Piazza Stesicoro, Cappuccini, San Berlllo Vecchio

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POLPETTERIA

 

AL GUSTO SICILIANO

 

BLANC A MANGER

 

ETNEA UNA

 

GRANDE ALBERO

CURTIGGHIU

 

FILOMENA

 

SIKUCINA

 

NOVANTA500

 

TRATTORIA DEL

 CAVALIERE

 

CICIULENA

 

AL CAPONE

 

DA NUCCIO

 

BE QUIET

 

DA ALDO

ME CUMPARI TURIDDU

 

FUD CATANIA

 

UVA RESTAURANT

 

VIA MONTE

SANT'AGATA

 

GIOVANNI VERGA

 

 

L'ALTRA ACCADEMIA

 

LA CROCE DEL SUD

 

I QUATTRO MARI

 

IL SALE

 

FISH RESTAURANT

 

 

AL VICOLO

PIZZA E VINO

 

STREET 54

PALINURO

 

F.LLI LA BUFALA

CUORE DI MOZZARELLA

 

SLETO

 

LA LUNA

 

CANTINA MANGANELLI

SAZI E SANI

 

LA CAPANNINA

 

LA PINSA

ORIGINAL

 

PAPE'

 

TRANCIO

 

SQUIB

 

MAD IN ITALY

SCARDACI CAFE'

 

SQUIB

 

LE QUINTE

 

LA CIRRA

 

 

FEELIN' GOOD

 

LA CIRRA

 

CAPATOAST

 

UNO STRANO LOCALE

 

MALAZENE

 

PITTI

MAFALDINERIA

 

BURGER BOSS

 

BACU'

MALARAZZA

 

LUNI

 

IL TAGLIERE

BAR KENNEDY

 

SIKELIA LOUNGE BAR

 

BARNAUT

 

 

RAZMATAZ

TABACCO

 

BAR STESICORO

BAR PUCCINI

 

CAFFE' PAM PAM

UZETA BISTROT

 

EASY CAFE'

 

COLLAGE BOUTIQUE

 

THE BOOZER

 

GLAMOUR HOPPE

 

VERMUT

 

JOYCE IRISH PUB

 

THE BOOZER

CIATU

 

COCOTTE

 

CANTIERE GEMMELLARO

ETNA ROSSO

 

VINICOLO

 

PAMOCHA

IL CIRNECO DELL'ETNA

 

JAMES JOYCE

 

MILLE E UNA NOTTE

ETNEA ROFF

 

YOGHY E BOO BOO

 

ARABIAN KEBAB

 

INDIAN CURRY

 

LA GRANDE MURAGLIA

 

MC DONALDS STESICORO

 

P.K.

CRISTALDI 

TOKYO

 

GINGER SUSHI

 

7 EVEN

DI DIO BISCOTTERIA

 

SCARDACI

STECCO NATURA

 

MY CREAM 109

PASTICCERIA SOAVE

CAFFE' EUROPEO

 

INSIGNE CAFE'

 

 

 

 

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Via Santa Filomena la vanedda chic di Catania

di Lucia Murabito

Meta di turismo enograstronomico, centro della movida catanese e nuovo salotto della Catania bene: questa la descrizione che ormai da qualche tempo viene fatta di via Santa Filomena.

Vanedda incastonata tra via Umberto, via Etnea e via Pacini, via Santa Filomena è ormai “sulla bocca di tutti”: non c’è catanese che non abbia testato la qualità e la varietà di prodotti che i tanti locali – tutti diversi per impostazione, target e offerta – portano in tavola.

 

 

Usciti indenni dai recenti controlli a tappeto dei Nas, i ristoranti di via Santa Filomena sono l’isola felice per i palati sopraffini e per le buone forchette, il baluardo dell’autocontrollo alimentare a Catania.

Ma volendo – concedetecelo per una volta – lasciare da parte l’ormai imperante riferimento gastronomico, va ricordato come questa graziosa viuzza del centro storico nasca come via degli artigiani.

In tempi non sospetti, via Santa Filomena contava numerose botteghe di produzione manufatturiera: rilegatori, pellettieri, sarti e le pioniere della produzione di oggettistica con materiali di riciclo.

Pochi i superstiti, incastonati come gemme nella moltitudine di ristoranti.

Preziose come gemme le realtà di cui stiamo parlando: Boudoir 36, Ibridi e la libreria Vicolo Stretto.

E a parlarci della realtà di via Santa Filomena è proprio Maria Carmela Sciacca, titolare della libreria Vicolo Stretto. 23m² di legno, libri e “vibrazioni positive”, come dicono i clienti di questa perla della cultura catanese.

Mari è qui da tre anni, da quando via Santa Filomena era ancora la strada degli artigiani: nella sua libreria organizza laboratori per bambini, conferenze, mostre pittoriche, performance musico-teatrali, corsi gratuiti di lingua spagnola. “E poi vendiamo libri” conclude. “Tornata dalla Spagna laureata e disoccupatissima mi hanno proposto questa botteguccia: costava poco e io non avevo la più pallida idea di che cosa significasse gestire una libreria e di cosa sarebbe diventato questo posto.

Adesso, a distanza di tre anni, ho la consapevolezza che i miei clienti sono i miei e non di via Santa Filomena. Perché chi sceglie Vicolo Stretto ne sceglie la filosofia: tutto è accuratamente selezionato e organizzato secondo uno spirito. Siamo una libreria indipendente. Qui invece tutto è massificato, manca totalmente il concetto di bellezza diffusa e di varietà dell’offerta: mi piacerebbe vedere qualche negozio in più su questa strada”.

Sì, perché se la via dei ristoranti ricorda tanto i boulevard parigini, a mancare è proprio la varietà delle attività commerciali che affacciano le loro porte sul vico. “Io ho un’altra concezione del social” ci dice Andrea Ganci, titolare di Ibridi.ibridi

“Questa strada ha un potenziale pazzesco e l’ho sempre immaginata come un salotto elegante e rilassato. Ho aperto il mio brand 7 anni fa: non riuscivo a trovare lavoro e l’idea era quella di creare un negozio dove io stesso avrei speso volentieri i miei soldi.

Da un annetto ci siamo ritrovati al centro di questo fenomeno modaiolo e mediatico, ma non mi sento parte di tutto questo: manca la leggerezza, come atteggiamento e filosofia di vita”.

“Commercialmente – ci dicono entrambi – abbiamo potenzialmente ampliato il bacino d’utenza: adesso passa davvero tanta gente da qui, anche al mattino. Ma, al di là dei nostri clienti affezionati, sono i turisti ad apprezzare la nostra attività”.

“Sarebbe utile un’associazione dei commercianti di via Santa Filomena”, ci dice Andrea Ganci. “L’unione fa la forza e per ora non riusciamo nemmeno a far rispettare il divieto d’accesso a macchine e motorini: questa strada dovrebbe essere pedonale sempre, non solo il sabato sera quando il muro di gente ti impedisce materialmente il passaggio.

 

Sarebbe bello che l’arredo urbano fosse curato in maniera uniforme, con panchine, fiori. E sono certo che la gente troverebbe utile avere a disposizione una linea wi-fi gratuita. E non solo per pubblicare le foto dei piatti su Facebook”.

“Avremmo più voce in capitolo anche con l’amministrazione comunale”, conclude Mari. “Se la strada è sempre pulita dobbiamo ringraziarci a vicenda: ognuno fa la sua parte pulendo il proprio pezzo di marciapiede. Lo spazzino passa, ma sembra fare finta. Il problema però è che qui ogni commerciante parla di Via Santa Filomena, ma in realtà parla della propria attività”. Su una cosa sono tutti d’accordo però: via Santa Filomena è una realtà a sé stante, da salvaguardare e migliorare. Con qualche accorgimento e un po’ di collaborazione si potrebbe anche esportare e usare come modello per l’intero centro storico catanese.

http://catania.sudpress.it/_/via-santa-filomena-la-vanedda-chic-di-catania/

 

 

 

 

 

 

 

 

          

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 UZETA  Bistrot Siciliano

Un locale molto accogliente, ben curato, con una straordinaria accoglienza. menu di tapas eccellente e scelta di drink di particolare qualità. Lo caratterizza un servizio particolarmente attento nel consigliare sia il cibo che il vino con grande attenzione e competenza. prezzi assolutamente più che adeguati alla qualità dei prodotti e del servizio.

Se vi trovate da queste parti non potete non andare da Uzeda! Il locale è bellissimo,è molto caratteristico e si respira proprio aria di Sicilia. I cocktail ed il cibo sono proprio buoni, così come i prezZi. Il.personale è molto gentile. Mi è piaciuto molto anche trovare la crema per le mani in bagno...una piccola "coccola" per noi donne. Sono queste piccole cose che fanno la differenza e che ti fanno decidere se tornare o meno in un locale. Ed io da Uzeda ci tornerò sicuramente.

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Ciccio, Paolo e Giovanni, sono loro i ragazzi che ti accolgo appena varchi la porta..e sono adorabili! Si respira aria buona quando entri: il locale è molto curato, caldo e accogliente. Ogni volta che ordini da bere fai nuove esperienze, drink sempre nuovi, fuori dai soliti menú e le materie prime sono eccellenti. Per nn parlare di tutti quei piatti gourmet dal profumo siciliano che puoi ordinare..

E poi... e poi è sempre festa.. e io ci torno

Bravi ragazzi, finalmente la via penninello è tornata a vivere come prima ..più di prima!

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Non conoscevo questo posto,mi sono fatto trasportare dalle note musicali di un sobrio swing .incuriosito dalla musica ho deciso di entrare .location accogliente ,personale disponibile .che dire,fatevi consigliare dai ragazzi ...se avete tempo ascoltate pure la storia dell'identità di questo posto,ne vale la pena poiché dietro le lettere uz esiste un mondo intriso di leggende.scelgo di sorseggiare un cocktail,ottimo ,talmente buono che decido di prenderne un altro .tra una chiacchiera e l'altra scambiata con il carismatico proprietario mi rendo conto di aver voglia di stuzzicare qualcosa e qui arriva il bello,perché UZ propone ottime tapas ,in gergo"sbrogghiapitittu",che senza alcuna presunzione possono pareggiare la qualità di un classico ristorante gourmet.tornero' sicuramente

 

 

 

 

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Qualunque sia il percorso scelto per trascorrere la serata, c’è un momento che accomuna tutti i nottambuli a spasso per le città dell’Isola: il rito della colazione all’alba.

Che si tratti del classico cornetto appena sfornato, di una granita o di una cioccolata calda… bar, laboratori e pasticcerie cominciano ad affollarsi tra le 4 e le 6 del mattino, con le macchine per caffè espresso che producono a ritmo continuo caffè e cappuccini e l’aria che si riempie dei racconti della serata appena trascorsa. E domani è un altro giorno, o meglio, un’altra notte…

 

 

 

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A Fera o Luni

Ricco di molteplici e caldi colori, allegre musiche, tintinnii di campanellini degli abiti orientali, profumi intensi e coinvolgenti, fra i tendoni rossi, blu e bianchi, si snoda il mercato storico di Catania, in gergo a Fera o Luni.
Luogo folkloristico, ricco di tradizione, in cui si può trovare davvero di tutto, dalla frutta e verdura al pesce, dalle carni ai formaggi, dagli indumenti agli attrezzi e ai materiali per realizzarli, dagli utensili alle scarpe, dalle stoffe ai vestiti e agli accessori di seconda mano.

Vi si accede da via S. Gaetano alla Grotta, dietro piazza Stesicoro, dove fa angolo palazzo Beneventano, con il suo portone possente, sopra il quale, sostenuto da due angeli, si colloca lo stemma del casato raffigurante un l
eone e un orso in posizione eretta.
Qui si trovano per lo più bancarelle di indumenti, caratterizzati dai colori eccentrici dei costumi e delle magliette, da quelli caldi delle tuniche arabe e delle pashmine, dal luccichio dei piccoli gioielli realizzati a mano accostando coralli, ametiste, turchesi ad argento o metallo.

Percorrendo tale via, fra le musiche diverse ed il vociare incessante si incontra sempre un signore di colore, anziano, magro e pacato, il quale, con voce gentile offre la sua merce: federe di cuscini colorati, azzurri, verdi, bianchi e al rifiuto del passante augura con il sorriso sulle labbra un buongiorno.
Seguendo l’arteria si giunge in piazza Carlo Alberto, centro della fiera, zona di pesce fresco, di merluzzi, triglie, calamari, polipi, pesce spada, frutti di mare adagiati su un letto di ghiaccio e innaffiati con acqua di mare. Accanto a questi gli aromi per condirli: aglio, prezzemolo, basilico, limoni grossi, gialli, succosi, spezie ed aromi, offerti al passante dai venditori che magari intercalano qualche commento, a volte anche in versi, che descrive la merce esposta.

Vengono poi i banchi di frutta di stagione, sapientemente adagiata in forma di piramide, e le ceste di verdure, di peperoni rossi e verdi, di melanzane violacee, di pomodori indicati dai venditori con solerzia ai passanti e i banchi dei formaggi dove una voce sovrasta le altre urlando “Pepato vecchio”.
In questo periodo l’arancione delle arance rosse di Sicilia è sostituito dal verde dei fichi d’india, e dal giallo delle pesche, accompagnati dai colori forti delle ciliegie, dalla delicatezza delle fragole, dal tocco esotico di ananas. Non possono mancare neppure i meloni: essi, gialli, rossi, piccoli, grandi, angurie o c.d. cantalupi, si comprano “a prova”, ovvero dopo averne assaggiato il sapore.
La via Pacini e la via Grotte Bianche sono dominate per lo più da macellerie che espongono le carni all’aperto, le tagliano in strada, espongono ceste ricolme di uova sovrastate spesso da una gallinella di paglia. In quelle zone si trovano anche terrecotte artigiane decorate, arnesi da cucina in latta e vetri colorati.

Sia fra i venditori che fra gli acquirenti le nazionalità sono diverse: africani, asiatici, italiani di Catania e provincia, siciliani si incontrano, chiacchierano, propongono i loro prezzi, li comparano con la qualità offerta, discutono fra loro del Catania calcio o del film visto in tv la sera precedente, intessendo una vera e propria amicizia che si accresce giorno dopo giorno.

 


Anche i prodotti da consumare al minuto hanno la loro importanza in un contesto tanto tradizionale e folkloristico: accanto a pizzette, cartocciate, patè e cipolline, è possibile assaporare il seltz, ottima bibita artigianale in diversi gusti che vanno dal limone al mandarino verde, dal chinotto al tamarindo, bevanda che, soprattutto in estate, riesce a far tollerare meglio il caldo catanese.
Fanno da sfondo palazzi d’epoca e due chiese: la Basilica del Carmine del 1737, che presenta una facciata di pietra calcarea con zoccolato in pietra lavica e tre navate precedute da un ampio vestibolo sormontato da tribuna, all’interno della quale si possono ammirare quattordici vetrate artistiche raffiguranti Santi carmelitani, realizzate con la tecnica medievale grisaille che, mediante l’uso della polvere di piombo sul vetro, permette la realizzazione di particolari policromi e del chiaroscuro, e la piccola chiesetta rupestre di San Gaetano alle grotte, costruita su una grotta vulcanica, con affreschi cinquecenteschi purtroppo andati quasi interamente perduti.
Sovrasta, ma senza interferire, l’Etna che dall’altro veglia su Catania.
www.angelaallegria.com   Luglio 2009 in Katane

 

 

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