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Dal termine latino fungus e da quello greco mykés derivano rispettivamente i nomi fungo (o micete) e micologia (la scienza che si occupa dello studio dei funghi). I funghi sono organismi dotati di nucleo, privi di clorofilla, che si originano da spore e si riproducono generalmente sia in maniera sessuata che asessuata, e le cui strutture somatiche normalmente filamentose (ife), sono circondate da pareti cellulari contenenti cellulosa o chitina, o entrambe. Quando le condizioni ambientali e nutrizionali sono favorevoli, dal micelio si forma il corpo fruttifero (detto fungo) dal quale verranno prodotte le spore.

 

 

 

Il paesaggio vegetale dell’Etna, soprattutto in epoche recenti, è stato caratterizzato da una lunga quanto massiccia azione antropica che ne ha quasi completamente modificato le caratteristiche originarie e la composizione e che ha contribuito a degradare o distruggere alcune zone un tempo ricche di flora fungina.

La maggior parte dei versanti etnei, soprattutto nella parte basale del vulcano, sono, infatti, ampiamente urbanizzati o utilizzati per pratiche agricole, la cui crescente diffusione (e il conseguente diboscamento ad esse connesso), ha contribuito ad alterare profondamente la copertura vegetale primitiva, modificata notevolmente anche da cause naturali tra le quali, non ultima, l’attività eruttiva dell’Etna.

 Nonostante le catastrofi naturali e il disturbo antropico, il territorio etneo, per fattori climatici, pedologici e vegetazionali costituisce ancora una vasta area idonea per la crescita e lo sviluppo di numerose specie di macromiceti.

 Dal punto di vista vegetazionale il territorio etneo annovera infatti diversi elementi comprendenti esempi di vegetazione tipicamente mediterranei, benché frammentari, presenti sul piano basale del vulcano, esempi di vegetazione forestale a carattere mesofilo e termofilo presenti sul piano montano e esempi di vegetazione xerofila tipica dell’alta montagna mediterranea.

 La fascia che va dalla zona costiera fino a circa 1000 m s.l.m., comprende infatti una vegetazione tipicamente mediterranea, con diversi aggruppamenti vegetali riferibili all’Oleo-Ceratonion e al Quercion-ilicis.

 La fascia che va dai 1000 ai 2000 metri di quota è caratterizzata da una vegetazione in cui prevalgono i boschi di querce caducifoglie, i castagneti, le pinete e, a quote più elevate, le faggete che, al di sopra dei 2000 metri, lasciano il posto ai colorati pulvini dell’Astragalo dell’Etna (Astragalus siculus Biv.), specie endemica etnea.

 Betulleti a Betula aetnensis Raf. (betulla dell’Etna, specie endemica esclusiva etnea) sono presenti sul versante orientale, nord-orientale e in minor misura su quello occidentale del vulcano (da oltre 1400 m fino ai 2000 m s.l.m.). Oltre tali quote il betuleto, diradandosi, lascia il posto all’astragaleto e ad interessanti specie pioniere.

 Al di sopra dei 2100 m s.l.m., cespugli di Astragalo siculo, Saponaria siciliana (Saponaria sicula Raf.) e Cerastio tomentoso (Cerastium tomentosum L. var. aetneum Janka), creano altre suggestive macchie di colore. A quote superiori ai 3000-3050 m, raggiunti a stento dalle specie più ardite, domina incontrastato il mondo inorganico.

 http://www.dipbot.unict.it/funghi_etna/

Le diverse aree boscate presenti sull'Etna (pinete, faggete, castagneti, ecc.) ospitano una ricca flora fungina sia di specie ubiquitarie che caratteristiche delle varie fitocenosi.

I generi più rappresentativi sono: Agaricus, Amanita, Boletus, Coprinus, Cortinarius, Cystoderma, Hebeloma, Hygrophorus, Hypholoma, Lactarius, Leccinum, Macrolepiota, Russula, Tricholoma, Xerocomus, ecc.

La maggior parte delle specie sono commestibili, alcune tossiche e pochissime velenose mortali quali Amanita phalloides ed Amanita verna.

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

 

I sentieri dei funghi

 di Pietro Nicosia

 

Boschi, campagne, sono i luoghi dei funghi. Cercare queste prelibatezze impone un contatto stretto con la natura ma anche una conoscenza dei luoghi in cui è più facile trovarli e delle caratteristiche che ne consentono il riconoscimento. Meglio sempre affidarsi ad un esperto che sappia distinguere i funghi commestibili da quelli tossici per evitare spiacevoli sorprese.

Comunemente vissuta come l'epilogo delle vacanze, la seconda metà di agosto è il periodo più atteso dagli appassionati della pratica mitologica che, a fine estate, coronano la loro attesa per provare a scovare, sotto i loro bastoni, il porcino più bello.

C'è, innanzitutto, da dire che la stagione dei funghi è essenzialmente decisa dagli eventi meteorologici, che trasformano l'attesa in gioie o in dolori.

Come mai dimenticare quell’agosto piovosissimo (di qualche anno fa) che trasformò una stagione nera per i vacanzieri balneari, nella stagione più bella per i fungaioli.

Agosto piovoso significa porcini sicuri, e questo grazie alla concomitanza di un terreno umido e di una temperatura, ancora, calda.

Qui, comunque, non vogliamo certo fare un trattato di micologia, e non ci rivolgiamo certo a chi non è mai andato per boschi a scovare qualche micete, al quale consigliamo (per adesso) di comprarli i funghi, in attesa di fare un corso in una qualche associazione mitologica, per tentare al più presto la fortuna. E non ci rivolgiamo nemmeno a chi è un fungaiolo accanito, a cui questo articolo farà sicuramente ridere, visto che non riusciremo di certo a raccontare tutta la sua sapienza, fatta di anni ed anni di paziente ricerca che rimane, però, patrimonio personale oscuro al resto del globo.

E allora ci rivolgiamo a chi - come chi scrive - ha tanta strada ancora da compiere (ma non è certo alle primissime armi) e qualche dritta spassionata, è lieto di riceverla, sull'arte mitologica in Sicilia. Prima di addentrarci nei particolari, vogliamo suggerire ai fungaioli che leggeranno queste righe, di aver sempre rispetto per la natura; il rispetto non è mai tanto, ed alcuni comportamenti comuni nei boschi, sono certamente da demonizzare in quanto, se praticati da tutti, alla lunga trasformeranno il sottobosco in un deserto. Ed allora, scegliamo i cestini, anziché le buste di plastica, per permettere alle spore dei funghi che abbiamo scovato, di cadere e deliziarci anche in un futuro prossimo.

Un accorgimento, questo, che tornerà a nostro vantaggio di sicuro. Così come tornerà a nostro vantaggio lasciar crescere quel fungo così piccolo da non costituire nemmeno un boccone, meglio memorizzare bene il posto, e tornare fra qualche giorno, sperando che nessuno si sia accorto della nostra precedente scoperta. E lasciamo anche quei funghi che, visibilmente, sono già andati. Certo è tanta la sofferenza che si prova a lasciare un porcino alto 20 centimetri anche quando questo è evidentemente bacato, perché costituisce sempre un trofeo da mostrare agli amici; il contributo che - comunque - potrà ancora dare all'ecosistema, sarà superiore alla nostra vanità. E allora veniamo a 3 itinerari che vogliamo suggerire a chi, alla fine dell'estate, si dedicherà a cercare il porcino della "vita".

La prima "dritta" ricade all'interno del Parco dell'Etna, nella zona più umida del territorio del vulcano, e per questo maggiormente frequentata dai fungaioli.

La zona è denominata Giarrita, e si trova nell'area B del Parco, dove è consentita la raccolta di funghi, anche se in quantità modeste. Per ulteriori informazioni, comunque è bene contattare l'Ente Parco dell'Etna.

Per recarsi sul posto bisogna portarsi sino a Fornazzo frazione di Milo (raggiungibile da Zafferana-Milo per chi proviene da sud; da Linguaglossa, Fiumefreddo o da Giarre per chi proviene da nord). Raggiunto il piccolo abitato di Fornazzo (eletto villaggio ideale d'Italia per le magnifiche condizioni ambientali) bisogna immettersi sulla Mareneve e percorrerla per circa 10 chilometri. L'area della Giarrita è quella subito dopo il punto base per l'escursionismo numero 16 delle Case di Pietracannone. In ogni caso auto ferme ai bordi della carreggiata, indicheranno che i fungaioli sono già all'opera (prima di noi) nell'area tutt'intorno. Ad elevatissimo interesse micologico, è la zona del Parco dei Nebrodi, vera e propria culla per infinite distese di funghi di ogni genere, dai buonissimi boleti alla pregiatissima amanita cesarea o fungo d'uovo.

L'area che suggeriamo è quella compresa fra Cesarò e San Fratello, lungo la strada statale 289.

 

I due comuni distano 50 chilometri di funghi. Da una parte e dall'altra del corso stradale, tagliando il Parco ed attraversando le zone A, B e C, si estendono i boschi, nei quali mettono radici bontà d'ogni tipo che attendono solo di finire nei nostri tegami. A metà strada circa, a Portella Femmina Morta, c'è la deviazione per Monte Soro e per il Lago Biviere, dove eventualmente poter fare una capatina per meglio conoscere i Nebrodi. Limitrofa ai Nebrodi è l'ultima nostra segnalazione, che riguarda la strada statale 120 (sulle carte stradali anche s.s. 117) nel tratto compreso fra Nicosia e Mistretta, che per alcuni chilometri rappresenta il margine occidentale del Parco dei Nebrodi. A metà strada circa si trova la Riserva Naturale Sambughetti Campanito, dove c'è pure un'area attrezzata in cui, eventualmente, fermarsi per una pausa.

E allora, non ci resta che augurarvi buona passeggiata e tanti panieri colmi di funghi.

http://win.lafrecciaverde.it/n122/funghi/art.html

 

 

 

 

 

 

Sono quelle specie fungine che dopo il consumo, non arrecano di norma alcun disturbo. Hanno un sapore accettabile e rispondono altresì a determinate caratteristiche organolettiche. Ad ogni modo questa considerazione va attuata su funghi abbondantemente cotti. (Vengono escluse da queste considerazioni il Genere Boletus gruppo edulis, l’Amanita caesarea e il Coprinus comatus). A proposito del Genere Boletus e relativo gruppo, occorre però tener presente le problematiche relative ad intossicazioni di tipo gastroenterico emerse in questi ultimi anni.

 

Helvella crispa

Spugnola crespa

Funci di chiddi rizzi

Munacheddi

In boschi di latifoglie o misti.

Cystoderma terreyi Harmaja

Cistoderma color cinabro

In boschi di aghifoglie, di latifoglie o misti.

Hydnum repandum

Steccherino dorato

Funciu musca

Funci di iaddu

latifoglie e aghifoglie

Tricholoma terreum

Kummer

Tricoloma terreo, Moretta

Func'i canittu

In boschi di aghifoglie.

Pleurotus eryngii

Quélet var.ferulae Lanzi

Fungo della ferula

Funci di ferra o Fungi di Ferla

Pleurotus eryngii

Quélet var. nebrodensis

Funci di firrazzolu

Su radici di Laserpitium.

Tricholoma populinum

Lange

Tricoloma del pioppo

Funci di chiuppu

Associato al pioppo.

Sarcodon imbricatus

Karsten

Steccherino bruno

Ventri di crapa

In boschi di aghifoglie.

Macrolepiota procera

Singer

Mazza da tamburo, Cappellino

Func'i coppu, Nippiteddu

aghifoglie o prati.

Morchella conica

Persoon

Spugnola bruna (dopo prolungata cottura)

Ventripecura

In boschi di aghifoglie.

Lycoperdon echinatum

Vescia echinata

Funci tabbaccari

In boschi di latifoglie

Pleurotus ostreatus

Kummer

Orecchione, Gelone

Funci di traversa

Su tronchi di latifoglie

Helvella lacunosa

Cappello da prete

Funci di chiddi rizzi

Ubiquitaria.

Lactarius deliciosus

S.F.Gray

Lattario, Sanguinaccio

Rusitu, Russiddu

boschi di aghifoglie

Cantharellus cibarius

Gallinaccio, Galletto

Cricchia di jaddu,

Iadduzzu, Ciurrittu

Morchella esculenta

Spugnola gialla (dopo prolungata cottura)

Ventripecura

Ubiquitaria.

Chroogomphus rutilus

Chiodetto

Funciu vavusu

Funciu viscidu di zappinu

In boschi di aghifoglie

Hydnum rufescens

Steccherino dorato

Funciu musca, Funci di iaddu

latifoglie e aghifoglie.

Amanaita Caesearea

Ovulo buono o Fungo reale

querce e castagni

 

 

 

 

 

 

 

Nell’ambito della flora micologica etnea, particolare interesse merita la famiglia delle Boletaceae s.l. che annovera specie dal carpoforo carnoso con imenio a tubuli e pori, perlopiù micorriziche, molte delle quali commestibili, altre tossiche.

Le prime sono molto bene rappresentate soprattutto dai "porcini" genericamente noti, in vernacolo, come fùncia purcina e fùnci fimmineddi (funghi porcini).

 

 

gruppo di "boletus edulis etna" (foto di Francesco Raciti)

 

 

 

gruppo dei BOLETI (famiglia delle Boletacee)

 

Boletus edulis Bull.:Fr.

(Porcino bruno)

testa di fagu, (testa di faggio); fùnciu di siddu,

cenosi a leccio e a betulla e in genere presso latifoglie (castagno, faggio) e pino laricio

Rifugio Citelli, Vituddi, Serra la Nave, Filiciusa, Milia, Tardaria, Rinazzi.

Boletus aereus Bull.: Fr.

(Porcino nero)

testa niura (testa nera); fùnciu di siddu; pùrcinu niùru (porcino nero); lardaru, per la taglia robusta

latifoglie, querce, castagni e noccioli, bosco misto a cerro e roverella, leccete

  Cerrita, Monte la Nave, Fontana Murata, Rinazzi, Zafferana Etnea, Citelli, S. Alfio

Boletus pinophilus Pilát & Dermek

testa russa, (testa rossa); funciu siddu)

pino laricio

Linguaglossa

 

 

Boletus aestivalis (Paulet)

(Porcino estivo)

fùnciu lardaru; siddu

cenosi a leccio e a betulla,comune anche nelle faggete, nei castagneti e noccioleti dell’Etna

Monte Minardo, Monte S. Maria, Monte Maletto,

Serra la Nave, Tardaria, S. Alfio

Boletus regius Krombh

presso latifoglie

Bosco del Flascio.

Bolentus Fragrantes: B. fragrans Vittad

fùnciu ebreu (ebreo); fùnciu di castagna,

f. di pumu; f. di castagno, f. di pomo

querce e lecci

Milo, Bosco del Flascio; Monte Minardo,

 Filiciusa-Milia

 

 

Boletus impolitus Fr.

Boleto dal cappello granuloso

fùnciu d’ogghiu (fungo d’olio, per l’imenio da giallo a giallo-verdognolo, giallo-olivastro).

querce e lecci

Milo, Bosco del Flascio; Monte Minardo, Filiciusa-Milia

 

Boletus Suillus granulatus (L.: Fr.) Roussel

fùnciu di zappinu

pino laricio in cenosi a betulla

Rifugio Citelli, Linguaglossa, Monte Scavo, Monte Maletto

Boletus S. luteus (L.: Fr.) Roussel

fùnciu zappinu, vavusu (bavoso)

pino laricio in cenosi a betulla

Rifugio Citelli, Linguaglossa, Monte Scavo, Monte Maletto

 

 

 

Boletus Gyroporus castaneus Quèl (Bull.: Fr.)

fungo del castagno

fùnciu di castagna, (fungo di castagno); fùnciu cannila (fungo candela)

boschi di latifoglie, prevalentemente castagneti e quercete

Nicolosi, S. Alfio, Tardaria, Etna nord-ovest

Xerocomus chrysenteron  Quélet

boleto dorato

Funciu di filici

Boschi di latifoglie.

Tardaria, Etna nord-ovest

 

 

 

Funghi autunnali – a cura di Enzo Crimi

24 agosto 2015

Fungo_porcino, La disciplina della raccolta e della commercializzazione dei funghi è finalizzata a salvaguardare l’ambiente, la salute pubblica e a promuovere, nel rispetto della conservazione del patrimonio naturale, l’incremento dei fattori produttivi e dell’economia locale che sono anche gli obiettivi della legislazione nazionale in materia. La raccolta dei funghi è subordinata al possesso di un tesserino nominativo che viene rilasciato dai comuni di residenza dei richiedenti, previo il versamento di una quota in denaro e un attestato di frequenza di un corso di formazione da rilasciare da associazioni micologiche. Il tesserino amatoriale permette la raccolta sino a 4 chili di funghi, mentre il tesserino professionale permette di raccoglierne sino a 12 chili. I proprietari all’interno dei propri fondi, non hanno necessità di acquisire il tesserino ma devono ugualmente attenersi alle altre modalità di raccolta. Affinchè non si incorra in fastidiose infrazioni, sarebbe opportuno che i raccoglitori si attenessero scrupolosamente al seguente decalogo di legge preparato dal Corpo Forestale che svolge funzioni di vigilanza:

1. Non bisogna raccogliere funghi nelle ore notturne;

2. Non raccoglierne in quantitativi maggiori a quelli consentiti dalla legge (amatoriale sino a 4 kg giornalieri – professionale sino a 12 kg al giorno);

3. I funghi raccolti devono essere riposti e trasportati in contenitori areati realizzati preferibilmente con fibre naturali intrecciate onde consentire la diffusione delle spore;

4. Per raccogliere funghi non bisogna usare rastrelli o altri mezzi che possono danneggiare lo strato umifero del terreno ed é vietato introdursi con automezzi all’interno di aree demaniali recintate e/o fuori piste carrabili all’interno dei Parchi Regionali;

5. Non bisogna distruggere nessun tipo di fungo, seppur non commestibile e procedere nella raccolta con discrezione e possibilmente in silenzio per non disturbare gli animali innocui ed evitare quelli pericolosi (le vipere sono ancora attive);

6. Non bisogna raccogliere funghi in aree degradate quali vecchie discariche o siti industriali;

 

 

7. Non bisogna raccogliere funghi se si è minori di 14 anni e non accompagnati da persone adulte in possesso di tesserino;

8. I funghi raccolti vanno puliti nel luogo di raccolta;

9. Non bisogna raccogliere funghi all’interno di aziende faunistiche venatorie in periodo di caccia;

10. La vendita di funghi è soggetta all’autorizzazione del comune e sanitaria.

 In caso di violazione dei suddetti dettami o di eventuali altre fattispecie, ai trasgressori saranno confiscati i funghi raccolti e comminate delle sanzioni che variano da 10,00 a 344,00 euro. Infine ricordarsi che i funghi sono sempre un alimento difficile da digerire; evitare quindi il consumo da parte di bambini, donne in gravidanza, persone che soffrono di intolleranze alimentari o disturbi dell’apparato digerente.

 

Enzo Crimi

 Commissario Superiore Comandante del Corpo Forestale della Regione Siciliana – Bronte

http://www.lagazzettacatanese.it/funghi-autunnali-a-cura-di-enzo-crimi/

COME SI PULISCONO

 

  I PORCINI         

 

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Un fungo presente nei boschi del vulcano, non bello da vedere ma ottimo da cucinare e consumare.

Da giovane, dopo alcuni giorni comincia ad invecchiare e chi raccoglie funghi lo scarta proprio perchè diventa nero e molle, infatti lo chiamano fungo "inghiostro" perché macchia le mani.

 

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Si tratta del Coprinus comatus

 

 

gruppo dei LECCINI (famiglia delle Boletacee)

 

I "Leccini", nel vernacolo genericamente liccini, sono rappresentati da specie commestibili, anche se non particolarmente pregiate, presenti presso latifoglie e, prevalentemente, sotto carpini e noccioli.

 

Leccinum carpini

sotto pioppi e betulle

Milo, S. Alfio, Etna nord-est

 

 

Leccinum aurantiacum

Porcinello Rosso

fùnciu d’abbaneddu (fungo di pioppo tremulo)

faggeta pioppi e betulle

Etna nord

 

Leccinum scabrum

Porcinello Grigio

fùnciu di vituddu (fungo di betulla)

cenosi pura a betulla

Rifugio Citelli, Bosco della Cubania, Monte Vituddi, Monte Nunziata, Etna sud-est

 

 

Leccinum melaneum  Pilát & Dermek

fùnciu di vituddi o d’abbaneddu

bosco misto

Rifugio Citelli, Bosco della Cubania, Monte Spagnolo, Monte Nunziata, Monte Scavo

Leccinum lepidum (Bouchet ex Essette)

Porcinello della sabbia

Liccinu, Func'i vacca

In leccete e sugherete.

 

 

Leccinum vulpinum

fùnciu di vituddi o d’abbaneddu

bosco misto

Rifugio Citelli, Bosco della Cubania, Monte Spagnolo, Monte Nunziata, Monte Scavo

 

 

 

 

 

Come Riconoscere i Funghi

L’unico modo certo per distinguere i funghi mangerecci da quelli velenosi e mortali è sicuramente quello di conoscere con certezza le diverse specie ed essere in grado di assegnare loro un nome ed un cognome, allo stesso modo in cui si fa con una persona di sicura conoscenza; anche nell'”arte” di cercare i funghi vale sempre l’antica prudenza: meglio conoscere poche specie bene piuttosto che molte e male.

Allo stesso tempo, si consiglia, a chi intende dedicarsi alla raccolta dei funghi, di imparare a riconoscere bene le specie velenose mortali; fortunatamente dalle nostre parti non sono molte e il saperle riconoscere bene, anche da lontano, è già una cosa buonissima.

 

Oudemansiella radicata Singer

Collibia o Agarico radicato

Su tronchi marcescenti di faggio.

Laccaria laccata Cooke

Agarico laccato

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

Stropharia aeruginosa  Quélet

Agarico Strofaria

Su residui legnosi marcescenti.

Russula delica

Colombina bianca

Func'i cani

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

Geastrum triplex Junghuhn

Geastro a tre strati

Funciu d'acquazzina

In boschi di aghifoglie o misti.

 

Tricholoma focale

Tricoloma

In boschi di aghifoglie.

 

Collybia butyracea Kummer

Collibia butiracea, Collibia a cappello

 latifoglie e aghifoglie.

Coprinus micaceus

Coprino micaceo

Funciu di fumeri

Su tronchi in decomposizione.

 

 

 

Sotto la parvenza della bellezza e dei colori di alcuni funghi può nascondersi l’insidia del veleno, in alcuni casi mortale; da sempre i funghi hanno mietuto vittime tra le persone incaute che se ne sono cibate dopo averli raccolti senza una indispensabile e certa conoscenza micologica. Purtroppo ancora oggi si riscontrano molti casi di avvelenamento e di morte da funghi velenosi; questo perché molte persone inesperte si affidano a personali criteri di valutazione con i quali ritengono erroneamente di poter conoscere e distinguere i funghi commestibili da quelli cattivi.

  

 

Lycoperdon perlatum

Vescia gemmata,

Funci tabbaccari

Ubiquitario.

Lenzites betulinus

Fungo di betulla

 Funciu di lignu

Su legno marcescente di

latifoglie.

Lactarius vellereus

Lattario vellutato

Funciu picurinu

latifoglie e  aghifoglie.

Leucopaxillus gentianeus (Quélet)

Agarico amarognolo

In boschi di aghifoglie.

Lycoperdon pyriforme

Vescia

Funci ri tabaccu

Su legno marcescente di

parchi e giardini.

Lactarius controversus

Peveraccio, Peverone

Funcia lattara

In boschi di pioppo.

Trametes versicolor

Poliporo zonato, Poliporo versicolore

Funciu di lignu culuratu

Su legno marcescente di

latifoglie.

Tricholoma saponaceum

Tricoloma saponaceo

Funciu sapuni

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

Tricholoma aurantium

Tricoloma aranciato

In boschi di

aghifoglie. 

 

Lactarius blennius

Lattario grigio-verde

In boschi di faggio.

 

 

Ganoderma lucidum

Ganoderma lucido, Poliporo laccato

A pipa do nannu

Su legno interrato di latifoglie.

Amanita citrina Gray

Tignosa paglierina

Funciu di cerza

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

Astraeus hygrometricus

Vescia di lupo stellata

Pidita di lupu a stidda

Ubiquitario.

Cortinarius trivialis

Lange

Cortinario a gambo squamato

In boschi di latifoglie.

Tricholoma ustaloides Romagnesi

Tricoloma bruciato

In boschi di latifoglie.

Russula acrifolia

Russula a lamelle appressate

 latifoglie e di aghifoglie.

Russula torulosa

Russula dal cappello rosso

Russula di zappini

boschi di aghifoglie.

Schizophyllum commune

Schizofillo comune

Su legno marcescente di

latifoglie 

 

Scleroderma meridionale Demoulin et Malençon

Scleroderma giallo

Tabacchera

In luoghi sabbiosi, 

Scleroderma verrucosum (Bull)

Scleroderma verrucoso

Tabacchera

Su terreni sabbiosi ricchi di sostanze nutritive.

Phallus impudicus

Satirione

Pizzu fitenti

In boschi di latifoglie o misti.

Pisolitus arhizus

Pisolito

Funciu tabacchera

Su terreni sabbiosi

     

 

 

 

 

 

False Credenze sui Funghi

È falso ritenere che l’annerimento del cucchiaio d’argento, dell’aglio e della cipolla mediante la cottura sia significativo della tossicità dei funghi; può essere così per alcuni funghi, ma ne esistono alcuni, letali, che non hanno nessuna di queste reazioni.

È falso ritenere che i funghi che vengono mangiati dalle lumache o da altri insetti siano di conseguenza commestibili; è risaputo che gli animali con organismo differente dal nostro possono cibarsi di funghi velenosi per l’uomo senza nessuna conseguenza.

È falso pensare che i funghi possano divenire velenosi con il solo contatto con animali o piante velenose.

È falso che i funghi possano diventare velenosi quando crescano sotto determinate piante piuttosto che altre.

 

 

________________

 

È sempre falso credere che la velenosità dei funghi possa essere rivelata dalla vivacità dei colori, dall’odore, dalla loro viscidità, dal mutamento del colore della “carne” una volta esposta all’aria; molti funghi velenosi e letali non hanno nessuno di questi caratteri che al contrario possono essere riscontrati in molte varietà commestibili.

È parimenti falso che i funghi completamente bianchi e di sapore gradevole siano sicuramente commestibili; infatti tra di essi troviamo l’Amanita primaverile che è uno dei funghi più velenosi e sicuramente mortale.

È errato il metodo di far assaggiare prima i funghi ad un animale domestico (gatto o cane) per giudicare un fungo commestibile; questi animali hanno una sensibilità ai veleni diversa dalla nostra.

Esistono persone che sono convinte che i funghi, una volta essiccati, perdano le loro proprietà venefiche; niente di più falso, anzi, con l’essiccazione i funghi perdono solo l’acqua e al contrario ciò che resta ha una concentrazione di veleno ancora più alta.

 

 

Paxillus involutus (Batsch)

Paxillo a margine involuto

Funciu' ncarcaterra

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

 

Hebeloma sinapizans (Paulet) Gillet

Ebeloma a odor di senape

Funciu sinapu

In boschi di latifoglie o misti.

Hypholoma fasciculare (Huds: Fr) Kummer

Falso chiodino, Zolfino

Funciu di zasa

Su legno marcescente di latifoglie e di aghifoglie.

Lactarius torminosus (Sch.: Fr.) S.F.Gray

Peveraccio delle coliche, Lapacendro malefico

Funciu pilusu

In boschi di betulla.

Amanita muscaria  Hooker

Funciu dannusu

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

 

 

 

 

 

 

 

 

VELENOSI E

MORTALI

Amanita pantherina Krombholz

Panterina

Funciu di cerza

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

Tricholoma sulphureum (Bull.: Fr.) Kummer

Agarico zolfino o giallo

Funci d'infernu

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

 Amanita phalloides (Vaill.: Fr.) Link

Tignosa verdognola

Funciu di cerza

In boschi di latifoglie e di aghifoglie.

Assente (finora) dal territorio etneo è B. satanas Lenz (fùnciu lardaru o fùncia lardara)

rinvenuto nel siracusano e nell’ennese. Responsabile di gravi sintomi intestinali.

 

Fra i porcini, abbastanza noti e diffusi sono anche alcuni boleti del gruppo dei "luridi famiglia delle Boletacee" che, com’è noto, comprende sia specie sospette, sia specie che, contenendo tossine termolabili, diventano eduli solo dopo prolungata cottura e che, per tale motivo, vengono indicate, nel vernacolo, come fùnci di pignata (funghi da pentola).

Boletus legaliae Pilát

fùncia lardara, fùnciu canciaculuri

 

 

 

Boletus torosus

responsabile di buona parte delle intossicazioni da ingestioni di boleti nel territorio

bosco misto e castagneti

 

 

 

Boletus luridus Schaeff

fùnciu canciaculuri (fungo che cambia colore); mussu di voi (muso di bue) per il colore olivastro-bruno del cappello;

presente anche nei castagneti. Presso latifoglie, in lecceta, faggeta e castagneto

Monte Fontana, Monte Cerasa, Milo.

 Boletus rhodopurpureus Smotl.

Boleto porporino

russeddu

bosco misto e castagneti, leccete e quercete.

 

Meritano particolare attenzione anche i russeddi e le creste di gallo, in quanto alla loro ingestione sono da imputare la maggior parte delle intossicazioni da funghi ad imenio non lamellare che si verificano nel territorio etneo.

 

 

Conosciamo i Funghi!             

La tradizione della raccolta dei funghi è molto radicata nella Provincia di Catania,sia in pianura che in montagna. E' infatti un territorio ricco di ottime specie commestibili.

Fra le tante specie di funghi è però possibile trovarne alcune non commestibili,talvolta anche velenose e potenzialmente mortali. Sottoporre tutti i funghi raccolti al controllo degli Ispettori Micologici dell'Azienda USL,oltre che essere accessibili a tutti ,offre la sicura garanzia di poter gustare questi ottimi prodotti del sottobosco in tutta tranquillità e sicurezza.

 

I NOSTRI CONSIGLI PER CHI LI RACCOGLIE:

Solo alcune specie di funghi sono commestibili,quindi evitate la raccolta indiscriminata di tutti i funghi ritrovati, perchè questo provoca un grave danno all'ambiente.

Raccogliete esemplari interi e completi di tutte le parti necessarie alla determinazione della specie, pulendoli sommariamente senza tagliare la base del gambo.

Non raccogliete esemplari con vermi o parassiti;varie intossicazioni dipendono da funghi avariati.

Non raccogliete funghi in aree sospette di inquinamento (es. discariche,strade ad intenso traffico,ecc.)

Non usate mai sacchetti di plastica per la raccolta ma cesti rigidi ed aerati.

Se trovate funghi sconosciuti, non raccoglieteli tutti per poi buttarli, ma prendetene pochi e fateli esaminare. Mai fidarsi dei "presunti esperti" o di chi si vanta di "....li ho sempre mangiati!!!".

Non superate mai la quantità massima di raccolta gionaliera stabilita in 3 Kg.

 

PER CHI LI CONSUMA:

Non esistono metodi empirici per verificare se un fungo è commestibile o velenoso.

Le prove con aglio o argento non hanno nessun fondamento scientifico.

I funghi spontanei devono essere limitati ad un quantitativo moderato.

Tenete presente che ogni individuo reagisce in modo diverso di fronte ad un pasto a base di fungo.

 

PER IL CONTROLLO:

Tutti possono accedere liberamente al controllo dei funghi eseguito dagli ispettori Micologici dell'Azienda USL 3: cercatori, commercianti, ristoratori.

E' importante portare tutti i funghi raccolti.

Un campione non è sufficiente, i funghi lasciati in casa possono contenere anche un solo pezzo di specie velenosa o mortale.

I funghi sottoposti a visita devono essere: Freschi (non congelati, secchi o già cotti), interi, non frantumati o tagliati nè raschiati o privi di parti essenziali per il riconoscimento, sani ed in buono stato di conservazione.

 

PER CHI LI ACQUISTA:

Si consiglia di richiedere in visione la certificazione rilasciata dall'Azienda USL nel rispetto delle vigenti normative.

 

PER CONSERVARLI:

I funghi sono alimenti facilmente deperibili, quindi conservateli in frigorifero e consumateli nel più breve tempo possibile.

Cucinateli prima di congelarli.

Per conservarli sott'olio attenetevi a scrupolose regole di igiene e sterilizzate i vasetti per eliminare eventuale presenza di spore botuliniche.

 

IN CASO DI DISTURBI DOPO IL CONSUMO DI FUNGHI COSA BISOGNA FARE:

recatevi immediatamente al pronto soccorso al primo sospetto o sintomo di malessere; portate con voi eventuali avanzi del pasto e dei funghi consumati; non tentate"terapie" autonome; non ingerite nulla (sopratutto alcolici); fornite indicazioni utili per l'identificazione delle specie fungine consumate e del loro luogo di raccolta.

 

DOVE E DA CHI

 FAR CONTROLLARE I FUNGHI

 

SPORTELLI  MICOLOGICI

L'Ispettorato Micologico dell' Azienda U.S.L. 3 è stato attivato nell'Ottobre 2003 ed ha carattere stagionale con aperture al pubblico, orientativamente, da Marzo a Giugno e da Settembre a Novembre.

Le sedi presso le quali è possibile procedere a detto controllo sono indicate nella successiva tabella secondo i seguenti orari:

 

 

Contestualmente è stata già riattivata la reperibilità presso i Pronto soccorso ospedalieri per gli eventuali casi di intossicazione da funghi spontanei.

A tal proposito si ricorda ai cittadini che, ove possibile, per agevolare il riconoscimento dei funghi responsabili di intossicazione, è sempre consigliato portare con sé i residui di funghi crudi e/o cotti.

I micologi aziendali garantiranno, in collaborazione con i 58 Comuni della Provincia, il regolare espletamento dell’attività di vigilanza sia sulle vendita di funghi (in occasione di sagre e similari) sia presso i ristoranti.

L’Ispettorato assicurerà presso i singoli sportelli micologici, i seguenti servizi:

- esame di commestibilità dei funghi freschi spontanei raccolti da privati ad uso proprio (a titolo gratuito);

- rilascio certificazione commestibilità dei funghi freschi spontanei destinati alla vendita al dettaglio, ivi compresi quelli destinati alla ristorazione pubblica (previo pagamento di 1,00 euro per chilogrammo su c/c 49436850 ASP Catania – causale “diritti sanitari ispettorato micologico”).

 

Al fine di favorire il rilascio di certificazione per i funghi destinati alla vendita e ai ristoranti, si ricorda che i venditori, in possesso di certificato di abilitazione alla vendita, potranno acquistare presso le sedi dell’Ispettorato micologico (previo pagamento del corrispettivo tramite c/c postale 49436850 ASP Catania – causale “diritti sanitari ispettorato micologico”) blocchetti del valore di euro 10,00 50,00 e 100,00.

Ogni blocchetto è composto da 10 buoni da utilizzare frazionatamente per il pagamento dei diritti sanitari con notevole risparmio di tempo e semplificazione della procedura.

Ai sensi della vigente normativa nazionale (L. 352/93 e DPR 376/95) e della Legge regionale n. 3 del 1° febbraio 2006, possono vendere funghi spontanei esclusivamente i commercianti in possesso di certificato di idoneità alla vendita per le singole specie di funghi, riportate sul certificato (che il commerciante è tenuto ad esibire su richiesta dell’acquirente), e tutti i funghi in vendita devono essere preventivamente certificati dai micologi aziendali.

 

Esame per abilitazione alla vendita di funghi spontanei

L’esame per l’abilitazione alla vendita di funghi spontanei si terrà in data 4 settembre 2015 alle ore 9.00 presso l’aula del Dipartimento di Prevenzione Medico del’ASP, sita a a S. Gregorio in via Tevere n. 39

 

Raccomandazioni per i consumatori

Si raccomanda a tutti i consumatori di richiedere al venditore di esibire il certificato di abilitazione alla vendita e soprattutto di acquistare esclusivamente funghi in possesso della certificazione dell’Asp. Tale certificazione infatti garantisce la commestibilità dei funghi e riporta altresì la data entro la quale gli stessi vanno tassativamente consumati.

 

L’Ispettorato resterà aperto fino al 30 novembre per riaprire successivamente, in base alla stagionalità, nel periodo primaverile.

 

 SEDE CENTRALE ISPETTORATO

(EFFETTUA ATTIVITÀ DI COORDINAMENTO MA NON DI CONTROLLO MICOLOGICO)

 Via Tevere n. 39 Cerza S. Gregorio tel 095-2540167/114/122 fax 095/7170179

 

SPORTELLI MICOLOGICI

 Tutti gli sportelli micologici saranno aperti dal martedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 9.00.

Tutti i lunedì e i giorni successivi ad un festivo dalle ore 8.00 alle ore 10.00

Gli utenti potranno rivolgersi ai micologi dell’Asp Catania il lunedì (e i giorni successivi ad un festivo) dalle ore 8.00 alle ore 10.00 e dal martedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 9.00.

Nei mesi di ottobre e novembre saranno previste (e successivamente comunicate), come negli anni precedenti, anche delle aperture straordinarie nei fine settimana del periodo di maggiore produzione spontanea

 

Caltagirone P.zza Marconi, 2 0933/57345 0933/353016

S.Gregorio – Cerza Via Tevere, 39 095/2540122-157-114

Giarre Via Don Minzoni, 1 -4° p. 095/7794556 095/7791898

Licodia Eubea Via Marconi, 1 095/7170179 0933/963006

Mascalucia Via Regione Siciliana,12 095/7502103 095/7502104

 

 

 http://www.salvatoresaitta.it/

http://www.funghiemicologia.com/

http://www.fungaiolisiciliani.it/

http://www.etnanatura.it/funghi/

https://www.fungaiolisiciliani.it/newsito/

 

 

I nomi in dialetto dei funghi dell’Etna

 

I funghi fanno parte della mensa dei siciliani da tempi immemori. Da pietanza popolare quale sono, si sono guadagnati il loro marchio di “sicilianità”: un nome in dialetto attinto dalla fantasia collettiva. Facendo una ricerca, si scopre che i nomi riservati ai funghi dell’area etnea coincidono più o meno con le denominazioni in uso in tutta la Sicilia orientale. E’ così che i gustosi porcini (Boletus di varie tipologie commestibili) diventano i lardara, i chiodini (Armillaria Mellea) i funci i cerza, l’ovolo buono è il funciu d’ovu e i pineroli funci di zappinu. E l’elenco continua. Le mazze di tamburo (Macrolepiota procera) sono i funci cappiddini, i sanguinacci (Lactarius Deliciosus) i ruseddi, i galletti (Cantharellus cibarius) i cricchi di iaddu, i funghi di ferla (Pleurotus eryngii) funci ‘i ferra.

 

 

 

 

Ingredienti: (dosi per 4 persone) 250 grammi di pappardelle; 250 grammi di funghi porcini freschi 200 cc di panna fresca da cucina 100 di vino bianco secco 80   grammi di burro 80   cc di olio d’oliva extra vergine  3   cucchiai di prezzemolo fresco tritato 3   spicchi d’aglio Grana Padano grattugiato Olio extra vergine d’oliva,  sale, pepe in grani q.b.

Pulite i porcini freschi  e tagliateli a fettine sottili. Togliete la parte centrale dell’aglio, poi tritatelo finemente. Infine, sminuzzate finemente anche il prezzemolo. In una padella capiente versate l’olio, il burro e ¾ del aglio tritato. Lasciate soffriggere e fuoco  basso.

Aggiungete i porcini affettati freschi. Fateli saltare sul fuoco basso finché avranno assunto una leggera doratura. Insaporite con sale e pepe e irrorate con il vino bianco. Aggiungete l’acqua impiegata per ammollare i porcini, evitando l’impurità lasciata in fondo.

Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua salata. Nella padella dei funghi, aggiungete la panna e cuocete e proseguite la cottura sempre su fiamma bassa.

Quando l’intingolo avrà assunto un colore d’orato aggiungete il prezzemolo tritato e mescolate. Scolate la pasta bene al dente, trasferitela  nella padella, quindi incorporate con l’aglio rimasto e miscelate bene. Aggiustate di sale e pepe, se necessario, cospargete con formaggio grattugiato al momento  e servite in tavola. Buon Appetito!