Guida per conoscere i regali che l'Etna fece a Catania sotto forma di colate laviche, soprattutto quelle del 1381. Scaraventati in mare a causa della sua ira, questi regali crearono senza volerlo la meravigliosa scogliera catanese. Che dire, a questo punto, a sua Maestà? "Va be' , eri incazzato.... pero' azz, grazie!"
La generazione odierna conosce la scogliera solo per il passeggio, ignorando con consapevole menefreghismo la denominazione dei luoghi che pochi altri conoscono solo per un tuffo o perche' proprio lì abboccano i muletti e i mazzuni; altri ancora sanno a malapena dov'è "‘u scogghiu a varca" in piazza Europa. Male!
Se oggi proponessi alla nuova gioventù, sempre più disinteressata alle sue origini, di fare un bagno o "Unnazzu" mi sputerebbe subito in faccia credendolo un insulto. Niente, non sanno niente .... e niente c'è in giro che possa lasciare traccia ai posteri.
Grazie ad "anziane" informazioni ma soprattutto alla preziosa ed ormai introvabile opera scritta decenni fa da Pippo Testa e Mimmo Urzì, puntando il mouse con la mano destra e studiando il libro con la mano sinistra, ho ricostruito a modo mio la mappa della costa da Acitrezza all'Armisi, dividendola nelle sezioni dei Ciclopi, Cannizzaro, ‘u Monucu, Ognina, Rotolo, San Giovanni Licuti e Gaito. Su ognuna di esse si può cliccare per accedere ad altre pagine dedicate al luogo e alla storia di ogni spuntone roccioso o fonte d'acqua dolce che ancor oggi fuoriesce dal Longane, il fiume sotterraneo che mai si piegò alla furia del vulcano.
La fantasia della marineria catanese nel soprannominare (cosiddetto peccuru o peccu) qualcuno o qualcosa è straordinaria: il più delle volte la denominazione di una località non è dovuta allo sfizio del marinaio nell'affibbiare a tutti i costi un nomignolo a un determinato luogo, ma nasce dall'esigenza di segnare e ricordare punti cui fare successivamente riferimento, quindi poter individuare i luoghi dove c'è più "rastu" (il pesce) e il suo comportamento nei fondali, i venti e le correnti nella zona o la presenza di sorgenti d'acqua dolce.
Dare un nome ad un sito marittimo era fondamentale per l'orientamento dei pescatori. L'esempio di Acicastello è bellissimo: usavano la chiesa del santo protettore dei castellesi per agevolare lo spostamento della loro motobarca. Pertanto, in base a dove compariva la cupola (il punto più alto do Casteddu ) fra i promontori lavici sul mare, i siti venivano etichettati come S. Mauro ammucciatu, S. Mauru a rendi (appena visibile), S. Mauru affacciatu, S. Mauru apertu. Geniale, no? Ma altre volte la denominazione era dovuta ad una storia di crimine come il Cavadazzu, oppure a una trattoria scomparsa come quella del Carabiniere. Trattasi, sempre e comunque, di punti di riferimento marinareschi.
Lavorandoci, ho esaminato vari scogli e frangiflutti, a costo di farmi guardare con sospetto quando sono stato costretto a recarmi sul luogo (spesso angusto, mal consigliato o fin troppo custodito) per tracciarlo e documentarlo qui dentro. Sì, anche questo si chiama sbaddu, piacevole sbaddu che mi ha incuriosito con divertimento. Ovviamente sono ben accettate modifiche, integrazioni e suggerimenti da chi è più erudito del sottoscritto.
Spero che questo lavoro serva affinchè un catanese (sarebbe pure un suo dovere) in futuro possa dire alla sua amata "vuoi sapere perchè il posto dove stiamo prendendo il gelato si chiama così?"
Andiamo dunque ad imbarcarci per percorrere, da nord a sud, la nostra splendida scogliera.
Buon proseguimento di navigazione.
(Mimmo Rapisarda)

 

 

cliccaci sopra e ti verrà spiegato tutto, scoglio per scoglio.

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In questa pagina è disponibile il Poster contenente tutte le sezioni riunite della Scogliera catanese da Acitrezza all’Armisi. Il poster è scaricabile “free” (tasto destro del mouse per salvare l’immagine). Se vuoi, puoi farlo stampare, incorniciarlo in "verticale" e appenderlo per lungo su una parete della tua casa al mare e dire ai tuoi ospiti “ti spiego la scogliera Etnea”.

https://www.mimmorapisarda.it/scoglieraposter.htm

 

 

 

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