"Chi non ride mai non è una persona seria» amava dire Charlie Chaplin. La sua maschera ha accompagnato le risate di diverse generazioni del Secolo breve; oggi la sua ironia è archiviata sul web, alla portata di tutti. Ma non tutti, per quanto disposti a riconoscere la grandezza dell'ironia dolente di Charlot, sono altrettanto disponibili ad ammettere che il riso sia un fatto umano, felicemente umano, talmente umano da avere spinto Aristotele, secoli prima, a sostenere che anche la capacità di ridere ci distingue dagli animali. Su una lunghezza d'onda non toppo distante Oscar Wilde scriveva che «l'umanità si prende troppo sul serio» e aggiungeva, da libertino lungimirante, che proprio questa difficoltà di sdrammatizzare usando l'arma dell'ironia sia «il peccato originale del mondo».

 

 

FOTO CARNEVALE DI ACIREALE 2018

 

 

 

La capacità di ridere di sé e dei propri simili, comunque, è alimentata dalla voglia di farlo e questa diventa happening collettivo nei giorni del Carnevale, quando il mondo si concede il sapore della trasgressione mettendosi in maschera, ribaltando i ruoli e prendendo in giro i simboli sacri del potere. Prima di tornare all'ordine e alla continenza della Quaresima.

In un passato non troppo lontano i momenti di furioso divertimento o semplice spensieratezza (soprattutto in Paesi dalla forte identità cristiana) hanno rappresentato una valvola di sfogo importante capace di evitare che la gente, in condizioni di estrema povertà, potesse dare luogo a rivolte vere e proprie. Il disagio sociale, insomma, veniva «ritualizzato» attraverso le maschere e messo in scena e il Carnevale, festa allegra e divertente, dissoluta e trasgressiva consentiva di assumere, protetti dall'attimo fuggente del gioco collettivo, atteggiamenti e posizioni non tollerati in altri contesti.

La gioia di mettersi in maschera era anche dettata dalla necessità di mascherare pensieri e parole altrimenti improponibili in società estremamente gerarchizzate e in cui la mobilità sociale era poco più di una chimera. Tra le maschere italiane più conosciute, capaci di portare folle festanti sul terreno della rivolta simbolica, ci sono Arlecchino, Colombina, Pulcinella. Oggi altri personaggi ispirano i nostri travestimenti e affollano il nostro immaginario: veline, calciatori, personaggi dei videogiochi, «eroi» dei nostri giorni che, per dirla con Manuel Vasquez Montalban, hanno «usurpato il ruolo degli dei che in altri tempi guidarono la condotta degli uomini, senza arrecare conforti soprannaturali, ma soltanto la terapia dell'irrazionale». Carnevale contiene questa irrazionale euforia e la lascia esprimere per le strade. Ma innocua e felice. La spensieratezza della gente che va per vie e piazze vere divertendosi, resta un toccasana e in periodi come il nostro, in cui la rabbia cresce anche per effetto della crisi, è bene restituire al Carnevale il sapore sano della risata irriverente verso i ruoli che ciascuno ricopre, ma rispettosa dell'umanità che tutti accomuna.

 

Carnevale di Acireale - Benvenuti

  

 

 

 

 

 

 

23/02/2014 La Sicilia 24.2.2014

 

 

Pulcinella, Pantalone e Arlecchino. i volti di un'Italia unita e divertente

 

Il Carnevale è il periodo di festa tra l'Epifania e il digiuno quaresimale. Per molto tempo si è creduto che l'origine del termine Carnevale derivasse da «carnem levare», ovvero prepararsi al digiuno quaresimale. E il fatto che per 40 giorni si dovesse digiunare per fede e per prepararsi alla Pasqua, doveva risultare non poco pesante per un popolo che già il digiuno lo faceva «forzatamente» per tutto l'anno.. Il giorni più intensi del periodo di Carnevale sono il giovedì e il martedì «grasso».

In Italia ci sono dei Carnevali famosi e celebrati che ogni anno attirano migliaia di visitatori nelle città che ne sono il teatro. Su tutti Venezia e Viareggio, ma non solo. Durante i giorni del Carnevale, in queste città, si festeggia con maschere, carri che raffigurano personaggi famosi, coriandoli e stelle filanti.

Tutta Italia però fa festa e le maschere danno il tono a questa esplosione di allegria collettiva. Pulcinella è tra le più famose: nato a Napoli, ha umore mutevole, pauroso e poco affidabile. Si caccia spesso nei guai e per uscirne usa ogni mezzo a disposizione. L'unico suo affanno è procurarsi il cibo, per il quale è disposto a raccontare bugie, rubare e farsi prendere a bastonate.

Pantalone ci porta a Venezia. Mercante ricco, avaro e pedante piange miseria ed è alla costante ricerca di soldi. I suoi servi patiscono la fame e ha la strana abitudine di cacciarli proprio quando è il momento di mettersi a tavola.

Arlecchino nasce in uno dei quartieri più poveri di Bergamo, è un servo ingenuo e credulone e per non mettersi nei guai non esita a ingannare, tradire, raccontare bugie e fare dispetti, mentre Brighella che nasce nei quartieri ricchi di Bergamo, è anche lui un servo dalla proverbiale capacità di brigare.

  

La Sicilia 23/02/2014

 

 

Il Carnevale è sempre stato e sempre sarà il sinonimo della licenziosità, del divertimento estremo, dello sfarzo nel gioco, nel travestimento e nella tavola.
Anticamente i festeggiament
i legati a questa manifestazione profana e folcloristica duravano più di un mese, a partire dal giorno seguente l'Epifania e fino al giungere della più triste ed austera Quaresima, ma dopo il terremoto dell'undici gennaio 1693 la durata della festività incominciò ad esser ridotta ed attualmente essa dura una settimana da anteporre alla Quaresima che essa anticipa.
Da sempre la festa ha rappresentato lo specchio delle condizioni sociali, politiche e civili dei tempi, nonché tempio e massima rappresentazione della trasgressività.
Il termine utilizzato per designare la festa si ricollega a quello latino "Carnem Levare", cioè al divieto ecclesiastico di consumare carne durante il periodo quaresimale.
Le origini della festa pagana per eccellenza sono antichissime: il periodo in cui si svolge fa pensare alla festa ateniese a sfondo dionisiaco delle Antesterie (fine di febbraio), quella ellenistica che si basa sulla processione del carronave di Iside che anticamente si svolgeva agli inizi di marzo e soprattutto ai Saturnali latini

 

https://www.mimmorapisarda.it/2021/90.jpg

 

Il Carnevale acese ha origini antichissime. Come la tragedia greca, che secondo Nietzsche nacque dallo spirito della musica, si pensa che la manifestazione sia nata spontaneamente e venne ripetuta negli anni.

Il primo documento ufficiale che cita la manifestazione è un mandato di pagamento del 1594

Nel 1880 iniziarono le sfilate dei carri allegorici successivamente costruiti con la cartapesta perché in città vi erano molti artigiani che già utilizzavano questa tecnica per decorazioni.

Nel 1930 vennero introdotte le macchine infiorate, mentre risale al 1934 la prima edizione del Numero Unico. Nel secondo dopoguerra vi sarà la introduzione dei minicarri abbandonata alla fine degli anni Sessanta. Cola Taddazzu e Quadaredda, ai quali successe il popolarissimo Ciccitto (l'indimenticato Salvatore Grasso) furono alcuni dei personaggi più famosi.

 

CARNEVALE 2024 A BELPASSO - etnalife

 

Negli anni la figura dei carristi ha sospinto ed aumentato il valore artistico della manifestazione.

Questo l'elenco dei carri allegorici in concorso: associazione Scalia-Fichera «Fateci Spazio»; associazione Scalia- Fichera «Ciò che ci nutre ci distrugge»; associazione Principato Mario «Shock economy»; associazione Messina «La Repubblica delle bufale»; associazione Belfiore-Di Paola «Le sinistre ossessioni del Cavaliere»: associazione Coco «Onda anomala»; associazione Principato «Crazy Love»; associazione Ardizzone«Sopra la banca la capra campa, sotto la banca la capra crepa».

Questi i carri infiorati in concorso: associazione Urso «Come se fosse un gioco…»; associazione Gli antichi maestri dei fiori «La Macchina»; associazione Immagini Floreali «Le Burlesque»; Impresa Riolo Francesco «2 pesi e 2 misure»; associazione Arte e Cultura Cavallaro Paolo G. «La vita è bella»; associazione Bonanno«Pesca grossa»; associazione Cavallaro Orazio «Una lacrima sul viso»: associazione Trovato Felice - Sebastiano «Oltre ogni limite».

 

La Sicilia 23/02/2014

 

 

Carnevali più belli di Sicilia

CARNEVALE DI ACIREALE 2020

foto by Francesco Raciti

 

Le prime notizie storiche certe sul Carnevale siciliano risalgono al 1600 e riguardano la città di Palermo e, col passare degli anni, la ricorrenza assunse sempre più sfarzo nella preparazione degli addobbi, dei costumi e delle maschere e potere sul desiderio collettivo di evadere dalla routine e dal quotidiano.
 Anticamente in Sicilia si poteva assistere a delle danze particolari, come quella "degli schiavi" durante la quale i partecipanti, travestiti appunto da schiavi, ballavano per le strade pubbliche al suono di antichi strumenti turchi come i tamburi, o la così chiamata "Balla-Virticchi" per la quale i partecipanti si travestivano da pigmei e trattenevano il popolo.
Tra le maschere siciliane più caratteristiche del passato occorre decisamente ricordare quelle dei "Jardinara" (giardinieri) e dei "Varca" note soprattutto nella provincia di Palermo e quelle dei "briganti" e quella del "cavallacciu" note soprattutto nel catanese.

 


Tra le altre maschere tradizionali del passato si possono ricordare quelle che servono da parodia ai maggiori esponenti delle classi sociali cittadine: si hanno così le innumerevoli rappresentazioni dei "Dutturi", dei "Baruni" e degli "Abbati".
Si può citare, ancora, la vecchia maschera della "Vecchia di li fusa" presente anticamente nella Contea di Modica. Si tratta di un travestimento per diventare, attraverso l'uso di una gonna sgualcita, un mantello che si annoda al collo ed un velo che parte dal capo, il simbolo della prossima morte del Carnevale.
Anche il fasto culinario legato al Carnevale è un degno segnale dell'abbondanza della ricorrenza: durante questa settimana si fa largo uso di sughi di carne e di pietanze elaborate, come i "maccheroni al ragù" (pasta in casa preparata con 500 grammi di farina e qualche uovo e condita, appunto, con il ragù preparato con cotenna di maiale e spezie) e l'antico "Minestrone del giovedì grasso" preparato nella Contea di Modica (prevede di unire non solo le classiche verdure come le patate, le fave secche sgusciate, una cipolla, prezzemolo, sale e pepe, ma anche il lardo di maiale privato di cotenna e tagliato a cubetti), di dolci ricchi come le "Teste di Turco" (delle frittelle dolci ripiene di crema ed uva passa prodotti a Modica - Rg -) e dolci meno elaborati come la "Pignoccata" (dolce preparato impastando farina, tuorli, zucchero ed un pizzico di sale; l'impasto così preparato è tagliato in tocchetti successivamente fritti in sugna bollente, sgocciolati e decorati con miele allentato con acqua d'arance e spolverati di cannella spellata; il dolce prende questo nome perché assume la forma di pigna).
Ultimo aspetto legato alla festa in questione riguarda alcune antiche tradizioni che, purtroppo, oggi non hanno più la stessa forza e lo stesso fascino del passato.
Si sta parlando, ad esempio, dell'antica abitudine di raccontare indovinelli in dialetto, spesso apparentemente lascivi e ricchi di doppi sensi ma che spesso avevano una soluzione più ingenua di quello che poteva sembrare.
Attualmente l'abitudine di festeggiare il Carnevale è ancora molto sentito in tutta l'isola. Molte sono le feste organizzate dai privati, ma ancora più numerose sono quelle organizzate in forma pubblica e che possono vantare una secolare tradizione.

 

Carnevale 2024 Misterbianco

 

PHOTOGALLLERY RACITI 2024

 

 

Era in voga il detto “cannalivari tutti li festi fa turnari”.

Il primo proverbio era quello che sanciva l’inizio ufficiale della festa: “doppu li tri re, tutti olè”, dopo l’epifania era già carnevale e la festa durava fino al mercoledì delle Ceneri.

 I quattro giovedì precedenti la festa vera e propria erano detti: “lu joviri di li cummari cu ‘un avi dinari s’impigna lu falari”, era il giorno in cui non si poteva fare a meno di invitare la comare (la madrina di battesimo o cresima).

 Il secondo giovedì di festa era dedicato invece agli inviti tra i congiunti, era infatti diffuso il detto: “lu joviri di li parenti cu ‘un avi dinari si summa li denti”, cioè si ripulisce i denti non avendo nulla da spendere e quindi mangiare.

 “Lu joviri di lu zuppiddu cu’ ‘un si cammarra è peggiu pi iddu” era il terzo giovedì precedente la festa vera e propria: lo “zoppetto” era una delle tante personificazioni del diavolo, che aveva il compito di pervertire gli uomini mediante la voluttà, l’allegria e la spensieratezza, il termine “cammarsi” equivaleva a significare mangiare grasso con l’obbligo di darsi alle grandi abbuffate.

 L‘esigenza di trascorrere il carnevale con tutta la famiglia è testimoniata anche dal proverbio “Natali e Pasqua ccu cu voi ma li sdirri falli ccu li toi”. Il termine “sdirri” corrispondeva all’ultimo giorno di carnevale

 

 

Carnevale di Adrano 2024

 

CARNEVALE DI ACIREALE 2017

 

 

 

 

Iniziando una carrellata delle varie manifestazioni presenti in tutta l'isola, si può parlare dei festeggiamenti attuati a Palazzolo Acreide - Sr -. Qui il Carnevale si festeggia per sei giorni di seguito attraverso le sfilate di carri allegorici, la partecipazione delle tipiche maschere siracusane come i "cuturri", vari veglioni e grandi abbuffate a base di "Cavatieddi" (un tipo di pasta condita con il sugo di maiale), la salsiccia ed il crostino di trota. Qui il carnevale è all'insegna della spontaneità e del coinvolgimento totale di tutta la cittadinanza che degnamente contribuisce alla riuscita dell'unica rappresentazione, nel suo genere, in tutta la provincia siracusana.

 

CARNEVALE 2024 A BRONTE - etnalife


Sempre in prossimità della città di Modica - Rg -, si trovano le città diMonterosso e Giarratana. Qui le maschere di Carnevale del passato più rappresentative erano quelle dei " 'Nzunzieddu", cioè insudiciati, maschera così chiamata perché chi la impersona ha il viso sporco di fumo e terra rossa. Conoscere le origini di questa ricorrenza cittadina è un'impresa ardua, come del resto per molte altre città isolane, ma sicuramente l'evento va ricordato perché il coinvolgimento del pubblico è totale e perché si possono ammirare numerosissime maschere.
Un'altra festa di Carnevale si attua nella città di Termini Imerese - Pa -. Anche qui si attua la sfilata dei carri allegorici che rappresentano una satira dei vari personaggi del mondo della politica e dello spettacolo, balli vari ed il rogo dei due fantocci del "nannu" e della "nanna", evento che sancisce la fine dei festeggiamenti e dell'allegria.
CARNEVALE DI SCIACCA 2024, ECCO IL PROGRAMMA – Comune di Sciacca

Successiva interessante manifestazione siciliana del Carnevale è "Il Mastro di Campo", una pantomima che si svolge nella pubblica piazza e che coinvolge tutta la città di Mezzojuso - Pa -. L'evento ha delle origini antiche visto che la sua esistenza è attestata sin dal XVII secolo e prevede che un figurante abbia il volto coperto da una maschera rossa e che cerchi di conquistare la sua amata regina arroccata nel suo castello. Per alcuni l'evento ricorda Bernardo Cabrera che, nel 1412, scalò il Palazzo Steri a Palermo per conquistare Bianca di Navarra, la regina che egli amava. In realtà il paragone presenta delle incongruenze storiche perché nella realtà la regina non ricambiava tali sentimenti. Tale pantomima tragicomica prevede, inoltre, l'intervento di circa sessanta figuranti vestiti con costumi risalenti al XV secolo. Nel corso dei secoli, vista l'età della manifestazione, l'evento ha subito delle modifiche, come l'intervento di "Garibaldi" e di alcuni suoi uomini che si ha a partire dagli inizi del 1900. La partecipazione dell'eroe dei due mondi e dei suoi uomini è molto attiva: i garibaldini ingaggiano una bella battaglia con le guardie saracene del castello. Altri caratteristici personaggi di tale pantomima sono gli alleati del Mastro di Campo, i briganti ed i guerriglieri rappresentati dal gruppo del Forforio che vogliono sovvertire l'ordine rappresentato dalla Corte del Re ed il "Diavolo Pecoraio", un figurante rivestito di pelli di pecora che rappresenta il reale avversario dell'eroe della pantomima. Alla fine della pantomima, così come vuole la tradizione delle favole più belle, Mastro di Campo riesce a conquistare la sua amata.
Il Carnevale ad Agira negl'anni 80 era diventato un avvenimento che tutti gli agirini aspettavano, per potersi sbizzarrire nella creazione di maschere e carri allegorici. All'inizio sono state le scuole materne a sfilare in gruppi per le vie di Agira, ma con l'andar del tempo anche gli adulti sono stati coinvolti, formando diversi gruppi che annualmente si davano battaglia per ben figurare, diventando cosi una vera e propria tradizione, un momento sentito pieno di svaghi, giochi e lazzi e che richiamava anche curiosi dei paesi vicini.
La tradizione viene mantenuta ancora oggi, ma la manifestazione si svolge in tono minore rispetto al passato.

 

CARNEVALE 2024 A MALETTO - etnalife

 

“Peppe Nappa è la più antica maschera siciliana e una delle più antiche tra quelle italiane. Come Pulcinella e Arlecchino, essa deriva dalle tipizzazioni delle maschere del teatro comico romano e si afferma, intorno alla metà del XVI Secolo, con la nascita, in Italia, della Commedia dell’arte che a Palermo ha assunto la forma della “Vastasata”, e a Catania quella del “Cu nesci parra”. Il suo antenato diretto è il “Zanni”(nome che, in dialetto bergamasco sta per “Giovanni”), prima maschera dialettale italiana che rappresenta il servo tonto e scroccone.

Anche Peppe Nappa è un servo sciocco, regolarmente picchiato per ogni guaio che combina. Il soprannome “Nappa” contribuisce a caratterizzare il soggetto, associandolo all’elemento simbolo della miseria che è rappresentato, nell’immaginario collettivo, dalle “pezze” su abiti laceri. I suoi abiti, infatti, sono poveri, anche se non hanno toppe. Concetta Greco Lanza, in una introduzione al libro “Farse di Peppe Nappa” di Alfredo Danese (Edizioni Greco- Catania), ce lo descrive così: “È pigro e spesso compare in scena sbadigliando e di contro sa essere agilissimo e accenna a caso, passi di danza. Non porta maschera, non s’infarina, ha il volto raso e sottili sopracciglia; ha molti punti di contatto con la maschera francese di Pierrot, ma ne differisce nell’abito; infatti indossa una corta giacchettina azzurra con grandi bottoni, calzoni lunghi fino alla caviglia, ha sul capo un cappello dalle falde rialzate sopra una stretta calotta piana, scarpe bianche con fibbie, maniche lunghissime, fascia al collo.”. Come ogni maschera della Commedia dell’arte, il personaggio non viene tramandato ai posteri attraverso testi teatrali. Solo nel 1978 la maschera di Peppe Nappa viene presentata su copioni di teatro dialettale da Alfredo Danese, illustre e versatile animatore culturale catanese che ha dedicato la sua vita al teatro popolare e alla letteratura dialettale siciliana. Il Peppe Nappa dei testi teatrali di Danese è assolutamente catanese sia nell’espressione dialettale, sia nel carattere, e impersona ora il servo sciocco e malizioso, ora il marito imbroglione, ora il finto tonto… Possiamo ritrovare questa antica maschera nei testi teatrali pubblicati, oltre che nel libro già citato, anche in “Teatro popolare siciliano”, Alfredo Danese, Edizioni ENAL – Arte e Folklore di Sicilia (1978), e in un gustoso racconto di Gaetano Mustica, pubblicato su “Carnevale di Avola | Programma Eventi | Curiosità - Trova il miglior prezzo  su: Case Vacanza, B&B, Resorts e tanto altro in Sicilia!Epos Siciliano. Miti e pupi rinverditi.”, edito da Bonanno, Acireale (2005).

***

Chi conosce Peppe Nappa? La più antica maschera siciliana, a quanto pare, sembra dimenticata dalle generazioni dei Mazinga, degli Zorro, dei Ninja, o, peggio, dei più moderni personaggi del Wréstling americano. I bambini di oggi non conoscono le maschere italiane per il semplice motivo che neanche i loro genitori le hanno conosciute, e il fascino del personaggio moderno, rigorosamente d’importazione americana o giapponese, ha lasciato cadere nell’oblio figure, personaggi e maschere tradizionali che rappresentano i “tipi” umani di cui, in qualunque epoca, l’uomo è reale interprete nella vita di tutti i giorni. Dietro le maschere tradizionali, del resto, ci ritroviamo tutti, con i difetti, le debolezze, le miserie che nessuno di noi vorrebbe ammettere. E allora le dimentichiamo, per non sapere di noi. Ai soggetti umani che ci somigliano abbiamo sostituito i supereroi del cinema e della televisione. Li abbiamo accolti passivamente come prodotto della modernità, della cultura globalizzata, dimostrandoci molto, ma molto più servi e tonti di Peppe Nappa!

Cettina Maccarone

 

da http://www.ragusanews.com

 

 

May be an image of text that says '11 2024 Carnevale FEBBRAIO Social Socia G0 di Catania UNA PER TUTT3 TUTT3 PER UNA RADUNO ORE 16:30 Via Etnea di fronte Villa Bellini'

 

 

A tutto scherzo e in questi giorni chi la fa la aspetti

 

A Carnevale ogni scherzo vale. Il detto è antico e diffuso, tanto che nei giorni della licenza i tiri mancini sono all'ordine del giorno e ogni anno, il novero delle burle tradizionali viene arricchito da vere e proprie comitive di burloni che mettono in moto il cervello per ideare nuovi scherzi.

Internet, «ricettacolo» di idee, contiene certamente la raccolta più nutrita di suggerimenti per questa materia incandescente e divertente, irriverente e sfrontata che spesso mette d'accordi grandi e piccoli essendo anche un terreno di confronto del buonumore.

Tra gli scherzi più gettonati e divertenti (per chi li fa ma anche per chi li subisce) è quello dell'annuncia assurdo e ha per teatro soprattutto l'ufficio. In unop spazio comune, nei pressi della macchinetta del caffè si più sistemare ubn cartello che reciti più o meno così: «Per evitare quello che è successo ieri, quando aprite l'acqua controllate che il deprocessatore sia posizionato contro i due beccucci interni (se non lo fosse, sollevateli verso il basso) »; o ancora: «Quando usate la macchinetta del caffè, tenete ferma la componente centrale sul retro premendo a fasi alternate il bottone a sinistra, altrimenti l'acqua risale nel dotto di erogazione interno danneggiandolo». Per godersela in santa pace, basta nascondersi dietro una colonna e osservare le facce interdette dei colleghi. A patto di essere capaci di trattenere le risate o i commenti.

C'è poi uno scherzo scherzo classico, tipico degli anni del liceo: fermate qualcuno per strada e rimanete impassibili chiedendo di scattare una foto a voi e al vostro amico (ovviamente immaginario): le vittime, anche se perplesse, alla fine scatteranno la foto. La «vittima» per un attimo penserà di avere finalmente incontrato... l'uomo invisibile o uno stupido in vena di scherzi scemi. Anche questo pensiero durerà un attimo perché il calendario suggerirà immediatamente che nel reame di Sua Maestà Carnevale è concesso ridere anche di un'inezia inoffensiva.

Andando avanti nella nostra innocua rassegna, è anche il caso di volgere uno sguardo benevolo verso qualche amico.

Mentre un amico dorme, per esempio, basta prendere del dentifricio, meglio se colorato in maniera sgargiante, e mettergliene un po' sulla mano. A questo punto bisogna fargli il solletico sulla guancia e, riflesso condizionato, finirà per spalmarsi il dentifricio sul volto.

Se si vuole infierire basta prendere una canna da pesca (o un bastone), una banconota da 5 euro e un pezzetto di nastro adesivo trasparente. Al posto dell'amo attaccate la banconota con il pezzetto di scotch, in modo che non si noti. Dal balcone o dalla finestra si può calare la banconota in modo da fare arrivare i soldi sul marciapiede. Qualche passante se ne accorgerà e, quando farà per chinarsi a raccogliere i soldi, basterà tirare su la canna da pesca e lui resterà senza parole e senza soldi.

 

I Carnevali più belli di Sicilia 2024

In alternativa, fate fluttuare a mezz'aria i soldi all'altezza delle spalle dei passanti. Quando il malcapitato si accorgerà dei soldi fluttuanti inizierà a guardarsi intorno perplesso, a questo punto sbizzarritevi a muovere i soldi.

Chi l'ha detto, poi, che a Carnevale non si possano fare scherzi a fin di bene? Un ragazzo americano, per esempio, ha trovato un modo simpatico per far avere del cibo ad alcuni senzatetto che stavano fuori da un fastfood. L'autore dello scherzo ha chiamato il locale dicendo di essere il sergente di polizia a capo di un gruppo di agenti sotto copertura travestiti da senzatetto. Il gioco è fatto! Il finto tenente ha chiesto al ristorante di portare un po' di caffè e qualche panino ai poliziotti/senza tetto. E' consigliabile, comunque, allontanarsi velocemente, chi sa potrebbe giungere sul posto un poliziotto finto-vero sotto copertura e allora sarebbero guai. De resto, si sa, chi la fa l'aspetti.

Un'allegria lunga più di 4 secoli Acireale.

Il primo documento è del 1594, ma la festa è più antica

 La Sicilia, 23.2.2014

 

 

PROVINCIA DI CATANIA

 

 

Il Carnevale di Sciacca - Ag - probabilmente è una delle manifestazioni più note di tutta la Sicilia. In questa città alle falde del Monte San Calogero il Carnevale, dopo qualche anno di declino, è diventato un vero e proprio richiamo per i turisti, nonché occasione di divertimento e coinvolgimento per tutta la cittadinanza. Il travestimento e la sfarzosità dei carri ha fatto di questo evento in questa città una delle manifestazioni più importanti, tanto da diventare uno dei carnevali più famosi d'Italia.

 

 L'evento ha delle origini antiche visto che risale al 1800, quando la festa era l'occasione non solo per preparare ed abbellire carri allegorici e dar libero sfogo all'allegria, ma anche per dedicarsi ai "peccati di gola" abbuffandosi con vino, salsiccia, maccheroni al sugo e cannoli di ricotta. I carri allegorici qui preparati hanno subito delle positive innovazioni tecnologiche, prevedono il coinvolgimento di architetti, artigiani della ceramica e scultori per diventare così delle imponenti strutture per le rappresentazioni satiriche dei vari personaggi del nostro tempo. Le varie manifestazioni iniziano in città il giovedì grasso con la consegna delle chiavi della città alla maschera "Peppe Nnappa". I momenti centrali della manifestazione si hanno con la sfilata dei carri allegorici, evento che inizia il sabato per terminare il martedì. La sera del martedì, dopo giorni dedicati al canto ed al ballo, si concludono tutti i festeggiamenti con il rogo del carro di "Peppe Nnappa" che brucia insieme ai fischietti ed ai martelletti.

Anche la cittadina di Bronte - Ct -, molto nota per l'ingente produzione dei pistacchi ai quali è dedicata una oramai famosa sagra, festeggia il Carnevale. Mentre in passato tale manifestazione prevedeva l'intervento, nelle pubbliche strade cittadine, dei "Laddatori" - delle maschere locali che rappresentano le classi più povere della città -, attualmente il Carnevale brontese prevede, sempre per le vie cittadine, la sfilata dei carri e dei gruppi mascherati.

 


 

Il Carnevale di Misterbianco - Ct - si è notevolmente modificato nel corso degli anni, ma è sempre rimasto un punto fermo nella città per offrire una reale occasione di divertimento e di rottura dalla quotidianità. Mentre in passato c'era l'abitudine di allestire un palco da dove una banda musicale allietava i partecipanti alla festa con allegre e ballabili musiche, di effettuare dei giochi e di vedere le donne, ben mascherate, invitare amici a ballare e per farsi offrire delle leccornie, attualmente i festeggiamenti prevedono la sfilata di oltre settecento maschere. Quest'ultima manifestazione si effettua la domenica antecedente quella di Carnevale, la domenica di Carnevale ed il martedì grasso. La preparazione dei costumi, tra l'altro di pregevole fattura, richiede una lunga lavorazione che dura numerosi mesi e l'abbondante utilizzo di materiali pregiati e ciò contribuisce a fare della manifestazione un vero fiore all'occhiello della città. La sfilata delle maschere coinvolge vari comitati che ogni anno rappresentano un tema diverso da quello precedentemente realizzato e da quello simboleggiato da altri gruppi.
Il Carnevale di Paternò - Ct - ha perso parte del suo antico smalto e fasto, ma resta comunque sempre una piacevole ricorrenza cittadina. Anche in questo caso si può assistere alla sfilata di carri allegorici e gruppi in maschera e di ascoltare la musica per le vie cittadine come avveniva nel passato, ma si è persa l'antica abitudine di vedere le donne vestite con mantelli neri e maschere per poter invitare, senza farsi riconoscere, a ballare gli uomini.

Il Carnevale di Acireale - Ct - ha delle origini molto antiche che, si presume, risalgono alla festa del compatrono San Sebastiano inaugurata nel XVII secolo, in pieno dominio aragonese, e che diventò ben presto un'occasione di festa pubblica con giochi, mascherate e spettacoli vari. Nel 1800, inoltre, c'erano sfilate di carri nobiliari dai quali i nobili del posto, appunto, lanciavano leccornie al popolo. Soltanto nel 1929 la festa assume una forma organizzata e, col passare degli anni, diventa sempre più sfarzosa ed imponente tanto da diventare una tappa quasi obbligata per chi vuol trascorrere qualche giorno di euforia prima dello avvento della Quaresima. Ogni anno si ha la sfilata di carri allegorici infiorati costruiti in cartapesta, di gruppi folcloristici e mascherati, l'esibizione di cantanti e di majorettes, l'esecuzione di giochi popolari nonché l'attiva partecipazione degli abitanti della città e di numerosi turisti.

 

 

L'immagine può contenere: 3 persone, persone che sorridono

 

Il Carnevale e' il lungo periodo festivo che precede il digiuno quaresimale nei paesi a tradizione cattolica. Si e' creduto per molto tempo che l'origine del termine "carnevale" fosse derivato da "carne levare". L'opinione piu' diffusa e' invece che il carnevale rappresenti un adattamento cristiano di antiche cerimonie purificatrici pagane.
La ricostruzione storica del carnevale, in una citta' come Acireale, e' alquanto complessa. Da alcuni documenti, quali mandati di pagamento, si ha certezza che tale ricorrenza venisse già festeggiata alla fine del XVI secolo. E' del 1594 il documento piu' antico sul carnevale acese (mandati di pagamento, vol. II, 1586-1595, libro 6 foglio 72v).
Un documento risalente al 1612 prova addirittura che durante il carnevale acese vi era l'abitudine di giocare tirando arance e limoni. Infatti in tale documento è bandita questa possibilità, ma la popolazione acese continuo' in tale pratica ancora per molti anni, così come risulta da altri documentii. Questa abitudine e' ancora presente ad Ivrea, dove durante il carnevale si svolge la conosciutissima "battaglia delle arance".
Nel XVII secolo in Sicilia si ha la comparsa di una maschera con caratteristiche ben definite: l'Abbatazzu, chiamato anche Pueta Minutizzu. La persona mimava nobili o ecclesiastici, portando un grosso libro, da cui facendo finta di leggere, sentenziava battute satiriche e sfottenti.
Nel 1693 a seguito del terremoto venne proibita ogni pratica carnascialesca e cio' segna la linea di frattura fra il carnevale acese del '600 e quello che sorgera' nel '700 (Cherubino Aliotta, Le tre corone, Catania 1693).
Nel XVIII secolo la tradizione venne ripresa. Spuntano altre maschere, ed all'Abbatazzu si affiancano i Baruni con l'intento di prendere in giro l'aristocrazia: difatti la maschera era costruita da un costume rassomigliante ad un abito nobiliare ma chiaramente irridente. Altra maschera erano i Manti, costume con molti fronzoli che aveva il solo scopo di far mantenere l'anonimato a chi l'indossava.
Il XXI secolo e' il secolo della cassariata, cioe' la sfilata delle carrozze (landaus) dei nobili che lanciavano alla gente dei confetti multicolori. Successivamente tali landaus con i nobili proprietari vennero "scalzati" dalla cartapesta.
 Nel 1880 ad Acireale si costruiscono i primi carri di cartapesta. Da allora fino ai nostri giorni Acireale ha mantenuto questa tradizione avvalendosi di vari cantieri portati avanti da volenterosi artigiani che hanno realizzato carri sempre piu' curati.
CARNEVALE 2024 A BIANCAVILLA - etnalife

 Nel 1929 il carattere di spontaneita' e di iniziativa privata lascia il posto all'organizzazione istituzionalizzata: infatti l'onere di organizzare il carnevale e' sostenuto dall'Azienda autonoma della Stazione di cura di Acireale.
Nel 1930 per la prima volta si vedono delle vetture adornate da fiori. Questo e' il primo passo verso la realizzazione dei "carri infiorati" che acquisiscono una fisionomia ben definita nel dopoguerra.
Negli anni '50 - '60 ai carri allegorici ed alle macchine infiorate, si affiancano dei mini-carri, detti "lilliput", a bordo dei quali trova posto un bambino. In questi anni fanno storia a se' alcuni personaggi che con il loro spirito e con stupefacenti mascherate hanno lasciato un segno indelebile nella storia del carnevale acese, cioe': Cola Taddazza e Quadaredda, dei quali il successore piu' degno, in epoca posteriore, fu Ciccitto.
Dal 1970 al 1995 "il piu' bel Carnevale di Sicilia", si perfeziona e si assesta, diventando sempre piu' imponente e soprattutto affinandosi nella costruzione di Carri allegorici (sempre piu' sofisticati e colorati) e Carri infiorati (sempre piu' mastodontici), che raggiungono un livello d'importanza pari ai primi.

Nel 1996 Acireale, per la prima volta, ha la lotteria nazionale assieme a Viareggio e Putignano. Questa e' l'occasione affinche' "Il piu' bel Carnevale di Sicilia" acquisti una dimensione nazionale.
Il Carnevale celebrato a Belpasso -Ct - prevede, oltre alla consueta rottura della quotidianità ed istituire un momento gioioso di svago e di divertimento puro, vari e distinti momenti celebrativi. Si comincia con il recital dei poeti dialettali locali, si continua con la tradizionale ma sempre affascinante sfilata dei gruppi in maschera costituiti, in buona parte, dalle associazioni culturali cittadine e si conclude con l'intero coinvolgimento delle maschere nella pubblica piazza per ascoltare della buona musica dal vivo e per lasciarsi trascinare nelle danze. Naturalmente anche il capoluogo siciliano ha il suo carnevale.

Come gli altri, anche il Carnevale di Palermo ha un passato glorioso alle spalle costituito da cortei che prevedono la presenza di costumi barocchi, palii allegorici, dalle commedie rappresentate in piazza. Il momento magico di questa manifestazione si è visto soprattutto nel 1700 quando la festa coinvolgeva proprio tutti, dai nobili al popolino. Tutte le vie cittadine, soprattutto quelle principali come il "Cassaro" e la "Strada Nuova", erano teatro dei festeggiamenti e delle così chiamate "Carrozzate", cioè le sfilate delle carrozze patronali che ospitavano i nobili del luogo che amavano mescolarsi col popolo per vivere in prima persona la festa. Per non parlare poi dei teatri cittadini, il regno incontrastato dei giochi e dei balli in maschera. Attualmente, la festa palermitana del Carnevale può esser intesa come recupero della memoria e delle antiche ma sempre valide tradizioni che hanno reso famosa la ricorrenza, ed anche come valorizzazione delle bellezze architettoniche cittadine visto che l'evento si svolge lungo le vie cittadine principali.
Il Carnevale di Corleone - Pa - ha come simbolo la maschera di "Riavulicchio", simbolo della rinascita della festività corleonese un tempo sepolta per ragioni di ordine pubblico e da qualche anno ripresa per l'esigenza popolare di divertimento e di rottura con la triste e monotona quotidianità. Nel passato cittadino la festa aveva un sapore più popolare e vedeva la presenza di numerosi "Riavulicchi" che scorrazzavano incontrastati in branco per le vie cittadine accompagnati dallo scampanio di numerosi sonagli e facendosi precedere dal suono dei corni. Nei giorni propri della festa si poteva assistere alle cavalcate che irrompevano lungo le vie cittadine. Attualmente la festa prevede la partecipazione della banda, il trofeo dei quartieri assegnato al gruppo che meglio di ogni altro realizza un carro allegorico, le sfilate dei carri che si attuano il sabato, la domenica ed il martedì che prevedono, come momento conclusivo, il ballo nella pubblica piazza in prossimità del Palazzo Municipale. Momento conclusivo della manifestazione corleonese prevede il rogo del "Nannu", il fantoccio che rappresenta il Carnevale la cui "morte" rappresenta la fine di un'epoca ed il nascere di una successiva. Prima del rogo, il Fantoccio legge il suo testamento dal balcone del Palazzo Municipale, sotto gli occhi dei partecipanti alla festa, poi riceve una collana di salsiccia e successivamente è accompagnato al rogo.

Francavilla di Sicilia - Me -, sviluppata nei pressi delle famose e suggestive Gole dell'Alcantara e circondata dal fiume San Paolo e dal fiume Zaviani, organizza ogni anno, così come altre città isolane, un Carnevale che dura un'intera settimana. La festa vede il sorgere di canti e balli che coinvolgono l'intera cittadinanza, le sfilate dei carri allegorici, la personificazione del Carnevale nella maschera di "Sua Maestà", inizialmente onorata grazie alla sfilata delle corti e poi accompagnata dal "Gran Corteo Funebre" che serve per seppellire la maschera stessa insieme al periodo di divertimenti sfrenati e licenziosi. Vero simbolo del Carnevale di Francavilla è il ballo collettivo.Risultati immagini per carnevale 2019  sicilia
Anche il rinomato centro turistico isolano di Taormina - ME - prevede vari festeggiamenti per il Carnevale. Anche in questo caso la competitività nella realizzazione dei carri e lo sfarzo ostentato da questi ultimi è davvero notevole visto che tutti i cittadini si prestano alla realizzazione di questi simboli che poi sfileranno nel classico quanto allegro corteo la domenica ed il martedì grasso. I premi in palio sono notevoli ed offerti non solo dall'autorità comunale, ma anche dalle varie associazioni dei commercianti e sono un ottimo stimolo per dare il meglio di sé nella realizzazione dei carri. Il coinvolgimento cittadino non si ferma solo a questo aspetto, ma prevede anche la presenza di massa alle varie feste serali che si realizzeranno nella pubblica piazza durante i giorni canonici della festa e che prevedono gare canore, giochi vari come l'albero della cuccagna e balli coinvolgenti. Si evince che anche il carnevale taorminese può esser considerato un'ottima tappa per festeggiare il Carnevale in Sicilia in allegria ed in compagnia e può esser considerato uno splendido esempio del divertimento e dell'allegria.
Il Carnevale a Novara di Sicilia - Me - prevede, oltre ai tradizionali festeggiamenti, anche il torneo della corsa delle locali forme del formaggio maiorchino - pecorino puro ricavato attraverso particolari processi di lavorazione e stagionatura e che assume una forma simile a quella del parmigiano -. E' un evento che può vantare quattro secoli di storia alle spalle e prevede la partecipazione di varie squadre composte da tre elementi, squadre che gareggiano facendo rotolare le forme del formaggio che pesano circa dodici chili per le vie cittadine. L'evento ha come naturale conclusione una Sagra durante la quale si può consumare non solo il formaggio in questione, ma anche la ricotta e la tuma.
Chiaramonte Gulfi - Rg - festeggia il Carnevale coinvolgendo non solo gli occhi ma anche la gola. Infatti, i due momenti distinti del Carnevale chiaramontano consistono nella sfilata dei carri allegorici che si effettua la domenica ed il martedì di Carnevale e che si concludono con la premiazione e la sagra della salsiccia che si effettua il lunedì sera. Naturalmente anche in questa città, così come per le altre rappresentanti isolane, il coinvolgimento della cittadinanza è assicurato attraverso i balli in piazza. www.festedisicilia.it

Carnevale - Carnevale a Gioiosa Marea 2009 - 60’ edizione dall' 1 al 24 Febbraio.

Gioiosa Marea

ME

Festa della ''Candelora'' - Nel mese di Febbraio a Cefalù (Pa) si svolge la Festa della "Candelora" o della Purificazione di Maria.

Cefalu'

PA

Carnevale di Acireale 2009 - Carnevale 2009 - Dal 7 al 24 Febbraio ad Acireale in provincia di Catania, si festeggia in allegria il più bel Carnevale di Sicilia fatto di carri allegorici all'insegna del divertimento.

Acireale

CT

Carnevale di Balestrate - Il carnevale Balestrate (PA), un evento fuori dal comune, con il tradizionale “Ballo dei Pastori” e "1° Festa du maccarruni e sagra delle leccorie".

Balestrate

PA

Carnevale di Termini Imerese - Dal 15 al 24 Febbraio a Termini Imerese (Pa) festeggiamenti del carnevale. Sflilata dei carri allegorici e spettacoli in vari punti della città.

Termini Imerese

PA

Carnevale di Misterbianco - Dal 15 al 24 Febbraio a Misterbianco (CT), si festeggia il Carnevale con sfilata di costumi, delle maschere e dei carri allegorici più belli di Sicilia, e inoltre spettacoli musicali e degustazioni di specialità.

Misterbianco

CT

Carnevale acquedolcese 2009 - Sfilata di carri e Concorso per gruppi mascherati "Premio Luigi D'Angelo" dal 15 al 24 febbraio, nel comune di Acquedolci (ME).

Acquedolci

ME

Carnevale di Gangi - Festaggiamenti del Carnevale a Gangi (PA). Tradizionale manifestazione della "Cravaccata"

Gangi

PA

 

 

Carnevale Valderice - Carnevale 2009 a Valderice (TP). Sfilata  di carri allegorici, "Cuscusiata" e degustazione di prodotti tipici.

Valderice

TP

Carnevale Francavillese 2009 - Tra le manifestazioni di Sicilia dall’effettivo richiamo turistico si annovera il caratteristico Carnevale di Francavilla, un “rituale” che si ripropone puntualmente ogni anno da tempo immemorabile.

Francavilla di Sicilia

ME

Carnevale di Avola - Carnevale di Avola (SR) - dal 19 al 24 Febbraio 2009. Sfilate econcorsi a premi per le Maschere più belle.

Avola

SR

Carnevale di Caltagirone - Festa di Carnevale 2009 a Caltagirone dal 19 al 22 Febbraio. Sfilate, animazione, musica e balli di gruppo.

Caltagirone

CT

Carnevale di Palazzolo Acreide - A Palazzolo Acreide (SR) filate di carri allegrorici, cortei mascherati per uno dei carnevali più antichi della Sicilia. Sagre di salsiccia, trota, cavatieddi e del dolce.

Palazzolo Acreide

SR

Carnevale di Saponara - Sfilata dell'Orso e della Corte Principesca al Carnevale di Saponara (ME).

Saponara

ME

 

Carnevale di Sciacca - Da 19 al 24 Febbraio festeggiamenti di Carnevale a Sciacca (AG).

Sciacca

AG

Carnevale di Palermo - Carnevale Barocco di Palermo, Corteo di figuranti, musicanti, Sfilata carri allegorici con Gruppi Mascherati, Banda Musicale con Majorettes, Tamburi, Sbandieratori.

Palermo

PA

Carnevale di Corleone - A Corleone (Pa) dal 19 al 24 Febbraio si svolgeranno i festeggiamenti del Carnevale con il Palio dei Quartieri.

Corleone

PA

Carnevale di Belpasso - Dal 19 al 24 Febbraio a Belpasso (CT) avranno luogo i festeggiamenti del Carnevale.

Belpasso

CT

Carnevale di Piraino - Carnevale dell’Orso 2009 di Piraino (ME), durante la manifestazione degustazione di salsiccia, chiacchiere e "Sagra d’a fedda rassa”.

Piraino

ME

Carnevale di Adrano - Il Carnevale Siciliano di Adrano (CT), carri, gruppi in maschera e spettacoli musicali.

Adrano

 

Sagra di carnevale - A Larderia Inferiore (ME),  Festa di Carnevale dal 20 al 24 Febbraio. V^edizione sagra di carnevale il 21 febbraio.

Larderia

ME

"Ibla Mask" - La notte del carnevale Ibleo - Ibla Mask - La notte del carnevale Ibleo, a Ragusa il 21 Febbraio.

Ragusa

RG

Carnevale di Antillo - La maschera tradizionale antillese "U Picuraru" protagonista della kermesse carnevalesca. Degustazioni di prodotti tipici antillesi.

Antillo

ME

Carnevale di Rodì Milici - Nel mese di Febbraio , in occasione del Carnevale, a Rodì Milici (ME), si svolge la rappresentazione in dialetto agro-pastorale dei "Mesi dell'Anno".  

Rodi' Milici

ME

Sagra del ''Maiorchino'' - A Novara di Sicilia (ME) dal 22 al 24 Febbraio, XXI^ edizione Sagra e Torneo del "Maiorchino", tipico formaggio pecorino del luogo.  

Novara di Sicilia

ME

Sagra della salsiccia - A Chiaromonte Gulfi (RG), durante i festeggiamenti del Carnevale, si svolge la XXVII^ edizione della sagra della Salsiccia.

Chiaramonte Gulfi

RG

Festa delle Quarantore - A Febbraio tra la domenica di carnevale e il martedì successivo  si svolge, a Castel di Lucio (ME),  la Festa delle Quarantore, durante la quale la chiesa di S. Carlo aviene addobbata con quintali di arance.

Castel di Lucio

ME

Carnevale Mastro di Campo - Carnevale di Mezzojuso. L'ultima domenica di carnevale durante la manifestazione Il Mastro di Campo, il paese si trasforma in scena teatrale per dare vita ad un'antica pantomima popolare tragicomica mimata da circa 90 personaggi in costume del XV.

Mezzojuso

PA

Carnevale Estivo - Alla fine di Luglio a Francavilla di Sicilia, a due passi dalle gole dell'Alcantara, in provincia di Messina, si festeggia il carnevale estivo.

Francavilla di Sicilia

ME

Carnevale estivo di Acireale - Arte e Folklore "Il più bel carnevale di Sicilia d'estate", nel mese di Agosto ad Acireale (CT). Spettacoli, moste e degustazioni.

Acireale

CT

 

 

CARNEVALE 2024 A SANT'ALFIO - etnalife

 

 

La coda del diavolo.

 

A Catania la quaresima vien senza Carnevale; ma in compenso c'è la festa di Sant'Agata, gran veglione di cui tutta la città è il teatro nel quale le signore, ed anche le pedine, hanno il diritto di mascherarsi, sotto il pretesto di intrigare amici e conoscenti, e d'andar attorno, dove vogliono, come vogliono, con chi vogliono, senza che il marito abbia il diritto di metterci la punta del naso. Questo si chiama il diritto di "ntuppatedda", diritto il quale, checché ne dicano i cronisti, dovette esserci lasciato dal Saraceni, a giudicare dal gran valore che ha per la donna dell'harem. Il costume componesi di un vestito elegante e severo, possibilmente nero, chiuso quasi per intero nel manto, il quale poi copre tutta la persona e lascia scoperto soltanto un occhio per vederci e per far perdere la tramontana, o per far dare al diavolo. La sola civetteria che il costume permette è una punta di guanto, una punta di stivalino, una punta di sottana o di un fazzoletto ricamato, una punta di qualche cosa da far valere insomma, tanto da lasciare indovinare il rimanente.

Dalle quattro alle otto o alle nove di sera la n'tuppatedda è padrona'dí sé (cosa che da non ha un certo valore), delle strade, dei ritrovi, di voi, se avete la fortuna di essere conosciuta da lei, della vostra borsa e della vostra testa' se ne avete; è padrona di staccarvi dal braccio di un amico, di farvi piantare in asso la moglie o l'amante, di farvi scendere di carrozza, di farvi interrompere gli affari, di prendervi dal caffè, di chiamarvi se siete alla finestra, di menarvi pel naso da un capo all'altro della città, fra il mogio e il fatuo, ma in fondo con cera parlante d'uomo che, ha una paura maledetta di sembrar ridicolo; di far vi pestare i piedi dalla folla, di farvi comperare, per amore di quel solo occhio che potete scorgere, sotto il pretesto che ne ha il capriccio, tutto ciò che lascereste volentieri dal mercante, di rompervi la testa e le gambe le ntuppatedde più delicate, più fragili, sono instancabili di render vi geloso, di rendervi innamorato, di rendervi imbecille, e allorché siete rifinito, intontito, balordo, di piantarvi li, sul marciapiede della via, o alla porta del caffè, con un sorriso stentato di cuor contento che fa pietà, e con un punto interrogativo negli occhi, un punto interrogativo fra il curioso e l'indispettito. Per dir tutta la verità, c'è sempre qualcuno che non è lasciato così, né con quel viso; ma sono pochi gli eletti, mentre voi ve ne restate con la vostra curiosità in corpo, nove volte su dieci, foste anche il marito della donna che vi ha rimorchiato al suo braccio per quattro o cinque ore il segreto della 'ntuppatedda è sacro. Singolare usanza in un paese che ha la riputazione di possedere i mariti più suscettibili di cristianità! E' vero, che è un'usanza che se ne va.

(Giovanni Verga - da Primavera e altri racconti)

 

 

CARNEVALE 2024 A PEDARA - etnalife

 

 

DUE FAMOSE TRASGRESSIONI A TAVOLA

 

 

La pasta 5 buchi, i particolari maccheroni con un buco centrale più grosso e quattro laterali più piccoli, sono sicuramente i protagonisti delle tavole siciliane , si preparano con un sugo grasso o con un ricco ragù. Questo particolare formato di pasta infatti, si consuma nel Catanese sin dai primi giorni di febbraio, quando iniziano i festeggiamenti per la patrona Agata e continua la sua presenza in tavola, fino alle abbuffate del martedì e del giovedì grasso. Poche sono le aziende locali che la producono e sugli scaffali dei supermercati è introvabile in altri periodi dell’anno; bisognerebbe farne una scorta proprio in questo periodo (ne esiste addirittura una versione a 7 buchi). La tradizione la impone da anni, la callosità ed il formato sono adattissimi a trattenere il sugo.

Si dice che lo “zoppiceddru” che era una delle tante personificazioni del diavolo, aveva il compito di pervertire gli uomini mediante la voluttà, l’allegria e la spensieratezza, attraverso le grandi abbuffate.

Il sugo che di solito accompagna tale pastosa prelibatezza renderebbe difficile la digestione pure al demonio .

Comprende la salsiccia (GRASSISSIMA) di maiale , la cotenna e le puntine di maiale. Il ragù deve contenere qualsivoglia angolo grasso del maiale , poi passata di pomodoro e un poco di concentrato di pomodoro, cipolla bianca molto grande da soffriggere, sale e pepe per condire

La leggenda narra che la pasta a 5 buchi nasce da uno sbaglio; un pastaio catanese in onore dei festeggiamenti di S.Agata dovette preparare una buona quantità di maccheroni per una nobile famiglia catanese, ma sbagliò le dimensioni ed ebbe l’idea di unire i maccheroni in 5 e in 7, dando vita così alla pasta a 5 buchi. La pasta nata da un errore, da una bugia non poteva però essere accostata alla Santa Patrona di Catania, appunto S.Agata che si festeggia il 5 Febbraio, ma venne rinominata pasta di Carnevale.

Buon carnevale a tutti.

Fonti : Maghetta.it ; saporidisicilia.it

 

 

Oggi ... ' u 'sugu!

da "Il Gastronomo educato" http://www.cataniapubblica.tv/cucina-il-gastronomo-educato-vi-mette-tutti-a-tavola-oggi-u-sugu/

 

APPROFONDISCI

 

 

https://www.mimmorapisarda.it/2023/033.jpg

 

 

 

Maccaruna cchi cincu purtusa (Maccheroni ai cinque buchi - anche sette -  al ragù di maiale)
Dosi per 4
persone: 500 grammi di maccheroni a 5 buchi fresca 300 grammi di manzo 250 grammi di cotenna 300 grammi di polpa di maiale 25 grammi di estratto di pomodoro 1 e 1/2 kg di pomodori 2 spicchi d'aglio Mezza cipolla 1/2 bicchiere di vino rosso 1 bicchiere di olio d'oliva extravergine 2 foglie di alloro Basilico Prezzemolo Sale e pepe Soffriggete, in un tegame, la cipolla con l'olio per cinque minuti ed aggiungete poi l'aglio schiacciato, la carne di maiale, di manzo e la cotenna tagliata a strisce larghe tre centimetri.

Fate cuocere dieci minuti ed aggiungete l'estratto di pomodoro ed il vino che lascerete evaporare.

Unite, in ultimo, i pomodori spellati e tagliuzzati, le foglie di alloro, il sale, il pepe, il prezzemolo e fate cuocere per due ore a fuoco basso, allungando se necessario con mezzo bicchiere d'acqua.
Bollite la pasta fresca in acqua salata, scolatela, conditela con il ragù e le foglie di basilico e servite in tavola con una spolverata di Grana.

 

I Giovedì di Carnevale

La parola “Carnevale” deriva dal latino “carnem levare“, togliere la carne, e indica il periodo che precede la Quaresima, in cui, secondo la tradizione religiosa, la carne è proibita.

Le prime notizie storiche sul Carnevale siciliano risalgono al 1600 e riguardano proprio la città di Palermo. Un detto antico palermitano dice: “Doppu li tri Re, tutti olè” a significare che dopo la Festa dell’Epifania, dove i protagonisti sono i tre Magi, viene il Carnevale, festa di scherzi, balletti, entusiasmo e divertimento.

Un tempo il Carnevale aveva inizio intorno al 12 gennaio, quindi una settimana dopo l’Epifania ed aveva il suo culmine più intenso gli ultimi tre giorni che precedevano il Mercoledì delle Ceneri.

Il Carnevale, nella nostra isola, era il periodo dell’anno in cui le famiglie si riunivano festose, era tempo di aggregazione sociale e di allacciamento di amicizie, periodo di banchetti e mangiate, che come si sa fanno bene al palato e all’umore.

Scriveva il Pitrè che i quattro “giovedì di Carnevale” alludevano tutti alla cucina e alla “pappatoia”ed erano importantissimi per i nostri cari antenati.

Il primo era detto “joviri di li cummari, cu unn’havi dinari si’mpigna lu falari” (giovedì delle comari, chi non ha soldi si impegni il grembiule) a significare l’importanza di mantenere saldi i rapporti di comparato,  a costo di fare debiti, ma era obbligo mangiare insieme. Il secondo giovedì era detto “joviri di li parenti, cu unn’havi dinari si munna i denti” (se non ha niente da mangiare si ripulisce i denti). Anche questo giovedì sottolinea il fattore economico che non conta pur di stare insieme ai propri cari e festeggiare insieme.  Il terzo era detto “joviri zuppiddu, cu unn’havi dinari, mali è pi iddu” (chi non ha soldi peggio per lui).

L’ etimologia di tale parola non è certa, c’è chi sostiene che “zuppiddu” è una maschera diabolica, c’è chi sostiene che zuppiddu affonda le radici in Bacco, l’importante è comunque festeggiare e mangiar grasso. L’ultimo giovedì è “Joviri grassu o lardaloru“, appellativo derivante dalla minestra caratteristica del menù di questo giovedì, il cui principale ingrediente è il lardo. Conferma ne sarebbe anche il proverbio che recita: Lu Joviri grassu, chi n’havi dinari s’arrusica l’ossu, oppure “Lu joviri lardaloru, cu unn’havi dinari si impigna lu figghiuolu”.

Nessun rancore, dunque, il Carnevale cancella tutto. Dinnanzi ad un bel bicchiere di vino e tanto grasso mangiare, l’amicizia, l’amore e la concordia trionfa, ma è sempre così?

Attualmente l’abitudine di festeggiare il Carnevale è ancora molto sentito in tutta l’isola, specialmente dai più piccoli. Molte sono le feste organizzate dai privati, ma ancora più numerose sono quelle organizzate in forma pubblica e che possono vantare una secolare tradizione. Ogni paese ha la propria tradizione e la propria data di inizio del Carnevale, il giorno più sicuro è il “Martedì Grasso”, che precede le “Ceneri” primo giorno di Quaresima.

(dal web)

______________________________________________________________________________

 

 

 

 

Chiacchiere
Ingredienti: 450 g di farina, 100 g di zucchero, 50 g di burro, 50 g di latte, mezzo bicchierino di limoncello o di liquore strega, un uovo,olio di semi di arachide, una bustina di vanillina, 1 busta di zucchero vanigliato, sale. Preparazione: mettete 100 gr. di zucchero in una terrina, unitevi l'uovo intero e, aiutandovi con una frusta (meglio se elettrica) battete gli ingredienti fino ad ottenere un composto spumoso. Unite al composto il burro fuso intiepidito e, poco alla volta e sempre mescolando il latte freddo, un pizzico di sale, la vanillina e il limoncello, poco per volta, aggiungete poi 400 gr. di farina.
Lavorate l'impasto fino a renderlo perfettamente liscio ed elastico. Mettete la pasta sul piano di lavoro leggermente infarinato e continuate a lavorarla e a batterla fino a che non formera' delle bollicine. Con un mattarello tirate la pasta in una sfoglia molto sottile e, aiutandovi con la rotella tagliapasta, tagliatela a strisce e poi a losanghe della grandezza desiderata.
Friggete le "chiacchiere" poco alla volta in abbondante olio bollente. Scolatele non appena saranno dorate e mettetele su carta assorbente da cucina. Spolverate le "chiacchiere" con zucchero vanigliato.

 

 

Risultati immagini per chiacchiere

ALTRI PIATTI TIPICI SICILIANI DURANTE IL CARNEVALE

 

A faviata du lardarolu, antica ricetta della tradizione siciliana -  SiciliafanSiciliafan

Risultati immagini per Fravioli di ricotta

A faviata du lardarolu

Minestrone del giovedì grasso

Fravioli di ricotta

Risultati immagini per Tartanelli a la marinisi

Ricetta tipica per la realizzazione della 'mpagnuccata  o cicerchiata o pignolata o struffoli ingredienti:

Risultati immagini per teste di turco

Tartanelli a la marinisi

A mpagnuccata

Teste di Turco