arca di Noè", e pubblicato dalla Vedette (etichetta a cui viene presentato da Roberto Castiglione): i due brani si intitolano Io e il vagabondo e La bambina di piazza Cairoli, il disco però non riscuote successo.

Il duo pubblica l'anno successivo tre canzoni, Vecchio carillon, Il mondo è un circo e Così non va, in una compilation dell'etichetta; Stefano Rosso inoltre scrive per Miranda Martino Se il mondo cambiasse, su musica di Roberto Gigli, pubblicata su 45 giri nel 1970.

Inizia quindi ad esibirsi da solo, e nel 1974 scrive due sue canzoni, C'è un vecchio bar nella mia città e Valentina, che vengono interpretate da Claudio Baglioni nel programma televisivo Ritratto di un giovane qualsiasi trasmesso nell'agosto 1974; Baglioni non inciderà mai su disco queste due canzoni, e del resto lo stesso Rosso pubblicherà solo Valentina qualche anno dopo nel disco Bioradiofotografie.

L'anno successivo partecipa come chitarrista fisso alle cinque puntate della trasmissione Alle sette della sera, condotta da Gianni Morandi ed Elisabetta Viviani, che va in onda dal 16 aprile al 17 maggio 1975 su Raidue (da quest'esperienza nasce la canzone Milano, che inciderà su disco 5 anni dopo).
Finalmente nel 1976 l'RCA Italiana pubblica il suo 45 giri Letto 26, che partendo da una sua degenza in ospedale (al letto 26) per una tonsillitectomia racconta la sua vita a Trastevere, in via della Scala (dove all'epoca Stefano Rosso abitava), e che riscuote un discreto successo; pochi mesi dopo viene pubblicato Una storia disonesta, in cui, in un racconto ironico e divertente post-sessantottino, faceva capolino, forse per la prima volta nella canzone italiana, lo spinello:

« Che bello, due amici una chitarra e uno spinello... »
(Una storia disonesta)

L'album che segue di poco (a gennaio del 1977) prende il titolo da questa canzone, ed ha un discreto successo; contiene canzoni come La banda degli zulù, Anche se fosse peggio, ovviamente Una storia disonesta e Letto 26 (ma non il retro del 45 giri, Ci siamo ancora noi, che rimarrà inedito su LP).

Sempre nel 1976 Mia Martini interpretò il suo brano Preghiera (Rosso la inciderà solo vent'anni dopo).

Dopo Una storia disonesta che lo portò a ricevere nel 1977 il telegatto di Sorrisi e Canzoni incise ...e allora senti cosa fò , in cui, oltre alla canzone omonima, vi è una rilettura con un testo diverso di Letto 26 e altre belle canzoni come Odio chi e Bologna '77 dedicata a Giorgiana Masi, la ragazza uccisa il 12 maggio 1977 durante una manifestazione del Partito Radicale a Roma. Una curiosità: in un brano, C'era una volta... e ancora c'è, canta nei cori Ivano Fossati.

Entrambi i primi due dischi sono prodotti da Antonio Coggio, collaboratore storico nonché autore di molte musiche dei primi dischi di Claudio Baglioni.

La canzone Odio chi viene presentata in televisione con il testo completamente cambiato nel corso del programma Odeon. Tutto quanto fa spettacolo, ed in quella versione (che non verrà mai pubblicata) diventa Odeon chi.

Il 1979 è l'anno di Bioradiofotografie, con la collaborazione di Gianni Marchetti, musicista autore di molte musiche per Piero Ciampi, ed in copertina sul retro l'attrice Michela Miti; l'album viene  praticamente boicottato dalla RCA, nonostante molti brani validi (come Ragazza sola e Lettera a un pulcino, bella canzone dedicata alla figlia più piccola Manu, la più grande si chiama Stefania), fatto questo che causò le ire e la rescissione del contratto con la casa discografica da parte di Rosso.

Nel 1980 partecipò al Festival di Sanremo con L'italiano, inserito nell'album Io e il signor Rosso pubblicato dalla Ciao Records, insieme a canzoni come Quello che mi resta, Per male che gli vada e Quando partì Noè (canzone, quest'ultima, scritta da Stefano Rosso per uno spettacolo del gruppo di cabaret La Smorfia, con Massimo Troisi).

 

Seguirono altri due dischi, Vado, prendo l'America e torno e Donne.
Con questi due ultimi album, il suo successo si ridusse e, anche a causa di una crisi dovuta a una delusione amorosa, si arruolò nella legione straniera; dopo un paio di anni ritornò e incise nel 1985 per la Polygram Stefano Rosso, partecipando al Disco per l'estate con il brano Bella è l'età.

Nel 1987 viene pubblicato su 45 giri Com'è difficile, e nel 1989 esce l'album Femminando, con poco riscontro di pubblico.

La RCA pubblica nel 1997 Miracolo italiano, una raccolta con tre inediti, mentre nel 2001 Il meglio racchiude nuove versioni delle sue canzoni più famose oltre che alcuni inediti e la già citata Preghiera incisa nel 1976 da Mia Martini.
Negli ultimi anni Stefano Rosso riprese a fare concerti e a pubblicare dischi, spesso live o strumentali per chitarra acustica; da segnalare la particolarità del cd Live at the station registrato nel 1999 in una sala d'aspetto di una stazione.

Gli ultimi lavori dell'artista, con la produzione di Antonella Orsaja, sono stati Fingerstyle guitar e Live at the Folk Studio del 2003, Banjoman del 2004, Lullaby of birdland del 2006, Mortacci del 2007 e Piccolo Mondo Antico del 2008.

Nel 2005 la ska band Arpioni ha ripreso insieme a Stefano e a Tonino Carotone il pezzo Una storia disonesta nel disco Malacabeza: il pezzo è stato programmato nei maggiori network radiofonici ed ha così vissuto una seconda stagione di notorietà.

Stefano Rosso muore a Roma il 15 settembre 2008 all'età di quasi sessanta anni; i funerali si sono svolti il 17 settembre alle ore 11 nella chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Giordano Sangiorgi, organizzatore del Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, lo stesso giorno annuncia che il M.E.I. dedicherà, a partire dall'edizione dello stesso anno, un premio alla memoria di Stefano Rosso per un giovane talento musicale.

 

 

 

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DUE POESIE DI LUIGI CAVALLONE DEDICATE A STEFANO

Stefano Rosso

Quante persone questo pomeriggio

Venute a renderti omaggio,

tanti altri non sono qui fisicamente

ma con il pensiero dicono presente.

Sarà l’emozione del momento,

o il clamore dell’evento,

a spingerci in questo centro,

Però tutti noi,ti portiamo dentro.

Non credevi di aver lasciato questo

con quattro note ed un accordo disonesto,

pensavi forse che il seguito si perde

non immaginando questo prato verde.

Ti eri fatto un po’ da parte

perché è cambiata quest’ arte,

non si segue chi esprime di cervello,

ma chi fa più bordello.

Avevi spostato il tuo pensiero

Per la famiglia,ne andavi fiero,

compreso gatti e cani

a cui cantavi versi strani.

Qualche concerto con il banjo,

il caffe al bar da Sergio

ove chiacchieravi con amici di vecchia data

sulle cose della vita,specie la passata,

una capatina al giardinaggio,

per coltivare qualche ortaggio.

Oggi siamo per te e tu in noi

Perché non si cancelleranno mai,

lo stile da uomo onesto,

le canzoni e tutto il resto.

Se ogni pensiero vola,

segue la tua ultima parola:

“vado in braccio a DIO,

perché là,è il posto mio.

 

Profondo.. Rosso

Sig. Presidente,

le sembrerà strano,ma sono l’Italiano,

del piccolo mondo antico,l’ultimo Romano.

Via della scala,sta sempre là,

ed io dal letto 26,malato d’amore sto,

allora senti cosa fò:

Me ne vado per un po’,

nella leggione straniera per dimenticare Valentina

e per la libertà..e scusate se è poco.

Vado,prendo l’America e torno,

a me mi piace vivere alla grande ed odio chi

ha una storia disonesta,come la banda degli zulù.

Me ne sto all’osteria del tempo perso,

quella dei tre fratelli,

perché con America e Alì Babà, non gioco più.

Grazie a Dio,il colpo di stato non ci sarà,

per male che gli vada,i malati del far west non spareranno,

neanche gli indiani ci sono più.

Quanno c’era mi nonno,

alla casa di Silvia,vicino a S.Maria in trastevere,

si prendeva pane e latte,v’erano rose e gabbiani,

la barcarola trasteverina,

portava gli innamorati,quando la luna brillava.

Negli occhi dei bambini,il circo,

con il mago e la ballerina,

quanti anni d’amore,

tra Roma Romani e Romanisti.

Domani è un altro giorno ed il sole si nasconde

ed anche se fosse peggio,

io per quello che mi resta,nella via del tempo,

vado tra le nuvole,in braccio a DIO,

perché quello è il posto mio.

 

 

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Ci fu un periodo della sua carriera nel quale Stefano Rosso non era più ultra popolare come un tempo, un po' andava fiero del fatto di continuare a fare molti concerti chitarra e voce come al Folkstudio, un po' ovviamente soffriva di questa situazione.

Poi ogni tanto accadeva qualche incidente di percorso tipo:

- Ciao, me fai "ammazzate oh"?

- No, guarda non sono io quello.

- E dai su, famme "ammazzate oh"!

- Ma no, t'ho detto che non sono io, non è mia!

- E dai su fammela!

- Ao, vaffanculo!!

Questo piccolo aneddoto Stefano lo raccontava spesso durante i concerti ma poi ovviamente chiosava riconoscendo tutti gli omaggi dovuti all'autore di Ammazzate Oh.

Mi sono spesso chiesto se a Luciano Rossi fosse mai accaduto qualcosa di simile, magari con qualcuno che gli chiedeva di cantare Letto 26, ad ogni modo oggi se n'é andato dal mondo terreno. Ha scritto in vita alcune ottime canzoni tra le quali "Se mi lasci non vale" e spero che qualcuno se ne ricordi.

Andrea Tarquini

 


Discografia

 

 

 

LP / CD

 

 

1977 - Una storia disonesta (RCA) -LP - (1998 in CD)

Manù / Non gioco più / La banda degli Zulù / Il circo / Pane e latte / Una storia disonesta / Girotondo / Letto 26 / Basta un'ora sola / Compleanno / Anche se fosse peggio

1978 - E allora senti cosa fò (RCA) - LP

Colpo di stato /Libertà... e scusate se è poco / ... E allora senti cosa fò / Reichiana / E intanto il sole si nasconde / Odio chi / L'osteria del tempo perso / C'era una volta (e ancora c'è) / Bologna '77 / Domani è un altro giorno / Letto 26 (Seconda parte

1979 - Bioradiofotografie (RCA) - LP

...Ma niente più / Se mai dovessi... / La rosa e il gabbiano / Valentina / Quando la luna / Ragazza sõla / Passeggiata / Canzone per chi / Tre fratelli / Lettera a un pulcino

1980 - Io e il sig. Rosso (Ciao Records) LP

Quando partì Noè / Ma dove andiamo / Banjorosso / L'italiano / Per male che gli vada / Grazie a Dio / Milano / Quarant'anni / Quello che mi resta / Metro's rag. / Quando partì Noè (finale)

1981 - Vado, prendo l'America...e torno! (Lupus) - LP

Volo (intro) / Vado / Quella notte che Bessie cantò / Lilly del West / 12 years old / Charles-tema di Charles / Amerika / C'era una volta... forse due / Lili's rag / Malati di Far West / Lucky Dallas / Volo (autro) 

1982 - Donne (Lupus) - LP

Come te / Annetta di Milano / La casa di Silvia / Rosalita / Dora dance / Donne / Via del Tempo / Angelita / Ma se vedo... / Gina blues / La ragazze di Buffalo

1983 - La chitarra fingerpicking di Stefano Rosso (Lupus,) - LP

Blues for Gary / Castles of Scotland / Lady Madonna / Blind lemon blues / Chimes of love / Buffalo gals / Polka choro / Fire on the hill / The entertainer / Feet flat / Blues / American's Tracy / Nashville rag / Preludio n.2 / The piper
(Brani strumentali)

1985 - Stefano Rosso (Polydor) - LP

Bella è l'età / Dove vanno i ragazzi / Hey! Cos'è? / Il mago e la ballerina / Black mountain special / La nave va / Il poeta / Hey! Dimmi tu / Ma dove vanno / Ancora una canzone

1989 - Femminando (Interbeat) - LP

Femminando / Roma city blues / Tutta colpa della musica / Resta cu'mme / Ma che ne sanno / Danza / La pasticca / Sportin' life blues

1997 - Miracolo italiano (RCA/BMG) - CDMiracolo italiano(*) / I fiori del male(*) (°) / (Lo spinello) Una storia disonesta / Odio chi / Canzone per un anno(*) / E allora senti cosa fò / Letto 26 (Via della Scala) Parte I / Compleanno / Colpo di stato / Quando la luna / Reichiana / Anche se fosse peggio / Bologna 77 / Libertà... e scusate se è poco / Passeggiata / Letto 26 (Via della Scala) Parte 2

 

2001 - Il meglio (Duck Records) - CDIl circo / Letto 26 / Pane e latte / Libertà... e scusate se è poco / Preghiera / Una storia disonesta / Nuvole / ... E allora senti cosa fò / Quando nonna... andava col tranvai / Odio chi / Neurologico reggae / Malati di far west / Ragazza sola / Canzone per un anno / Calipso

 

2003 - Fingerstyle Guitar (Red & Black Music) - CD

Blues for Gary / I got rhythm / Lullaby / Ballroom / Angel eyes / Blind lemon blues / Orientale / Cielito lindo / Galopeira / Nashville rag

2003 - Live at the Folk Studio (Red & Black Music) - CD

Canzone per un anno / Gli occhi dei bambini / Letto 26 / Gina Blues / Neurologico Reggae / Lady tonight / Vado via / Nashville rag / Galopeira / Compleanno / I got rhythm / Una storia disonesta

2003 - Live at the station (Red & Blcak Music) - CD92)

2004 - Banjoman (Red & Black Music) - CD

Metempsicosi / Via della Scala / Quanti anni d'amore / E-mail al presidente / Gli occhi dei bambini / Cripple Creek / Blowin' in the wind / Candyman / Scarborough 
fair / Deep River blues (Folk Studio 7/12/1992)

2006 - Lullaby of birdland (Red & Black Music) - CD

Lullaby of birdland / Don't get around much anymore / I got rhythm / Here there & everywhere / When i'm 64 / Dizzy girl / Lullaby / Cromatico rag / Angel eyes / Blind lemon blues / Bumble bee / Orientale

2007 - Mortacci (Red & Black Music) - CD

Mortacci / Il treno dei papaveri / Dio c'è / Il poeta stanco / Mamma Jole / Ballantine / I fiori del male / Giordano Bruno

2008 - Piccolo mondo antico (Red & Black Music )

Amerika & Alì babà / Twilight / Piccolo Mondo Antico / Zia Carlotta / S.Maria in Trastevere / Barcarola Trasteverina / Parlato / L' Urtimo Romano / Quanno c'era mi' Nonno / Roma, romani e romanisti



45 GIRI

 

 

1969 - Io e il vagabondo/La bambina di piazza Cairoli - (Vedette, VVN 33176; pubblicato come L'Arca di Noè)
1976 - Letto 26/...ci siamo ancora noi (RCA Italiana, TPBO 1210)
1977 - Una storia disonesta/Anche se fosse peggio (RCA Italiana, PB 6001)
1978 - E allora senti cosa fò/Odio chi (RCA Italiana, PB 6136)
1979 - Ma niente più/Ragazza sola (RCA Italiana, PB 6344)
1980 - L'italiano/Quarant'anni (Ciao Records, 508)
1981 - Vado/Charles (Lupus, LUN 4921)
1981 - Scimmia (Collage)/Amerika (Lupus, LU 2901)
1982 - Come te/La casa di Silvia (Lupus, LUN 4938)
1985 - Bella è l'età/Remember I Love You (Jim DIAMOND) (PolyGram, AS 5000 700)
1987 - Com'è difficile.../Gira il mondo (Silver Records, LC 10004)

 

 

 

La “storia disonesta” di Stefano Rosso, due amici, una chitarra e uno spinello

 

Non era il 77 né il 68, ma solo il 1976 e la casa di Stefano Rosso “sembrava il parlamento, erano in 15 ma mi parevan 100”, si stava stretti tra il salotto e il corridoio e un motivo c’era, “si discuteva sui problemi dello stato, si andò a finire sull’hascish legalizzato”. E’ l’inizio di una Storia disonesta, la canzone che rese celebre Stefano Rossi alias Stefano Rosso, scomparso due giorni fa.

Cantautore romano dal tono scanzonato e ironico, mischiando folk americano e tradizione romanesca, è stato uno dei tanti passati per il Folkstudio ad alimentare le file della leggendaria scuola romana, che aveva ottimi allievi come Gaetano, Pietrangeli, Locasciulli, De Gregori, Marini, ma nessun maestro, solo il palco del locale di Trastevere.

Stile semplice e immediato, per niente cupo o arrabbiato (anche se scrisse una canzone per l’assassinio di Giorgiana Masi), libertario e fricchettone, erre moscia e un rosso sempre addosso: foulard, collanina, bracciale, un marchio solare che gli è rimasto impresso.

Nel 1976 riuscì nell’impresa di non vedersi censurato un ritornello così esplicito come “che bello, due amici una chitarra e uno spinello”, con cui aveva vinto persino un Telegatto. Eppure dentro quella sensazione casalinga di libertà e leggerezza, Stefano Rosso aveva infilato con garbo e ironia la storia disonesta di un padrone di casa di sinistra che preferiva il giradischi alla chitarra e buttava fuori di casa quei 15 compagni che gli sembravano troppi, con la scusa “dell’opinione e della reputazione, del ritegno e dello sdegno”, tutto per tornare a fumare da solo (con il fumo nascosto in cucina) e una donna che ci stava.

Era l’ironia di un cantautore senza zavorre ideologiche, che cantava “Valentina che su una chiappa aveva scritto Libertà”, ma anche la solitudine “poi ti svegli un mattino e non ti trovi più là, per seguire il destino, mille donne e due sogni, e un po’ di libertà“(”Vado via“).

L’esordio in coppia con il fratello nel 69, poi gli spettacoli da soli tra i locali e le osterie, nel 1974 le prime canzoni concesse agli altri, a cominciare da Claudio Baglioni che alla scuola romana aveva sempre strizzato l’occhio, e poi Mia Martini. L’esordio con la RCA col singolo “Letto 26“, la degenza dal suo letto pensando alla sua Trastevere, poi i dischi con Antonio Coggio collaboratore storico di Baglioni e l’immancabile San Remo.

Scemata la popolarità, trovò persino il tempo per arruolarsi nella legione straniera, per due anni, a causa di una delusione amorosa. Poi tornò a incidere e a suonare le sue storie disoneste.

http://contentistheking.wordpress.com/2008/09/18/riformista-storia-disonesta-stefano-rosso/

 

 

 

 

E morì un giorno che non so... e i suoi bei sogni mi lasciò...

 

 

Ciao Stefano.

 

 

 

MEDLEY ........ DE LASSU'