Sveglia alle 8.00. Ciao Los Angeles, chissà se un giorno ci rivedremo più?. 

Destinazione Deserto dell'Arizona, o meglio conosciuto come Sonora Desert, passando per Palm Springs e poi fino alla sua capitale: Phoenix.

Lasciamo la città e le sue grandi arterie a più corsie, rendendoci conto di quanto sia importante il settore automobilistico qui in America. Sempre per business e per far arricchire sempre di più l'industria automobilistica americana, i grandi investimenti statali vengono sempre di più dirottati al trasporto su gomma anzichè su quello a rotaie (che non fa arricchire nessuno). Quindi, si abbandonano sempre di più i binari che farebbero viaggiare i pendolari a basso costo (come, al contrario, si fa in Europa) per investire sempre di più in superstrade e far correre auto, sempre più auto.  

Nonostante il gran numero di autovetture, paradossalmente non ci si blocca per un'ora a un incrocio perchè un imbecille ha parcheggiato in terza fila. Qui per un'infrazione del genere ritirano la patente per un anno e senza quella, vista la carenza di altri mezzi di trasporto quali i treni e le autolinee, sei fregato. Perchè la patente ti serve per lavorare e in mancanza devi pregare qualcuno che ti accompagni al lavoro o, al limite, pagare un autista che, fatti i conti, comporterebbe un passivo nel bilancio familiare.  

Qui il traffico è regolato esattamente dall'orario in cui ti trovi in quel determinato quartiere. Sai già esattamente quanto tempo impiegherai per uscire dalla città a quell'ora o a quell'altra ora, perchè tutto è programmato e tutto fila liscio come si deve. Quindi si dice "abito a un'ora, due ore da Los Angeles" e non "a 50 miglia, 100 miglia". L'unità di misura è il tempo e non lo spazio. A proposito, non ho sentito suonare un clacson!

La  società statunitense, ancor oggi, continua ad essere menefreghista e cinica, cioè sfrutta la bassa manodopera (come ai tempi dello zio Tom) costituita da disperate masse clandestine di messicani, portoricani ed asiatici, pagandoli  con stipendi da fame per ricavarne profitti. Vi chiedete, come questi fanno  a campare? Presto detto: con il resto che raggiungeranno con le mance che lasciano tutti  - quindi l'America -  e che a volte arrivano fino al 25 % (se non le lasci ti guardano come un cafone), contribuendo così alle mancanze del loro datore di lavoro che nel frattempo si arricchisce sempre di più, sempre di più. Come queto signore in America ce ne sono tantissimi, che fino a quando va  bene si arricchiscono e quando  va male diventano dei barboni in due giorni, ma senza farne un dramma perchè sanno che qui tutto è possibile. Ecco perchè lo chiamano il regno  del Capitalismo, proprio per lo sfruttamento dei lavoratori a favore del profitto dei Padroni;  ma anche il Paese del libero mercato e dalle mille opportunità perchè se è vero che il tuo datore di lavoro non avvisa prima di licenziarti, che per farlo non è necessaria una valida motivazione, che per metterti alla porta gli basta solo un'ora di ritardo alla tua timbratura, che per mandarti sulla strada non teme  alcuna rivendicazione sindacale a tua difesa, è altrettanto vero che il nuovo lavoro lo ritroverai già l'indomani. Nel bene e nel male, è anche questa.....l'America! Una cosa che ancor oggi certamente farebbe rabbrividire quel che è rimasto del Cremlino.

Questo è uno dei principali motivi per cui gli Stati Uniti vengono odiati da chi la pensa esattamente al contrario, da quelli che la condannano facendone un pacchetto "tutto compreso" da gettare nel cestino, rinnegando "in toto" tutta la sua storia, la sua cultura più pulita, la sua letteratura, la sua arte, la sua musica, a volte anche la sua eleganza, i suoi straordinari ed immensi territori che certo non sono stati donati da Nixon, ma da Madre Natura!

 

 

Io sono una persona di sinistra, ma che odia certe "etichette" e non è d'accordo con chi, proprio per questo, preferisce la vacanza a Cuba o a Soci pur di non mettere piede nel grandioso Grand Canyon perchè in casa del nemico e che puzza tanto di capitalismo e di dollari americani. Capisco che la società americana è ancor oggi da cestinare e tutta da rivedere, che questa è la madre dell'embargo a Cuba, dell'invasione in Iraq e Afghanistan, del carcere di Guantanamo, del Ku Klux Klan, della malavita organizzata. Però credo che qualcosa  da salvare ci sia ancora. Il disprezzo che se ne fa "a priori" mi sembra davvero esagerato, pensando il contrario non si rispetterebbero martiri come i Kennedy, Martin Luther King e tutti coloro che si sono sacrificati per le sorti di questo Paese.

E poi, suvvia... alla fine anche Peppone, addirittura travestito da prete, si è convinto a salire a bordo con Don Camillo per volare in America. Perchè l'ha fatto? Perchè ha capito che Geo, per fortuna, non è colorato nè di rosso, nè di nero, nè di azzurro.

Tutttavia, le cose stanno cambiando anche qui. Un grande popolo, poi, si riconosce dai repentini cambiamenti che attua nel corso della propria storia e nella scelta dell'uomo che lo dovrà guidare. Prova ne è la vittoria di Obama: nero ed afro-americano proprio come i suoi avi che arrivarono nel '700 come schiavi, di cognome Obama come il nemico numero uno e "abbronzato" come lo ha visto qualcuno. Eppure eletto a stragrande maggioranza. Che sarà stato allora, il suo carisma? la sua intelligenza?... il suo fascino?

Qualità e virtù che Obama possiede, e lo sa. Anche gli americani lo sanno, il mondo intero lo sa. Ma non sono state queste. Chissà perchè, ma come la maggior parte dei suoi compatrioti ne siamo rimasti stregati a livello planetario e siamo consapevoli che quest'uomo segnerà la storia, senza dubbio. Non sappiamo il perchè e come, ma lo sappiamo. Ne siamo tutti convinti, nemici compresi.

 

 

 

Con i venti che tirano, certo non lo invidio. La recente crisi finanziaria ha colpito duramente la nazione soprattutto ai danni della classe media, che rappresenta circa il 70 % della popolazione. E' tanto, perchè il rimanente 30 per cento è costituito dai ricchi che problemi continuano a non averne e dai poveri che non avendo niente da perdere, sanno che lo Stato continuerà a garantire un letto e una minestra calda. La rimanente maggioranza, come agli inizi del secolo scorso, è tornata a "fare i conti sul tavolo della cucina di casa", mettendo in vendita il fuoristrada a favore di autovetture molto più economiche (i SUV li ho visti soltanto in Italia, non qui), rivedendo dove risparmiare le spese per pagare l'assicurazione sanitaria e i contributi previdenziali, tirando di quà e di là per garantire ai loro  figli lo sport, la palestra, i college, le feste di compleanno, gli alimenti dopo l'ultimo divorzio e gli ultimi segni di un certo tipo di benessere ormai lontano anni luce.

Oggi accade sempre più spesso che in famiglie americane, sia il padre che la madre intraprendano un secondo lavoro perchè non riescono più ad arrivare a fine mese. Sembrerà strano, ma qui in America è davvero così. Lo stereotipo americano sprecone di American Graffiti, il marine tutto chocolat e cigarettes a quintali, quello degli anni Cinquanta alla Cary Grant o alla Doris Day per intenderci, non esiste più. E' una figura che appartiene ad altri tempi, forse solo alla storia del cinema.

Oggi stentano anche i pensionati, che con le loro retribuzioni sono costretti a vendere proprie case e andare a vivere nelle roulottes; oppure abitare  in grandi condomini di cittadine sperdute e molto lontane, dove la vita costa meno.  

 

Mah, dopo la scemenza luminosa qui sopra torniamo al mio finestrino. 

Vista la caratteristica strada percorsa, con un po' di scatti rendo omaggio alle nuvole americane. Bellissime, stupende, vaporose e camaleontiche. Saranno il vento, gli spazi enormi,  la temperatura, ma qui assumono forme e colori straordinari. In galleria potete trovarne un po', che ho raccolto per voi strada facendo.

 

 

Dopo la sosta tecnica ad Hadley in mezzo al Palm Desert  si prosegue per un caffè (si fa per dire) a Palm Springs, caldissima cittadina artificiale costruita nel deserto e abitata da ricchi americani.

Il viaggio è proseguito poi tutto d'un fiato, compresa la sosta pranzo in un Sizzler a Blythe, lungo la Interstate 10 nei pressi del confine con l'Arizona. 

Si incomincia a vedere il Colorado; gli Arizona Sunset ci accompagnano fino alla capitale  Phoenix'.

Vado a fare un tuffo in piscina e poi a cena, ci vediamo domattina.

 

Stupenda cittadina a due ora di strada da Los Angeles. E' la cittadina delle vacanze, dei week-end, dove i divi e i VIP della California si rifugiano per trascorrere anche solo poche ore di relax, svago e divertimento...
 La città di Palm Spring in California si trova a soli 180 Km da Los Angeles e la si può raggiungere mediante la CA 111 oppure la US 10. Palm Spring divenne una delle località di villeggiature più famose dell'Ovest americano a partire dagli anni Venti, quando numerosi divi di Hollywood iniziarono a recarsi in questo posto per trascorrere le loro vacanze o anche solo dei piacevoli fine settimana. Il motivo è più di uno: da un lato il fantastico clima, dove in inverno  la temperatura resta calda di giorno (tra i 25 e i 30 °C) e fresca di notte (ma mai sotto i 10 °C) e in estate il caldo è secco e sopportabile; dall'altro le numerose sorgenti d'acqua minerale, che permettono alla città (che sorge in mezzo al deserto) di presentarsi quasi come un miraggio, come un'oasi, con le sue palme, i suoi giardini e le sue gigantesche piscine. Le due cose che caratterizzano Palm Spring sono i campi da golf e le piscine con solarium. In effetti, oltre al relax e al divertimento, qui c'è ben poco d'altro da fare. La gente viene apposta per riposarsi, per prendere un po' di tintarella, le donne per trovarsi con le amiche, gli uomini per una partita di golf.

 

Tantissimi sono i divi che trascorrono o hanno trascorso qui molte loro vacanze. Tra i nomi celebri del passato e del presente si possono citare: Frank Sinatra, Clark Gable, Ava Gardner, Dean Martin, Liz Taylor, Lawrence Olivier, Goldie Hawn e la famiglia Douglas. Se avete tempo e voglia, potete trascorrere una mezza giornata assaporando i pettegolezzi di Hollywood partecipando al Celebrity Tour (rivolgersi al Rimrock Shopping Center al 4751 di Palm Canyon Dr.), cioè una visita guidata alle case dei VIP durante la quale vi verranno anche svelati interessanti e curiosi aneddoti e storie sui personaggi più celebri che trascorrono o hanno trascorso qui le loro vacanze.
A Palm Spring la maggioranza degli alberghi sono di fascia medio-alta, tutti dotati di aria condizionata, campo da tennis, sauna, e, soprattutto, una immensa piscina all'aperto (a Palm Spring vedrete le piscine più grandi che avete mai visto).

 

 

 

 

 

 

Il sistema politico degli Stati Uniti d'America è una repubblica presidenziale federale, modellata dalla Costituzione. Le funzioni pubbliche vengono esercitate a due livelli, federale e statale, secondo una ripartizione di competenze stabilita dalla Costituzione. A livello federale, il Presidente, oltre ad essere capo dello stato, esercita anche il potere esecutivo. Il Potere legislativo incombe alle due camere del Congresso, il Senato e la Camera dei Rappresentanti. Il Potere giudiziario ha il compito di interpretare la Costituzione e le altre norme federali ed è composto dalla Corte Suprema e da "corti inferiori", distribuite sul territorio. Ogni Stato ha una sua Costituzione ed un sistema di governo simile a quello federale, con un Governatore eletto dal popolo, un organo legislativo ed un sistema di corti che esercita la giurisdizione nelle materie di ambito statale. La politica è dominata dai due partiti maggiori, i Democratici ed i Repubblicani. Altri raggruppamenti politici hanno minore importanza

PER SAPERNE DI PIU'

I PRESIDENTI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

Washington | J. Adams | Jefferson | Madison | Monroe | J.Q. Adams | Jackson | Van Buren | W.H. Harrison | Tyler | Polk | Taylor | Fillmore | Pierce | Buchanan | Lincoln | A. Johnson | Grant | Hayes | Garfield | Arthur | Cleveland | B. Harrison | Cleveland | McKinley | T. Roosevelt | Taft | Woodrow Wilson | Harding | Coolidge | Hoover | F.D. Roosevelt | Truman | Eisenhower | Kennedy | L.B. Johnson | Nixon | Ford | Carter | Reagan | G.H.W. Bush | Bill Clinton | George Walker Bush

Perchè si scrive Washington D.C.?

La sigla che segue le città americane corrisponde allo stato di appartenenza (CA California, NY New York, ecc.) Equivale alla nostra sigla di provincia.
L'eccezione è Washington, che non fa parte di nessuno stato, ma di un territorio sotto la giurisdizione diretta dello stato federale. Questo territorio si chiama District of Columbia, e questo è il significato di D.C.

I CINQUANTA STATI

PARTITO DEMOCRATICO

(Democratic Party). Uno dei due maggiori partiti politici degli Usa che dalla metà dell'Ottocento si è alternato al potere con il Partito repubblicano. Benché questi due grandi partiti non si differenzino in funzione di ideologie compiutamente definite, sono tuttavia portavoce di diversi gruppi di interesse (vedi lobby) e di soluzioni differenti a singoli problemi concreti. Tradizionalmente la base politica del Partito democratico si compone di una coalizione instabile di conservatori negli stati del sud, di liberal nei centri urbani del nordest e della California e di populisti in alcune città e aree rurali del Midwest. Di orientamento più progressista di quello repubblicano, il Partito democratico fu spesso definito il partito dell'uomo comune, per aver promosso un crescente egualitarismo e soppresso speciali privilegi. Viene ritenuto inoltre un acceso oppositore del mondo degli affari, per le lotte condotte dai presidenti A. Jackson (1829-1837) contro la Banca degli Stati uniti, da W.T. Wilson (19131921) contro i trust e da F.D. Roosevelt (1932-1945) contro alcuni settori del capitalismo finanziario. Tale definizione tuttavia nasconde l'appoggio che in periodi diversi della loro storia i democratici ricevettero dalle componenti più dinamiche del capitalismo americano e, soprattutto al sud, dalle correnti più conservatrici della società.

LE ORIGINI JEFFERSONIANE. Il partito affonda le radici nel Partito democratico-repubblicano formatosi nel gruppo dei sostenitori di T. Jefferson (1743-1826). Difensori dei diritti dei singoli stati e ostili a un rafforzamento del potere federale richiesto dai "federalisti" di A. Hamilton (1755-1804), i repubblicani-democratici rappresentavano gli interessi del mondo agricolo degli stati del sud (i piccoli agricoltori e i piantatori schiavisti) che auspicavano una politica liberista in campo economico e si opponevano alle misure protezionistiche, attuate da Hamilton per favorire lo sviluppo delle attività manifatturiere degli stati del nord. In politica estera erano filofrancesi e fu proprio il sostegno dato alla Rivoluzione francese a inasprire il contrasto con i federalisti. L'elezione di Jefferson alla presidenza nel 1800 provocò la scomparsa dei federalisti, la cui linea politica riemerse però nei decenni successivi. Durante l'amministrazione di T. Jefferson (1801-1809) e poi di James Madison (1809-1817) e James Monroe (1817-1825), furono ampliati i confini degli Stati uniti (acquisto della Louisiana nel 1803 e della Florida nel 1819) e iniziò il popolamento e la colonizzazione delle terre dell'ovest. La coalizione tra pionieri dell'ovest e agrari del sud determinò l'elezione alla presidenza di Andrew Jackson (1829-1837). Con lui venne compiutamente praticato il "sistema delle spoglie" (spoils system) in base al quale il presidente eletto sostituisce i funzionari della precedente amministrazione con persone che ne hanno sostenuto la campagna elettorale. Nelle elezioni del 1832, che videro per la prima volta contrapposti il Partito democratico e il Partito repubblicano nazionale si opposero candidati scelti per la prima volta con il sistema pubblico della Convenzione nazionale.

LA QUESTIONE DELLA SCHIAVITÚ. Il Partito democratico dominò la scena fino al 1860 quando si divise sulla questione della schiavitù tra nordisti e sudisti, rendendo possibile la vittoria del candidato repubblicano A. Lincoln. Tra il 1860 e il 1912 l'unico presidente democratico fu S.G. Cleveland (1885-1889 e 1893-1897). Nel periodo successivo alla guerra civile americana (1861-1865) al sud il partito si schierò con l'elettorato bianco uscito immiserito dal conflitto. Questa posizione fu sostanzialmente mantenuta fino al 1948 quando il presidente H. Truman (1945-1952) abbracciò in modo programmatico la causa dei diritti civili. Durante l'amministrazione di W. Wilson (19131921) vi fu un rilancio delle istanze democratiche (leggi antimonopolistiche, abbassamento delle tariffe doganali, abbandono del tradizionale isolazionismo), cui tuttavia fece seguito il programma isolazionista in campo politico e commerciale dei successivi presidenti repubblicani. Ma la crisi del 1929 segnò la sconfitta della politica di non intervento in economia e inaugurò un periodo di supremazia democratica.

IL NEW DEAL. Con l'avvento alla presidenza di F.D. Roosevelt (1933-1945) e il suo New Deal, vennero attuati per la prima volta quelli che in seguito divennero i capisaldi delle convinzioni democratiche: l'intervento dello stato nel mercato per controllarne e regolarne i meccanismi e il ruolo attribuito al governo federale quale diretto garante nella risoluzione dei problemi sociali. Dal 1932 i democratici detennero generalmente la maggioranza in entrambe le camere del Congresso e tuttavia i presidenti democratici non sempre poterono contare sull'appoggio congressuale, in particolare per il ruolo conservatore sostenuto dai democratici del sud. Nel 1948 queste forze, contrarie all'impegno programmatico del partito sui diritti civili, diedero vita al gruppo dei Dixiecrats (da Dixi, nomignolo per gli stati del sud, e democrat). Nel 1968 un gruppo di oppositori sudisti, guidato dal governatore dell'Alabama George Wallace, acceso segregazionista, portò a una spaccatura nel movimento democratico. Nel corso degli anni settanta e ottanta il partito sostenne con particolare rilievo i movimenti per i diritti delle minoranze e richiese un rafforzamento degli interventi federali nei settori dell'assistenza sociale e sanitaria e in quello dell'istruzione. Tali politiche furono avanzate dal programma di politica interna della "nuova frontiera" del presidente J.F. Kennedy (1961-1963) e realizzate all'interno del programma della "grande società" di L.B. Johnson (1963-1969), soprattutto attraverso il Civil Right Act (1964) e il varo di importanti leggi sociali. Durante le amministrazioni repubblicane di Ronald Reagan (1981-1989) e di George Bush (1989-1993), il Partito democratico subì una grave battuta di arresto e l'abbandono di una parte del suo elettorato (tra cui importanti settori della classe operaia). Ciononostante rimase il partito nazionale di maggioranza (secondo i sondaggi, dal 1960 al 1984 il 40-46% dei votanti si considerava democratico mentre il 22-29% repubblicano), sostenuto dai giovani, dalle donne, dai neri, dalle minoranze, dai gruppi di recente immigrazione e da una parte considerevole degli intellettuali. Fu questa la coalizione che nel 1992 riportò alla vittoria il democratico Bill Clinton, eletto presidente con il 43% del voto popolare.

E. Maranzana

 

PARTITO REPUBBLICANO

Partito repubblicano americano Partito politico degli Stati Uniti d’America, noto anche, dalla fine dell’Ottocento, con il nome popolare di Grand Old Party (GOP). Il Partito repubblicano (The Republican Party) nacque ufficialmente nel 1854 da una coalizione formata dal disciolto partito Whig, dal Free-Soil Party, dal Know-Nothing Party e da democratici del Nord, accomunata dall’opposizione all’estensione della schiavitù nei nuovi stati costituiti con il Kansas-Nebraska Act. L’elezione alla presidenza del suo candidato Abraham Lincoln nel 1861, su un chiaro programma di restrizione della schiavitù, provocò la secessione dall’Unione di diversi stati del Sud e lo scoppio della guerra civile.

La popolarità conseguita con la vittoria degli unionisti valse al Partito repubblicano una lunga egemonia che, interrotta da soli tre periodi di presidenza democratica, ebbe fine con la grande affermazione elettorale del democratico Franklin Delano Roosevelt nelle presidenziali del 1932.

Dalla sua nascita, il partito incarnò soprattutto la componente più influente della realtà americana: quella anglosassone, nazionalista e protestante. Negli ultimi decenni dell’Ottocento la politica repubblicana favorì lo sviluppo dell’industria e fu spesso molto ostile verso gli immigrati, soprattutto quelli provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est e dall’Irlanda, sostenendo la diffusione dei valori del nazionalismo e del protestantesimo.

Nei primi anni del XX secolo il Partito repubblicano avviò una politica fortemente espansionista, soprattutto durante la presidenza di Theodore Roosevelt. Tornato al potere dopo la prima guerra mondiale, continuò a promuovere lo sviluppo industriale del paese, facendo degli Stati Uniti la prima potenza mondiale.

2 Il partito “conservatore”

Durante la presidenza di Herbert Hoover, la convinzione di uno sviluppo e di una prosperità senza limiti ricevette un duro colpo con il crollo di Wall Street e la Grande Depressione. I repubblicani furono così sconfitti in cinque successive elezioni presidenziali, fino al 1953, quando tornarono alla Casa Bianca con Dwight D. Eisenhower. Negli anni Cinquanta, sotto la spinta dei settori della destra conservatrice e in particolare del senatore Barry Goldwater, i repubblicani modificarono la loro identità politica, diventando i rappresentanti di una società tradizionalista, attaccata alla famiglia, violentemente avversa alla cultura cosmopolita delle grandi città e soprattutto anticomunista: in quegli anni si diffuse infatti la violenta campagna maccartista, che vide migliaia di persone accusate di comunismo, di spionaggio, di tradimento, tra cui numerosi personaggi della cultura, dello spettacolo e del cinema costretti in molti casi a espatriare.

Dagli anni Sessanta il controllo del partito passò stabilmente ai conservatori, ostili ai movimenti per i diritti civili e ai movimenti culturali e politici del decennio. Condannati a un isolamento crescente, molti moderati abbandonarono il partito, il quale si espanse invece negli stati del Sud, tradizionalmente democratici ma ostili al processo di desegregazione razziale sostenuto da John F. Kennedy.

3 La svolta reaganiana

Dopo la breve parentesi democratica della presidenza di Jimmy Carter, i repubblicani riconquistarono la Casa Bianca con Ronald Reagan, la cui “rivoluzione” cambiò il volto del paese ed ebbe un considerevole peso negli avvenimenti che, tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, con il crollo del Blocco orientale, ridisegnarono la stessa geografia internazionale.

Con Reagan si realizzò infatti il programma del “nuovo repubblicanesimo”, basato sull’esaltazione dell’individuo e dell’iniziativa privata, e insofferente all’intervento dello stato nella regolazione delle attività economiche e sociali. La dottrina economica di Reagan (cosiddetta “Reaganomics”) si basò essenzialmente sui tagli alle tasse e alle spese sociali e sulla deregulation. A ciò corrispose, con il forte incremento delle spese per la difesa (in cui ebbe un ruolo centrale il programma dello “scudo spaziale”), il lancio della definitiva sfida all’Unione Sovietica (l’“impero del male”), costretta a un’insostenibile corsa al riarmo che l’avrebbe portata in breve tempo alla crisi e poi alla dissoluzione.

Il periodo d’oro repubblicano si interruppe con la vittoria del democratico Bill Clinton, eletto nel 1992 e riconfermato nel 1996; tuttavia, nelle elezioni per il rinnovo del Congresso, i conservatori strapparono la maggioranza ai democratici e promossero una politica fortemente aggressiva nei confronti dell’amministrazione. La parentesi democratica si interruppe nel 2000, quando il candidato repubblicano George W. Bush, pur risultando sconfitto nel voto popolare, si aggiudicò la presidenza alla fine di un contestato conteggio dei voti in Florida e solo dopo una sofferta sentenza della Corte Suprema. Dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001 (vedi anche vedi Stati Uniti d’America, Storia: 11 settembre 2001), il Partito repubblicano si strinse intorno a Bush, condividendone unanimemente la strategia offensiva contro l’Afghanistan e l’Iraq. Nelle elezioni del 2004, con un’aggressiva campagna condotta sui temi del terrorismo e della sicurezza nazionale, Bush fu riconfermato alla Casa Bianca, mentre il suo partito rafforzò il controllo sul Congresso.

L’odierno Partito conservatore comprende tre correnti politiche: la destra repubblicana tradizionale, che annovera tra i suoi principali esponenti il vicepresidente Dick Cheney; i cosiddetti “teo-cons” (teoconservatori), cioè la destra religiosa (soprattutto protestante), che conta su un vasto bacino elettorale e su alcuni popolarissimi telepredicatori; e, infine, l’influente gruppo degli ideologi cosiddetti “neo-cons” (neoconservatori), il quale, formatosi negli anni Sessanta in ambito democratico, trasmigrò, durante gli anni di Reagan, nel Partito repubblicano. La proposta politica dei neo-cons sembra riproporre, adattandole alla situazione contemporanea, concezioni e dottrine del passato: l’“eccezionalismo americano”, la frontiera, il Manifest Destiny (“Destino manifesto”). I neo-cons sostengono la necessità di rimodellare alla luce degli interessi statunitensi lo scenario internazionale, assicurando agli Stati Uniti il ruolo di garante della pace e della stabilità nel mondo.

Negli ultimi anni il partito ha perso consensi sia per alcuni scandali che lo hanno coinvolto, sia, soprattutto, per l’aggravarsi della situazione in Iraq, perdendo nelle elezioni di medio termine del novembre 2006 la maggioranza in entrambe le camere del Congresso.

 

 

Il deserto dell'Arizona. Il Deserto di Sonora, chiamato anche Deserto di Gila (in riferimento al fiume Gila) è un deserto situato nel Nord America, che attraversa parte del confine tra Stati Uniti e Messico, interessando una vasta zona che comprende gli stati dell'Arizona, della California e della regione messicana del Sonora.

È uno dei deserti più estesi e più caldi del Nord America, con un'area di circa 311.000 km². Il deserto è caratterizzato da una notevole varietà di animali, principalmente rettili, gli esemplari più conosciuti dei quali sono una lucertola velenosa chiamata il mostro di Gila, la Sceloporus malachiticus o lucertola coperta di spine, il rospo cornuto (che, nonostante il nome, è appunto un rettile e non un anfibio) e diverse specie di crotali. Le piante sono, in genere, capaci di notevolissima resistenza al calore ed alla siccità, oltre che alle escursioni termiche. Alcune di queste, come il cactus saguaro, sono uniche e peculiari di quel territorio.

La preoccupazione destata dall'espansione urbanistica delle città di Phoenix e di Tucson verso il deserto, ha fatto sì che il 17 gennaio 2001, una porzione di 2.008 km² di deserto venisse dichiarata Monumento Nazionale. L'area interessata comprende anche due parchi naturali protetti: il Joshua Tree National Park ed il Saguaro National Park

 

Phoenix (IPA: /'fiːniks/, in lingua O'odham: Skikik, in lingua Yavapai: Wasinka, in lingua Western Apache: Fiinigis, in lingua Navajo: Hoozdo, e in lingua Mojave: Hachpa 'Anya Nyava) è la principale e più popolosa città dello Stato dell'Arizona, negli Stati Uniti. Fino al 1912 la capitale dell'antico Territorio dell'Arizona era Prescott, città situata circa 160 km più a Nord, ma con l'annessione dell'Arizona all'Unione il giorno 14 febbraio 1912 Phoenix divenne capitale del nuovo Stato. Situata al centro della Valley of the Sun, la Valle del sole, fu fondata nel 1868 dal pioniere ed esploratore Jack Swilling sulle rive del fiume Salt River, oggi asciutto dopo che le sue acque sono state intercettate con la diga Roosvelt Dam costruita nel 1912.

Phoenix è, per estensione, una delle più grandi città degli USA anche se solo negli ultimi decenni ha avuto il suo maggiore sviluppo. Phoenix, che nel 1970 aveva circa 600.000 abitanti, nel 2007 superò Philadelphia con una popolazione stimata di 1.512.986 e divenne la quinta città degli Stati Uniti per numero di abitanti. Questo fenomeno è dovuto in particolare alla grande migrazione di persone della terza età che vi si trasferirono negli anni '70 e '80; gli anni più recenti, invece, con la creazione di posti di lavoro grazie ai nuovi stabilimenti della Boeing, Motorola, Honeywell, e tante altre multinazionali americane, si è assistito ad una forte migrazione di famiglie giovani e neo laureati, soprattutto dalla California e dal Midwest, anche grazie al costo della vita particolarmente vantaggioso e per il clima favorevole. L'area metropolitana della città sfiora i 5 milioni di abitanti ed è in forte espansione.

Phoenix è anche un polo di attenzione per i nativi americani: è infatti sede di un Museo sull'arte indiana, l'Heard Museum. Una delle numerose cittadine che la circondano e ne fanno ora parte integrale è Tempe.

 

 

Nella zona di Greater Phoenix lo shopping è d'obbligo: infatti si possono visitare le numerose boutique d'alta moda, i famosi centri commerciali, i negozi di antiquariato e gli outlet.
Alcuni dei più famosi centri per lo shopping sono: la sontuosa Scottsdale Fashion Square, il Biltmore Fashion Park, l'elegante Borgata of Scottsdale ed il Kierland Commons a Phoenix; la zona degli antiquari nel centro storico di Glendale e la frizzante Mill Avenue a Tempe.

 

 

Scottsdale, una polverosa città di cowboy, ma soprattutto, un centro culturale di prim'ordine. Scottsdale rilascia il suo charm intorno al deserto Sonoran, attirando sette milioni di turisti ogni anno. Gallerie d'arte, negozi e campi da golf che aggiornano The West's Most  Western Town agli standard delle migliori città.

Una città interamente costruita per appagare, divertire e rilassare, dove regnano incontrastati giornate di sole, temperature praticamente perfette e meravigliosi paesaggi naturali. Scottsdale è proprio così. Infatti, con oltre 200 campi da golf, vaste terme e centri benessere oltre ad attrazioni culturali come lo studio invernale del magistrale architetto Frank Lloyd Wright e molte gallerie d'arte, questa città è l'aneddoto perfetto contro lo stress. Si può fare una partita all'esclusivo Troon North Golf Club dove il verde smeraldo dei campi, i panorami spettacolari e il design da oscar dell'intero complesso si combinano rendendo il gioco indimenticabile. Altrimenti si può curiosare tra i negozi e le gallerie della città che espongono e vendono prodotti d'arte e artigianato degli indiani d'America.

E la sera per rilassarsi, perché non richiedere un massaggio direttamente in camera, oppure ammirare le stelle comodamente sdraiati in una fumante vasca all'aperto? I piaceri di Scottsdale sono all'altezza delle aspettative.

 

 

Scottsdale Golf

 

DUE GRANDI CAMPIONI DEL GOLF

Eldrick Tont Woods, noto al mondo come Tiger Woods nasce a Cypress (California, USA) il giorno 30 dicembre 1975). Il soprannome "Tiger" viene coniato dal padre Earl Woods, che lo inizia al gioco del golf appena il piccolo è capace di stare in piedi. Ben presto si afferma come bambino prodigio di questo sport. Sotto la guida del padre perfeziona costantemente la propria tecnica, sviluppando un perfetto autocontrollo psicologico, arma "segreta" che gli consente di raggiungere la massima concentrazione al momento dell'esecuzione dei colpi. Nel 1990, a soli quindici anni, è il più giovane golfista a vincere i Campionati nazionali juniores. Il successo viene ribadito anche nei due anni seguenti.

Dopo aver conquistato consecutivamente tre titoli di campione statunitense del circuito dilettanti (1994, 1995 e 1996), Tiger Woods diviene professionista, aggiudicandosi già al primo anno due tornei del circuito. A soli 21 anni, vince il torneo The Masters (1997) risultando il più giovane vincitore di sempre. Vince poi consecutivamente i 4 grandi tornei Majors, dallo U.S. Open del 2000 al The Masters del 2001, impresa che è stata denominata "Tiger Slam".

Il 27 novembre 2009 il campione rimane ferito in un incidente automobilistico in Florida. Dimesso poche ore dopo, la vicenda assume connotazioni rosa, scuotendo l'opinione pubblica americana e internazionale perchè la ricostruzione dei fatti fa avanzare il sospetto che Woods sia stato aggredito dalla moglie Elin (di origini svedesi) in preda alla gelosia. La vicenda si sviluppa con l'ammissione di tradimento di Tiger Woods e con l'ipotesi di un suo ritiro dallo sport agonistico volto a salvare il proprio matrimonio.

http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=2164&biografia=Tiger+Woods

Jack William Nicklaus (Columbus, 21 gennaio 1940) è un ex golfista statunitense, noto anche con il soprannome di "L'orso d'oro"[1], e da molti considerato il più grande giocatore di golf di tutti i tempi, grazie ai record che ha ottenuto nei quattro maggiori tornei del circuito[2].

Nicklaus nel corso della sua carriera venticinquennale nel circuito PGA ha ottenuto 18 vittorie nei Majors tra il 1962 e il 1986. In seguito, tra il 1990 e il 1996 ha vinto 8 edizioni di quegli stessi tornei nella versione seniores. Entrambi i record sono rimasti imbattuti.

Oltre a giocare Nicklaus si è cimentato anche in altre attività collaterali legate al mondo del golf, come la progettazione di percorsi, la scrittura di manuali di gioco e la creazione di un proprio torneo poi inserito nel circuito PGA, il Memorial Tournament. A lui, Arnold Palmer e Gary Player viene attribuito il merito di aver reso il golf lo sport popolarissimo presso il grande pubblico che è diventato oggi[2].

 

 

 

 

 

 

Il saguaro (Carnegiea gigantea) è un cactus di grandi dimensioni che cresce nel deserto di Sonora, nel sud dell'Arizona e nell'area adiacente del Messico. Viene indicato anche con i nomi di cactus a candelabro e cactus gigante. Il genere Carnegiea è monotipico, comprende cioè una sola specie.

I saguari hanno tronco verde carnoso e colonnare, con alcune ramificazioni e con l'aspetto tipico dei cactus.

Il tronco ha crescita molto lenta - la prima ramificazione richiede anche 75 anni - ma può raggiungere altezze imponenti. Il saguaro più alto esistente oggi supera i 13 m di altezza e i 3 m di circonferenza. Le foglie sono ridotte a piccole spine.

I fiori sbocciano di notte ad aprile o maggio e vengono impollinati da pipistrelli, insetti e uccelli. I frutti maturano alla fine di giugno, sono rossi e succosi.

Subito dopo le rare piogge le radici poco profonde del saguaro raccolgono tutta l'acqua possibile. Le pieghe del corpo sono fatte in modo da contenere l'acqua, il fusto quindi si gonfia in modo notevole ed arriva a contenere anche 5 tonnellate di acqua per sopravvivere fino alla prossima pioggia. Così gonfio il saguaro sembra quasi una pianta diversa da quella iniziale.

I saguari possono vivere fino a 200 anni, secondo alcuni anche 300.
E' considerato specie minacciata, per la ristrettezza del suo areale e anche per la lentezza nella crescita e nella propagazione.
Oggi è protetto dalla legge. Una parte del deserto di Sonora è stata eretta a monumento nazionale fin dal 1933 e a parco nazionale dal 1994. Non a caso, il parco si chiama Saguaro National Park.
Alcune specie di picchi scavano dei buchi nei saguari per nidificare. Poiché ogni anno creano nuovi nidi, i buchi abbandonati vengono usati da altri animali, soprattutto uccelli notturni.

Per centinaia di anni gli abitanti del deserto di Sonora hanno fatto uso dei prodotti naturali del saguaro. Nell'estate il saguaro produce una messe copiosa di frutti succosi simili a fichi. Gli indiani Tohono O'Odham utilizzavano grandi pali per raccogliere questi frutti con cui preparavano marmellate, sciroppi e vino per le cerimonie religiose. Il saguaro dava inoltre ai Tohono O'Odham i semi che venivano mangiati e le costole di legno per costruire ripari e recinti. 

Il saguaro contiene alcaloidi psicoattivi, la carnegina e l'arizonina. Il fiore del saguaro è il fiore simbolo dell'Arizona.

In Europa è possibile ammirare un saguaro di grandi dimensioni all'ingresso del giardino botanico dell'isola di Maiorca. Il suo nome deriva da un'errata pronuncia, da parte degli spagnoli, del nome che ha questa pianta nella lingua india locale.


L'Arizona ha un clima particolarmente arido nel suo complesso da qui, come detto, anche una delle ipotesi all'origine del suo nome). Da luglio a ottobre si aggira sui 40° ed è quindi consigliabile un abbigliamento estivo. La presenza di catene montuose ad ovest e la lontananza dall'Oceano Pacifico impediscono alle depressioni provenienti dall'oceano e cariche di umidità, che di per sé sono già molto poche per la bassa latitudine alla quale l'Arizona si trova, tra 36°N e 31°N (infatti anche a Los Angeles e San Diego ricevono poche precipitazioni nonostante siano sul mare), di giungere sullo Stato anche nelle sue estremità più occidentali.

La capitale Phoenix, situata nel sud, riceve mediamente ogni anno 90-100 mm di pioggia (la soglia per indicare il deserto è 250 mm annui) distribuiti in modo irregolare (questo perché dipendono dall'entità dei fronti perturbati che provengono da ovest) da settembre a luglio (talvolta può anche non piovere mai per tutti questi mesi). Da metà luglio a fine agosto invece può piovere anche più frequentemente e sottoforma di forti temporali anch'essi irregolari in tutta la valle (la zona pianeggiante del sud Arizona).

 

 

 

Gli Arizona Cardinals, la più longeva squadra di football americano ancora in attività

essendo stati fondati nel 1898 ed, unitamente ai Chicago Bears, sono stati tra i membri fondatori dell'NFL. Inizialmente giocavano a Chicago. Nel 1960 la franchigia si spostò a St. Louis, dove rimase fino al 1987. Qui la squadra veniva chiamata "football Cardinals", "Big Red", "Gridbirds" o "Cardiac Cards" (riferito solo alla stagione 1975) per distinguerla dalla squadra di baseball dei St. Louis Cardinals, membro della MLB. Prima della stagione 1988 la proprietà decise il trasferimento a Tempe, Arizona, una città universitaria nelle vicinanza di Phoenix, e per 18 anni giocò i propri match casalinghi al Sun Devil Stadium dell' Arizona State University's . Nel 2006 la nuova casa dei Cardinals divenne il nuovo University of Phoenix Stadium di Glendale, altro sobborgo di Phoenix.

La squadra ha vinto due campionati NFL, entrambi mentre giocava a Chicago. La prima vittoria avvenne nel 1925, ma è oggetto di controversie, dal momento che i tifosi dei Pottsville Maroons sentirono che quel titolo spettasse a Pottsville. Il loro secondo titolo, il primo vinto arrivando in finale del campionato NFL, giunse nel 1947, due decenni prima che venisse disputato il primo Super Bowl. I Cardinals batterono in finale i Philadelphia Eagles per 28-21 in un Comiskey Park di Chicago congelato, in cui il futuro membro della Pro Football Hall of Fame Charley Trippi guadagnò un totale di 206 yard e segnò due touchdown.

In più di 60 anni senza vittorie del campionato dal 1947, la squadra soffrì diverse stagioni con record negativa ed attualmente è la squadra della lega ad aver vinto il titolo più lontano nel tempo. Si sono qualificati per i playoff sei volte e hanno vinto un totale di sei partite nella post-season, tre delle quali nei playoff 2008-2009. Quella stagione, guidati dal quarterback Kurt Warner e dal wide receiver Larry Fitzgerald, i Cardinals vinsero il loro primo e unico titolo della conference NFC, raggiungendo il Super Bowl XLIII in cui furono piegati solo nel finale di partita dai Pittsburgh Steelers. Dopo la vittoria in campionato del 1947, la squadra ha vinto quattro titoli di divsion (1974, 1975, 2008 e 2009).

Che cos'è il Super Bowl?

E’ la finale del campionato professionistico di football americano, che ogni anno fra fine gennaio e inizio febbraio assegna il titolo di campione della Nfl, la National Fooball League. Quest’anno è stata vinta dai New York Giants sui New England Patriots, la squadra di Boston, per 21 a17.
Il campionato è sempre stato deciso in questa maniera?
No, il primo Super Bowl risale al 1967. Nacque dall’unione della Nfl e della Afl, una lega concorrente nata nel 1960 che ne insidiava la popolarità. Fu così deciso di creare una partita che mettesse di fronte i campioni delle due leghe, e ribattezzata «Campionato del mondo». Dal 1970 la fusione fu definitiva e da allora a contendersi il titolo, dopo regular season e play off, sono i vincitori delle due «conference» della Nfl, la American e la National, che in totale contano 32 squadre.
Da dove deriva il suo nome?
Pare che a coniarlo sia stato Lamar Hunt, il miliardario texano famoso anche per aver creato il circuito tennistico pro Wct, che all’epoca era proprietario della squadra di football dei Kansas City Chiefs. Lo fece ricalcando il nome dei «bowl game», i match fra squadre universitarie fra i quali il più famoso era il Rose Bowl di Pasadena.
Dove viene giocato?
Non c’è una sede fissa. Quest’anno si è giocato al Lucas Oil Stadium di Indianapolis, ma è stato ospitato da 15 diverse aree metropolitane degli Usa. La zona di Miami, dove è stato giocato in dieci occasioni, è quella più frequentata, seguita da New Orleans e Los Angeles.
Quanto costa un biglietto per il Super Bowl?
Dipende dal posto: quest’anno variava dai 2 ai 704 dollari. Ovviamente sono andati tutti esauriti.

 


Chi è stata la prima squadra a vincere il Super Bowl?
I Green Bay Packers, che si aggiudicarono le prime due edizioni battendo prima i «Chiefs» e poi gli Oakland Raiders. Erano allenati dal leggendario Vince Lombardi, a cui è intitolato il trofeo – in argento, realizzato da Tiffany e del valore di 25 mila dollari - che spetta al vincitore.
Sono i Packers la squadra che ha vinto più edizioni del Super Bowl?
No, i Pittsburgh Steeelers, che hanno partecipato a otto finali vincendone sei. Dietro di loro vengono i Dallas Cowboys e i San Francisco 49ers con cinque, quindi i Packers che domenica sono stati raggiunti a quota quattro dai Giants. Il record della sfortuna tocca invece ai Buffalo Bills: quattro finali e zero vittorie.
Chi è stato il protagonista di quest’anno?
Il quarteback dei Giants, Elisha «Eli» Manning, che aveva già vinto il Super Bowl nel 2008 e che ha messo a segno il touchdown decisivo a tre minuti dal termine, guadagnandosi anche il titolo di Mvp, ovvero di miglior giocatore della partita..
Il Super Bowl è un evento molto popolare?
Moltissimo. E’ una festa nazionale ufficiosa, che unisce gli americani e che porta davanti alla tv oltre 100 milioni di telespettatori, negli States e anche all’estero: l’edizione del 2001 ha raggiunto i 110 milioni di audience diventando lo spettacolo più visto nella storia della televisione americana. E’ inoltre il secondo evento sportivo annuale più visto nel mondo dopo la finale della Champions League di calcio. Tanto che uno spot pubblicitario di trenta secondi trasmesso durante il Super Bowl può arrivare a costare 3,5 milioni di dollari a passaggio.
Un evento sociale, insomma, oltre che sportivo…
Decisamente. Solo durante il Giorno del Ringraziamento gli americani consumano più cibo che nel Super Bowl Sunday, che quest’anno ha bruciato 12,7 milioni di kg di patatine, 1,3 miliardi di litri di birra e 4,4 milioni di pizze. Fra l’altro nell’intervallo fra primo e secondo tempo c’è stato lo show di 13 minuti di Madonna, l’ultima di una serie di famosi artisti esibitisi al Super Bowl: Prince, Michael Jackson, Tony Bennett, Gloria Estefan, The Who, Bruce Springsteen.
Come è stato seguito il Super Bowl dai social network?
In maniera imponente: negli ultimi tre minuti della partita sono stati scambiati 10 mila tweet al secondo, un record che ha superato l’annuncio della seconda maternità di Beyoncé.
Il football è lo sport più popolare d’America?
Sì, lo è diventato negli ultimi decenni ai danni di baseball e basket. La Nfl è il campionato professionistico che nel mondo vanta la più alta media di spettatori (66.960) allo stadio, davanti alla Bundesliga tedesca (calcio) e alla Afl (australian rules football).

 

 

 

 

 

 

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