Buongiorno Las Vegas! Viva Las Vegas!

Dopo il giro notturno della sera precedente e le centinaia di miglia finora ingoiate, mi pareva giusto dormire almeno un'ora in più. Ma non di più: il fotoritratto di Michael J. Fox che avevo sulla parete di fronte sembrava dirmi "ma sei ancora a letto? Sono le otto del mattino e Las Vegas è già in movimento; se ti affacci alla finestra vedrai che i cantieri dei nuovi alberghi sono già all'opera. Fai una doccia in quell'iperbagno che c'è di là e poi giù, via. Dove? A piano terra c'è solo l'imbarazzo della scelta! Dai bello, datti una mossa che la pazzia multiluci lì sotto ti stà già aspettando!" Grazie Michael!

Dopo mezz'ora scendo con quell'ascensore che fa una quarantina di piani in meno di quattro secondi (e dagli sbalzi di pressione, si sente) e che con tutti quei monitor, luci, musiche piume e pajettes, più che un elevatore sembra una discoteca interstellare.

 


 Dopo aver risposto a decine di "good morning",  mi accorgo di aver prenotato il tasto sbagliato. Invece della lobby esco fuori al casinò: una città al coperto di luci, slot machines, ruote della fortuna e cherryes luminose, dovunque. Il problema adesso era quello di trovare la scala mobile per il Market Spice Buffet per la colazione. Oltre agli 800 piatti di 15 cucine internazionli diverse, la mia sorpresa è stata quando ho chiesto dei crackers. Me li hanno dati caldi, appena usciti da un cassetto d'acciaio  preriscaldato! Anche per i crackers! Si, perché l'energia che consumano qui è davvero vergognosa. Ogni albergo ne consuma quanto una cittadina di 60.00 anime e a Las Vegas di alberghi ne esistono più di 200! Fate un po' i conti. Senza poi considerare quella per far funzionare negozi, bar, caffè, ristoranti, discoteche, attrazioni, ecc. Tanto per fare un esempio: un paio di volte ho chiesto dell'acqua e me l'hanno servita dentro una grossa caraffa che da sola bastava per due persone, con almeno una dozzina di cubetti di ghiaccio. Lo sapete che ci vuole per produrlo? Va bè che è una città in mezzo al deserto ma, constatandolo da buon siciliano che in materia se ne intende, devo dire che è un caldo secco e non esiste un'afa così soffocante da giustificare le centinaia e centinaia di vaporizzatori d'acqua sui marciapiedi della città per "tenere al fresco" i turisti". Francamente mi sembra uno spreco esagerato.
Sì Mimmo, ma qui siamo a Las Vegas, forse l'hai dimenticato? Per un giorno dimentica i tuoi pensieri ambientalisti. Ci sei voluto venire, no? Quindi non rompere le palle, ritorna per un giorno bambino perchè tutto ciò che oggi incontrerai è infantile, pazzo, impossibile ma possibile e ........... soprattutto, finto!. E poi, mi raccomando, qualsiasi spreco vedranno i tuoi occhi appena fuori dall'albergo..... futtatinni! Solo per oggi non pensare alla fame e alla sete nel mondo. Qui è Las Vegas, dove tutto è consentito. Solo due giorni, poi si torna alla realtà.

Va bene. Però dovrei riuscire ad uscirci, dall'albergo!

Dopo almeno venti minuti fra i labirinti di quella che più che una hall è un casino (con l'accento sulla o viceversa, fate voi) sono al Las Vegas Boulevard.
Una volta Las Vegas era considerata la città del vizio e della perdizione e non era raccomandabile portarci famiglie intere  in mezzo a migliaia di macchinette mangiasoldi e non solo macchinette! E poi, soprattutto la mattina, era un luogo da frequentare poco perché la sua vita cominciava solo con le luci della notte. Oggi Las Vegas è un grande Parco Giochi soprattutto la sera, ma anche la mattina la città è molto viva e piena di attrazioni. Si vede subito che il suo modo di urbanizzazione è improntato verso chi viene qui solo per un paio di giorni e deve spendere, oppure giocare. Ciò che voglio dire è che, per esempio, ho trovato difficile trovare una Pharmacy per scaricare le foto su CD (roba da non crederci: una mattina intera con delle attrezzature Kodak dell'anteguerra. Ma ero a Las Vegas, non a Tirana! Ciao Marisole, grazie per l'aiuto!) mentre invece trovi le slot machines anche all'aeroporto.

Prima un bel caffè, di quelli tosti, all'Harley Davidson Cafè e poi via per la città in mezzo a pazzie colorate che avevo visto solo al cinema. Camminando per quella strada lunga lunga lunga (ma così tanto che alla fine ti accorgi che devi prendere un taxi), si parano davanti delle cose inimmaginabili e  incredibilmente finte, ma finte. Troppo finte. Per esempio, mi sono fermato a bere qualcosa in una piazzetta dall'aria parigina (aria finta); quattro ragazzi di colore improvvisano un piccolo spettacolo di break dance; io seduto al tavolino circondato, finalmente, da grossi alberi che mi facevano ombra. Belli, pensavo. Macchè: erano finiti, di plastica! Come finti erano interi quartieri parisien ricostruiti attorno al Paris; e poi Manatthan e Brooklin  lì a portata di mano, mezza Roma imperiale nei pressi del Caesar, il Venetian, il famoso 'MGM  dove vi furono disputati famosi incontri di boxe e memorabili concerti, il negozio con l'enorme bottiglia verde con migliaia di gadgets dedicati alla Coca Cola. Come San Tommaso, volevo verificare se in effetti l'Arco di Trionfo era fatto di cartongesso. Vi posso assicurare che è tutto ricostruito in marmo!

Ma il massimo dell'esagerata pazzia di Las Vegas l'ho appurato durante il giro notturno. Dopo quello nel vecchio Strip (in cui lampeggia il famoso cowboy al neon del Piooner) ed ora diventato una sfavillante galleria di continui spettacoli, ecco un giro all'interno della città ma fuori dalla città. Chiariamoci: ogni grosso albergo è una piccola città; oltre al suo casinò al suo interno ci sono teatri, centri commerciali, negozi di alta moda (quasi tutti italiani) e locali vari. Quindi fra di loro sono collegati con dei viali al coperto con pavimentazioni finte, panchine finte, alberi finti e cieli con la luce diurna....finta! Arriviamo al Venetian, che già di per sè è enorme. Basta solo andare a far pipì nei suoi bagni per rendersi conto dello sfarzo superlativo, della massima esagerazione del lusso, dell'esasperazione allo spreco all'ennesima potenza che regna in questa oasi in mezzo al deserto. Si gira nelle sue grandiose hall con volte affrescate da un poco convincente Tiepolo. Però è bello, tutto è bello, coloratissimo.  Poi a mezzanotte, salendo una piccola rampa di scale, mai e poi mai, ma mai,  mai, ti aspetteresti di trovarti all'improvviso...............a piazza S. Marco alle undici del mattino! Il cielo è finto, volteggia qualche colomba, i ristoranti attorno alla piazza sorgono su una pavimentazione che questi pazzi sono riusciti a rendere simile a quella tipicamente umidiccia della città veneta. Entrando nella piazza si incontrano ponti famosi su canali famosi, navigati da gondole famose governate da gondolieri poco famosi che portano a spasso coppie anonime ma felici lo stesso perchè in quello spasso artificiale immaginano, solo un poco famosi, di essere a Venezia. 

Incredibile, davvero incredibile. Ci sono voluti almeno dieci minuti per riprenderci da quella meraviglia, non finivamo mai di ripetere ooohhhh! Very wonderful!

Quanto amino l'Italia si capisce dal Venetian, dal Bellaggio, dal Caesar. Ma come faccio ad elencare tutto ciò che c'è qui? Eppure a Las Vegas bastano solo due giorni per goderla tutta. Dopo, per chi non va lì per giocare stanca, perchè in due giorni ti riempi così gli occhi di luci che alla fine non ne puoi e cerchi delle cose "naturali" per farli riposare. L'unico rammarico è che devi ripartire proprio quando finalmente hai imparato il percorso per uscire fuori dal tuo hotel.

Ma in quelle due notti chiunque si fa questa domanda "ma.... è vero o sono all'interno di un cartone animato della Disney? O sono il nuovo protagonista del remake di Truman Show e nessuno mi aveva detto niente?  ".  Ecco, queste sono le sensazioni che si hanno percorrendo quei marciapiedi brulicanti di messicani e filippini che ti propongono sesso a pagamento sventolando le figurine delle loro donnine come frutta secca a una festa patronale.

Quel giorno saranno state le sei del pomeriggio. Sulla via del ritorno il Boulevard brulicava di turisti provenienti da tutto il mondo. Cammino in mezzo a quel concentrato di States, e più passi facevo e più quel mare umano mi si apriva davanti biblicamente per farmi andare oltre, per farsi vedere da me, per farsi scoprire dal sottoscritto; in quei minuti l'America si camuffava nel suo popolo per salutarmi, usava la sua gente per raccontarmi dello Zio Sam, di Cassius Clay, di Marilyn, di Little Big Horne, di James Stewart, dell'Apollo 11, di Homer Simpson, di Jerry Lewis, di Woodstock, di Lincoln, di Frank Sinatra, di Gianni e Pinotto, della dinastia Kennedy, di Paperino. Man mano che lo scontravo, quel libro aperto attraversava il mio corpo entrandomi davanti e uscendo da dietro, ed io potevo anche sentirlo dentro di me respirando solo un po' più a fondo. Ne sentivo l'odore, immaginando il tipico profumo di quelle scatole che arrivavano tanti anni fa, spedite dallo zio d'America. In quel magico stato di trance ero così circondato da un mondo a stelle e strisce che nelle mie vene scorrevano popcorn in mezzo a globuli rossi, bianchi .... e  blu... ! Attorno non sentivo proprio più niente, in quel silenzio  surreale incrociavo quei volti che si potevano sfogliare come le pagine dell'atlante delle pigmentazioni cutanee (non esiste, l'ho inventato io). 

Attraverso le larghissime strade passando vicino a lunghissime Limousine dalle quali uscivano fuori sventole irraggiungibili viste solo in tv, a Baywatch. Sfiorando coppie sposate da due ore che già tornavano indietro alla cappella per divorziare, approdo al marciapiede di fronte. Il tramonto continua ad essere complice di quel momento, e birbante com'è si tuffava a capofitto sui capi di lunghe e bionde chiome americane, fino a far luccicare come oro i capelli; le vetrine del  Margarita Ville esponevano le camicie a fiori, sì proprio quelle di una famosa canzone italiana; le facciate degli edifici cominciavano già ad illuminarsi grazie al rosso tramonto del deserto e ai primi milioni di lampadine che incontravano l'ennesima follia serale;  l'aria era buona, tanto buona che si poteva mangiare invece di respirarla; anche gli odori di fritti e varie porcherie yankees mi sembravano profumi parigini. Ero già abbastanza appagato e soddisfatto per quel regalo. Ma proprio lì ne ho ricevuto un altro e stavolta non so da chi:  .............take my hand, take my whole life too, for I can't help falling in love with you. Like a river flows surely to the sea. Darling so it goes, some things are meant to be. Take my hand, take my whole life too, for I can't help falling in love with you......
Tutti ci voltammo per cercare di capire da dove arrivava quella magia: era la melodiosa voce di Elvis che si irradiava lungo le strade. Ragazzi, siete straordinari! Quelle note fluttuavano leggere sopra di noi e si diffondevano ovunque forti, potenti, ed entravano in ogni bar, in ogni negozio, in ogni autorimessa.

"Can't help falling in love with you" cominciammo a cantarla tutti assieme sui marciapedi, con le lacrime agli occhi. Very nice, beatiful, wonderful! Anch'io non sono riuscito a trattenere quella lacrima rubatami da quei furbacchioni; però rispetto agli altri passanti, quello che scendeva sulle mie guance non era liquido lacrimale ma acqua che arrivava direttamente dal Missouri, del Mississippi, dal Colorado. Un momento indimenticabile.

Quel pomeriggio ho capito cosa significhi la parola Felicità. Per qualche minuto l'ho proprio sfiorata e per un attimo, addirittura, anche toccata. Con la mano sul petto.

Grazie Las Vegas!

 

 

 

 

 

https://www.jenreviews.com/best-things-to-do-in-las-vegas/

(da panorama.it)  Dico solo che se avete in programma un tour degli Usa, non snobbatela a priori, fateci un salto. Un giorno, non di più, non ve ne pentirete.
La Las Vegas che tutti noi conosciamo grazie ai film americani è in realtà un lungo boulevard, il Las Vegas Boulevard, noto come The Strip. Qui si concentrano i più importanti hotel-casinò e tutte le principali attrazioni della città, o meglio, del parco divertimenti. Perché questo è Las Vegas: un enorme parco divertimenti. Gli hotel-casinò non hanno nulla da invidiare alle aree a tema di un parco Disney.
 Potete iniziare passeggiando per le vie dei Forum Shops del Caesar’s Palace che riproducono le vie dell’antica Roma con tanto di palazzi, statue, fontane e un cielo che nell’arco di un’ora simula una giornata di 24 ore con alba, cielo limpido, nuvoloso, temporale, tramonto e notte. Qui, se come nel mio caso sarete in compagnia della vostra compagna, farete la sua gioia: i Forum shops includono più di 160 negozi. Calcolate almeno 2 ore per visitarli senza troppe soste.
Da qui vi consiglio di fare un salto al New York New York, dove potrete ammirare lo skyline di Manhattan, la statua della libertà e fare un giro sulle montagne russe che si sviluppano attorno ai grattacieli. All’interno dell’hotel-casinò vi attendono invece le vie di New York per una passeggiata e alcuni ottimi ristoranti italiani come Il fornaio. Qui il cielo-soffitto tende sempre al notturno.

 


 

Altra tappa obbligata è il Venetian, l’hotel-casinò che riproduce Venezia con i suoi canali, ponti, piazze, i sanpietrini dall’effetto bagnato, le gondole, i gondolieri e ovviamente il Gran Canal Shoppes con i suoi 50 mila mq di negozi. Nel caso questa Venezia (assai più pulita dell’originale) stimoli il vostro lato romantico, potreste decidere di organizzare il vostro matrimonio in gondola. Per 800 dollari il Venetian vi organizza la cerimonia a bordo della speciale gondola bianca, riservata proprio ai matrimoni, con bouquet personalizzato, cerimoniere a bordo e gondoliere messicanofintoitaliano che canta “O sole mio” con tonalità da tenore. Giunti a questo punto vi suggerisco di fermarvi qui per una straordinaria cena al ristorante italiano Valentino. Consigliata la prenotazione.
Infine potrete concludere la serata con due grandi attrazioni: il vulcano del Mirage e le fontane del Bellagio. Due spettacoli di acqua e luci a dir poco meravigliosi. Snobbate tranquillamente la battaglia navale del Treasure Island, tempo perso.

(di Nicola Croci-Maspoli). Non esiste una sola città al mondo che possa anche solo lontanamente assomigliare a Las Vegas. Questo non è un modo di dire, ma un inequivocabile ed irrefutabile dato di fatto. Solo Las Vegas è in grado di superare se stessa - cosa che avviene mediamente due volte all'anno, quando uno dei grandi Hotel-casino della città viene modificato o inaugurato fresco di creazione. 

Questa è la città degli alberghi con cinquemila stanze, la città che muove in un solo giorno 1 milione e mezzo di persone (a capodanno), la città dove il rumore principale non è quello del traffico ma quello delle slot machines e dei video poker che sputano monetine, questa è la città che vive, lavora e si diverte 24 ore al giorno, senza sosta, per tutto l'anno.

Nata nel deserto del Nevada come luogo per il riciclaggio del denaro sporco proveniente dalle attività di un boss mafioso, negli anni 20, Las Vegas ha nel tempo subito diversi mutamenti, che l'hanno infine trasformata in quello che oggi è: un immenso parco dei divertimenti per grandi e piccini.

Intorno a Las vegas, non vi è nulla al di fuori del deserto e del caldo soffocante, che vi colpisce senza pietà in quelle giornate estive in cui 49 gradi all'ombra rappresentano la norma e non l'eccezzione. Las Vegas è una città che possiede uno degli aeroporti più trafficati al mondo in quanto ad atterraggi e decolli. Si tratta di un gettito continuo di velivoli che arrivano e partono.

 

Fra gli Hotel che ho visitato, mi sento di consigliare il Luxor. La sua caratteristica forma a piramide - interamente realizzata esternamente con vetro opacizzato per combattere il calore - lo rende veramente particlare. Ogni stanza della piramide - essendo tutte le stanze disposte sull'esterno della piramide stessa - gode di una vista la quale a dipendenza della posizione della stanza stessa spazia sulla città e sulla Strip oppure sulle montagne a Ovest della città.

Possiamo passare al descrivere la visita tipi a Las Vegas in tutti i suoi più reconditi dettagli. Fattore fondamentale numero 1 in occasione di una visita a Vegas è la stagione dell'anno. 

Visitare Vegas significa spostarsi da un Hotel-Casino all'altro, partendo da un lato dello Strip a scelta e percorrendo lo stesso nella direzione opposta rispetto al punto di partenza. Ogni albergo ha le sue caratteristiche peculiari che lo differenziano dagli altri. Questo rende la visita al casino solo un fattore secondario. In primo piano ha Las Vegas messo da alcuni anni a questa parte il divertimento orientato verso l'intera familia, e non solo verso chi desidera giocare d'azzardo.

Il sistema migliore per visitare Las Vegas consiste nel partire dal lato Sud della città procedendo verso il Nord della stessa. Viste le elevate temperature estive che si registrano in città, il mio consiglio è quello di fare un po' di shopping durante il giorno e di visitare la Strip e gli alberghi solo alla sera.

Ovunque ci sono macchinette, perfino in bagno. L'aeroporto ne è pieno. Chi non gioca, invece, può fare come noi delle passeggiate a visitare i casinò, che sono grandiosi, bellissimi e ognuno è costruito su un tema. Il più famoso è il "Ceasar Palace", che fuori non è un granchè, ma dentro ha una bellissima galleria piena di negozi bellissimi, il "F.A.O. Shwarz", il soffitto disegnato di nuvole e cieli azzurri e lo spettacolo della fontana che è favoloso. Bellissimo è l'"Excalibur", che sembra davvero il castello delle fiabe, e dove abbiamo assistito ad un matrimonio.

 

lo spettacolo dalla mia camera al 33° piano del Planet Holywood

 

Il "Luxor" richiama l'antico Egitto con piramidi e Sfinge. Dentro ognuno, la sala enorme per i giochi e il centro commerciale con negozi di lusso oltre naturalmente a bar e ristoranti vari. 
La sera viene la parte più bella! Ogni hotel ha il suo spettacolo, costoso ma vale la pena di vederne almeno uno! 

Per quanto riguarda colazione, pranzo e cena, volate ai buffet degli alberghi! C'è da mettere su 2 kg al giorno da tutto il ben di Dio che c'è! I prezzi non sono esagerati, ma il cibo sì!!

 Ogni albergo offre un buffet fornitissimo, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Si paga un tot di dollari (all'incirca 10) e ci si può abbuffare senza limiti, sia per quanto riguarda il mangiare che il bere. Una sera siamo andati al buffet del "Flamingo Hilton" e c'era il buffet di pesce. Abbiamo mangiato delle cose divine e bevuto vino per pochi dollari! Conviene davvero.

Considerando che lì anche la prostituzione è libera, ogni due metri preparatevi ad essere fermati da persone che distribuiscono volantini con numeri di telefono e foto di prostitute, o giornalini porno. Passate a bere qualcosa all'"Harley Davidson Cafe" che è davvero carino.

Qualche consiglio: Non perdetevi un giro alla torre "Stratosphere", alla fine della "strip", alta 1100 piedi, da cui si vede un panorama bellissimo di Las Vegas e del deserto. Sulla cima, poi, c'è un piccolo ottovolante e uno di quei giochi tipo Big Shot, dove si viene sollevati e poi lanciati giù di peso, e fatto a quell'altezza è un bel brivido!!

http://www.usaonline.it/diaries/lasvegas/katia/katia_lv_1.asp

 

Il Rodeo. A Las Vegas puoi trovare di tutto. La capitale del kitsch però da qualche anno ha iniziato ad attrarre anche eventi sportivi “mainstream”, e non solo legati al mondo delle scommesse come l’ormai leggendario “World Series of Poker”. La Nba si e’ infatuata della Sin City e dopo averle permesso di organizzare l’ultimo All Star Game, adesso non volterebbe le spalle a una franchigia con sede proprio a Vegas. Ma questa settimana la capitale del gioco d’azzardo e’ stata presa d’assalto dai cowboy.
APPUNTAMENTO PIU' ATTESO - Nessuna convention ma soltanto l’appuntamento più atteso da tutti gli appassionati, e in America, soprattutto in alcuni dei cosiddetti “Red States”, ce ne sono parecchi, del rodeo, il National Finals Rodeo. Si tratta delle finali del circuito americano, appunto, di rodeo. Lo spettacolo naturalmente non manca e poco importa se lo sport non abbia ancora raggiunto un successo “mainstream”. “Solo questione di tempo” giurano gli organizzatori. Il network Espn d’altronde di rodeo ne trasmette parecchio e poi, sostengono i cowboy che adorano questo evento, anche la Nascar fino a quale anno fa era considerato uno sport di nicchia che appassionava solo i “sudisti” a stelle e strisce. Adesso, invece, la Nascar ha un potere di penetrazione a livello di marketing che pochi sport in Usa possono vantare. Ma ai cowboy che vivono con i soldi del Tour che arriva al suo apice a Vegas del successo mediatico non importa assolutamente.
SENZA PREZZO - “Ci sono molti modi migliori per guadagnarsi da vivere – sostiene uno dei favoriti del National Finals Rodeo Tom McFarland, che in questa stagione ha portato a casa, di soli premi, 84.732 dollari – ma ci divertiamo da matti, facciamo un lavoro che ci piace e ogni anno veniamo a Las Vegas per contenderci la consacrazione come miglior interprete del nostro sport. Sono cose che non hanno prezzo”.
RICCHI - Eppure anche con il Rodeo c’e’ chi diventa ricco e famoso. Chiedetelo a Trevor Brazile, un “roper”, come si dice in gergo, fenomenale, una sorta di Tiger Woods del rodeo. Il 30enne americano in carriera ha già superato il muro dei due milioni di dollari guadagnati in soli premi ed e’ conteso da una marea di sponsor, a partire dalla celebre linea jeans Wrangler. Ma nessuno, nemmeno i più ricchi e famosi, qui a Las Vegas ha perso la giusta prospettiva dello sport che pratica. “E vero abbiamo degli atleti che guadagnano parecchio – commenta Karl Stressman, uno degli organizzatori della National Finals Rodeo – ma non conta nulla. Qui a Las Vegas ci sono solamente veri cowboys”. Difficile dargli torto.

 

"La sera dell'arrivo, non uscite dal vostro hotel!". All'arrivo assicuratevi di prenotare un tavolo per il miglior ristorante del vostro hotel, la prima sera, prendetevela comoda. Dopo un'ottima cena, vi spostate nel casinò dell'Hotel; la quintessenza di Las Vegas, luci, suoni e uno spirito di eccitazione per il gioco nell'aria, vi coinvolgeranno in un'atmosfera d'energia che vi contagerà anche se non siete amanti del gioco.
 Non c'è bisogno di alzarsi troppo presto, quando vi alzate, fate una passeggiata lungo la Strip, facendo così, girerete intorno al mondo, trovandovi da "Paris" a "Bellagio", da "Montecarlo" all'antico Egitto di "Luxor", da "Venice" a "New York". Non mancherà la possibilità di osservare animali selvaggi, incontrerete delle tigri e probabilmente qualche squalo. Un po' di riposo al pomeriggio, perché la notte potrebbe essere molto lunga a Las Vegas. Dopo cena potete scegliere uno show: Cirque du Soleil ha quattro spettacoli nei principali alberghi, c'è il Musical Mama Mia, il Crazy Horse e tantissimi altri. Se amate ballare, alcuni dei night-club e discoteche più intriganti d'America hanno sede qui, se volete un drink con vista, scegliete tra la Top of The World Lounge allo Stratosphere, la Blues Foundation Room, al Mandaly Bay o, se amate gli ambienti ultramoderni Mix, all'interno di THE Hotel. Il Ghostbar in cima al Palms, è per chi invece vuole mischiarsi alle celebrità.
La mattina potete scegliere se alzarvi tardi, girare ancora un poco la città o raggiungere in auto Hoover Dam, la spettacolare diga appena fuori città, la bellissima area di Red Rock Canyon. Le alternative, anche secondo quanto è stata lunga la notte precedente, sono molteplici: dal relax in piscina al golf, dai trattamenti SPA allo shopping. A fine giornata, avete ancora una notte da spendere in città; un'altra notte, un'altra avventura, un'altra serata di possibilità illimitate. è Las vegas, Baby, Las Vegas!

 

Il periodo migliore per visitare la città è appena prima dell'inizio dell'estate - Maggio e Giugno - oppure subito dopo l'estate - Settembre - in quanto durante l'estate stessa, le temperature di Las Vegas toccano facilmente i 45-47 gradi centigradi all'ombra.

La città è in mezzo ad una piana desertica, quindi l'aria è molto secca, il clima non è comunque afoso, e si suda poco. Il problema principale è rappresentato da colpi di sole e colpi di calore quando si gira a piedi sulle strade di Vegas senza avere almeno un cappellino in testa e le spelle coperte. Scordatevi di andare in giro senza maglietta, tanto per fare i fighi, perchè riuscireste a resistere solo una quindicina di minuti sotto il sole cocente, che già alle undici di mattina rende l'aria difficilmente respirabile, e trasforma duecento metri a piedi in una passeggiata complessa e faticosa.

Las Vegas è comunque dotata di potentissimi impianti per il condizionamento dell'aria, quindi all'interno la temepratura rimase sempre costante attorno ai 20 gradi. Il vero problema sorge nel momento in cui dovete passare dall'interno all'esterno e viceversa. 25 gradi di sbalzo termico improvviso sono parecchi, e spesso il rientrare dopo una passeggiatina sotto il sole corrisponde da vicino al tuffarsi nelle acque di un laghetto freddo durante una giornata d'agosto. Vi manca per un attimo il fiato e vi vengono i brividi anche lungo il naso, non solo lungo la schiena.

 

INTERVISTA A ELVIS, LAS VEGAS 1969

A cura di Lea Frydman

Traduzione di Alessandra "Dafne3"

 

Dopo il debutto a Las Vegas, nel 1969, Elvis rilasciò questa intervista, una rarità.

Nel corso della sua vita, ne concesse pochissime. E, quando lo fece, le domande furono molto blasè, tanto che non abbiamo conosciuto a fondo l’uomo celato nella leggenda. Nella singolare intervista che segue, la prima dopo nove anni di silenzio, Elvis parlò al fine di mettere le cose in chiaro e, al contempo, mostrando una particolare abilità nel deridere se stesso.

Portati a termine i contratti ad Hollywood e godendo del recente successo dello Special televisivo (1968), un Elvis maturo si risvegliò col ritorno agli spettacoli dal vivo.

Per la prima serata, Elvis perse i chili acquisiti ad Hollywood. In forma e bellissimo, sano e rilassato nel suo semplice completo nero, schivò i quesiti della stampa, con una bravata tipica delle celebrità, sedendosi e concedendosi un lungo e torpido sorso d’acqua.

Dato il mancato beneficio di domande bruciapelo, Elvis si lanciò in una tiritera.

“Come sia entrato in questo business, come abbia iniziato, dove e quando e via dicendo… Hanno scritto talmente tanto su queste cose che la gente non sa la vera storia”, spiegò Elvis, col suo imperturbabile accento del Sud.

“Quand’ero ragazzo, mi sentivo l’eroe di film e fumetti. Crebbi credendo in quel sogno…Terminate le scuole superiori, mi misi a fare il camionista. Sai, ero solo un povero ragazzo di Memphis, Memphis” disse Elvis, evidenziando il nome della città natia con un esasperato accento meridionale. “Guidavo un camion e imparavo il mestiere di elettricista” sorrise.

“Credo di aver imboccato la strada sbagliata, da qualche parte, lungo il confine”

“Un giorno entrai in uno studio di registrazione ed incisi un disco con un certo Sam Phillips, ai Sun Records. Lo produsse nel giro di una settimana. Io tornai a fare il camionista e me ne dimenticai, amico… Il disco uscì e riscosse un gran successo a Memphis. Iniziarono a suonarlo e fu un gran successo. Non lo sapete il perché? (Sorride). Il testo non aveva alcun significato. Ero un ragazzino, che nella canzone urlava “awopah-awh-a-awh” esclamò Elvis imitando i propri vocalismi.

“Comunque lo mandarono in onda e andò a ruba nel Sud. Ma io avevo ancora il mio impiego.

Di giorno guidavo il camion, la sera lavoravo nei night club…e cose del genere

Nel 1956 incontrai il Colonnello Sanders”, Elvis scoppiò in una risata, “No, no, Parker, intendevo Parker. Mi fece andare in tv.”

Elvis fece un grosso respiro ricordando un brutto episodio: quando fu costretto a cantare HOUND DOG ad un bassotto con indosso un cappello a cilindro.

“Allora andai in televisione. E iniziò tutto. Fu azzardato. Dico sul serio. Partecipai all’Ed Sullivan Show quattro volte. Partecipai anche allo Steve Allen Show e al Jackie Gleason Show. Mi fecero cantare ad un cane e mi filmarono da qui in su”, Elvis indicò la cintura.

“Mi dicevano sempre ‘Hey, tu! Fermo, sta’ fermo! E chiedevano, continuamente: ‘ Di dove sei, bianco?’; io rispondevo Memphis, Memphis. Pensarono ‘E’ un fantoccio, lo rispediremo da dove è venuto’ ”, Elvis scoppiò a ridere.

“ Questo debbo dirvelo”, continuò Elvis con tono cupo, “Alla mia prima audizione per l’Arthur Godffrey Talent Show, mi stroncarono! Gridarono: ‘Amico, portalo fuori da qui! Portalo via ’. Poi invece scaricarono quel fesso! Come si chiama?”, Elvis si rivolse al padre. Vernon fece spallucce. “Pat Boone, sì, era Pat. A me piaceva, perchè aveva una bella voce, tutto sommato…Comunque, dopo mi spedirono a Hollywood. A girare films. Era tutto nuovo per me. Avevo soltanto 21 anni…Quando gridarono ‘azione’, ah ah, io non sapevo cosa fare. Perciò urlai Memphis! Memphis!” scherzò Elvis, scuotendo la spalla destra. “Mi guardarono e dissero: ‘Non può fare di più’ …”

“Girai quattro films e, nel ’58, ci fu la chiamata alle armi. Entrai nell’esercito e vi rimasi per un paio d’anni. Fu davvero buffo…

Specularono un sacco sul mio taglio di capelli e su tutto quel trambusto. Ero un soldato ora”, Elvis si alzò e si esibì nel saluto militare, “Sissignore!”

“Poi seppi del congedo e dei prossimi films. Il primo si intitolava GI BLUES ed io credetti di essere ancora nell’esercito”, disse Elvis, ammiccando inquieto e guardandosi attorno, come se non sapesse dove fosse.

“Ho fatto films buoni che mi hanno procurato molto successo, come Blue Hawaii…ed altri da dimenticare!”

Quando gli fu chiesto se pensava fosse stato un errore incidere quelle terribili colonne sonore, Elvis ammise “Certamente persi la mia direzione musicale ad Hollywood. Le mie canzoni, così come gran parte delle mie pellicole, erano una sorta di nastro trasportatore finalizzato alla distribuzione di serie…”

“Ora sono tornato e sulla strada giusta…”, Alzò il bicchiere e brindò alla stampa. “Con quei film sono caduto nella routine. Ora voglio riparare. Mi è mancato davvero esibirmi dal vivo, davanti ad un pubblico…Ecco perchè sono qui…”, Elvis si alzò e fece un inchino.

I giornalisti gli tributarono una standing ovation. Con voce dolce e gentile, concluse: “Spero di non avervi annoiato troppo raccontandovi la storia della mia vita…”

 

Dinner Show uno alle 8.15 e uno alle 12.00 p.m. al International Hotel a Las Vegas. Dopo vi fu una conferenza stampa alla Convention Hall dell’hotel.
Eccone una parte.
Elvis è accompagnato da Vernon, dal Colonnello, da Charlie Hodge, da Joe Esposito, da Lamar Fike e da Sonny West.
Giornalista: Perché non siete salito sul palco prima?
Elvis: Dovevo attenermi ai miei contratti cinematografici. Il contatto diretto mi mancava. Diventava sempre più difficile cantare per una videocamera. Ho sempre voluto esibirmi durante questi nove anni. A partire da oggi, mi impegnerò di più a stare sul palco e a fare meno film.
Giornalista: Farete della altre tournée?
Elvis: Spero bene. Mi piacerebbe esibirmi in tutto il mondo. Si, anche in Inghilterra. Ho scelto Las Vegas perché la gente che ci viene è di tutto il mondo.
Giornalista: Ne avete abbastanza dei set dei film?
Elvis: Si, sogno degli scenari diversi. Ho più piacere ad esibirmi davanti ad un pubblico come stasera che cantare nei film.
Giornalista: Quale genere di film le piacerebbe interpretare?
Elvis: Un ruolo profondo. Non voglio più giocare il ruolo di quello che si batte a pugni con qualcuno e dopo canta una canzone.
Giornalista: Era nervoso stasera?
Elvis: Si, durante le prime tre canzoni, dopo mi sono rilassato.
Giornalista: Si ricorda la prima volta che lei è venuto a Las Vegas?
Elvis: Si, sicuro. Avevo diciannove anni. Nessuno sapeva chi ero e da dove venivo.
Giornalista: Come si sente ad essere papà?
Elvis: Lo adoro.
Giornalista: Avete l’intenzione di ampliare la famiglia?
Elvis: Se capita ve lo farò sapere.
Giornalista: Come fa a rimanere sempre cosi giovane?
Elvis: Non so. Uno di questi giorni lo scoprirò probabilmente.
Giornalista: Signor Presley sono stato inviato dalla Enterprises Lord Sutch per farle un’offerta da un milione di dollari per due apparizioni al Wembley Stadium in Inghilterra. Il prezzo include un documentario che sarà filmato durante e dopo lo show. Non prenderà più di una giornata.
Elvis punta il dito in direzione del Colonnello e dice ridendo: dovete domandare a lui.
Parker chiede all'interlocutore di ripetere l’offerta, ma egli ritratta. Così Parker gli risponde di fare un deposito a garanzia.
Giornalista: Quanto è pagato per questi concerti?
Parker: Siamo soddisfatti di quanto abbiamo guadagnato. Sono contento che Elvis si qua.
Giornalista: È vero che siete stati pagati con azioni dell’hotel?
Parker: Certo che no. La sola cosa che abbiamo a gratis sono gli asciugamani nella camera.
Giornalista: Quando ha incontrato i Beatles perché la stampa non è stata invitata?
Elvis: Questo ci ha permesso di parlare più francamente e di fare quello che volevamo con libertà.
Giornalista: Da dove viene il modello del suo costume sul palco?
Elvis: Da un kimono di karaté che porto.
Giornalista: Che cosa pensa di Hollywood?
Elvis: Non mi piace, non ho niente contro, ma non mi piace.
Giornalista: Cosa le piace fare quando è a Graceland?
Elvis: Mi piace cavalcare, nuotare e parlo con i turisti che ci sono davanti al cancello.
Giornalista: Come ha scelto le canzoni per lo show?
Elvis: Canto semplicemente le mie preferite.
Giornalista: Perché ha scelto un gruppo vocale di ragazze nere?
Elvis: Perché danno un giusto feeling, sapete: il feeling soul.
Giornalista: Sta provando a cambiare la sua immagine con delle canzoni come in the ghetto?
Elvis: No. In the ghetto è semplicemente una bella canzone. Dopo averla sentita non potevo non farla.

 

 

dove alloggiavo: 33° piano

 

 

 

L' MGM Grand Las Vegas è un hotel casinò situato al 3799 di Las Vegas Boulevard South sulla celebre strada chiamata Las Vegas Strip a Las Vegas (Nevada).

La sua costruzione avvenne per opera della MGM Grand Inc., in seguito questa società si fuse nel 2000 con la Mirage Resorts dando vita alla MGM Mirage, compagnia che lo possiede attualmente.

Si trova all'incrocio di Las Vegas Boulevard con Tropicana Avenue, a sud al di là della Tropicana Avenue c'è il casinò Tropicana, ad ovest, c'è il New York-New York.

Nel 1990 il magnate multimiliardario Kirk Kerkorian comprò il Marina Hotel con l'obbiettivo di ristrutturarlo, restaurarlo e rinominarlo MGM Grand, come un precedente hotel che aveva posseduto e venduto. Durante il periodo dei lavori l'hotel era conosciuto con il nome di MGM-Marina Hotel. Il Marina Hotel chiuse i battenti il 30 novembre 1991.

Il 23 febbraio 1993, la MGM Grand Inc. festeggiava la fine dei lavori con la sistemazione degli ultimi pannelli di vetro color verde smeraldo (la scelta del colore non fu casuale, infatti al momento dell'apertura il tema maggiormente ricorrente dell'hotel era Il mago di Oz), e il 18 dicembre 1993 venne aperto al pubblico.

La statua del leone di bronzo all'ingressoOriginariamente l'entrata principale sulla Las Vegas Strip consisteva in una gigantesca bocca di leone, in cui bisognava entrare per accedere al casinò, ma questo tipo di ingresso portò alcuni problemi legati ai giocatori provenienti da particolari culture che ritenevano che questo tipo di ingresso fosse un presagio di sfortuna, la gigantesca bocca venne sostituita con una statua di bronzo raffigurante sempre un leone (in questo modo riuscirono a conservare il simbolo della MGM senza urtare la superstiziosità di nessuno), la statua pesa circa 100.000 libbre, è alta 45 piedi, poggia su una base alta 25 piedi ed è la più grande statua in bronzo negli USA.

Quando l' MGM Grand aprì i battenti l'intenzione era quella di renderlo un luogo per conferire a Las Vegas un'immagine più adatta alle famiglie, (su esempio del Treasure Island) e si costruì un luogo dove anche i bambini potessero divertirsi, nel corso degli anni (esattamente come il già citato Treasure Island l'albergo abbandonò la connotazione di "struttura per famiglie" fino al completo demolimento delle struttre del parco giochi per far posto ad un nuovo edificio chiamata The Signature at MGM Grand.

Nel 1995 venne edificata una monorotaia per collegare l'MGM Grand al Bally's, in seguito questa linea venne inglobata dalla Las Vegas Monorail, una linea monorotaia che collega alcuni dei più importanti hotel casinò della Las Vegas Strip.
L' MGM Grand è (come molti hotel casinò di Las Vegas) basato su un tema portante, questo hotel è basato sul tema di Hollywood. Si compone di più edifici, il palazzo centrale è composto da 30 piani ed è alto 293 piedi (cioè circa 89 metri) ed è dotato di 5.044 stanze, il che lo rende l'edificio con il più alto numero di stanze del mondo, se si sommano anche gli altri edifici il complessa alberghiero (che comprende diversi edifici minori chiamati SKYLOFTS, The Signature at MGM Grand e The Mansion at MGM Grand) arriva ad avere una capacità alberghiera di 6.276 stanze, il che lo resero il più grande complesso alberghiero fino al 2007, anno in cui il The Venetian si espanse inaugurando un secondo edificio (chiamato The Palazzo) e portando la capienza totale a oltre 7.000 stanze. Il complesso dell' MGM Grand comprende anche 5 piscine esterne collegate da condotti artificiali dotati di cascate che ricoprono una superficie totale di 6,6 acri, un centro congressi di 35.000 m², la MGM Grand Arena, numerosissimi negozi che vendono prodotti di vario genere, 16 ristoranti (tra questi i più famosi sono Emeril's, Nobhill, Craftsteak e Joël Robuchon) e il più grande casinò di Las Vegas.

Il casinò dell' MGM Grand è il più grande di tutta Las Vegas e si estende per una superficie di 171.500 piedi² (cioè più di 16.000 m²), è fornito di ogni sorta di gioco d'azzardo: slot machine, blackjack, poker, sale private per i grandi giocatori, ecc.
MGM Grand Las VegasAll' MGM Grand è presente all'interno dell'area casinò un habitat in cui vivono e sono esposti agli occhi del pubblico 6 leoni.
L' MGM Grand è la casa dello spettacolo Kà del Cirque du Soleil.
Studio 54, un nightclub costruito sul modello dello Studio 54 di New York.

 

Il Flamingo Hilton è da molti considerato il primo hotel nato lungo lo strip. In realtà il Flamingo è il terzo hotel, in quanto il primo è stato El Rancho ed il secondo The Last Frontier. Tuttavia, nonostante non gli si possa attribuire questo primato, il Flamingo resta comunque uno dei più grandi, rinomati e famosi hotel casino di Las Vegas. Sorge proprio nel cuore di Las Vegas, sulla Las Vegas Boulevard, all’angolo con Flamingo Road, proprio di fronte al Caesars Palace.
Di giorno il Flamingo è un edificio chiaro piuttosto squallido, ma quando scende la notte si illumina di luci e di colori e diventa irriconoscibile. Con i suoi fenicotteri rosa, che campeggiano trionfanti un po’ ovunque, è uno degli alberghi con il maggior numero di camere (più di 3.600 camere!!!), tutte rigorosamente con bagno ampio e comodo. Offre inoltre camere per persone con speciali necessità e numerose suites per ogni esigenza. E’ possibile il servizio di baby-sitting, servizio in camera, parrucchiera, estetista. Numerosi sono i negozi all’interno dell’hotel: dal ristorante al negozio di sport, dallo snack bar al ristorante italiano. Ampio giardino con gigantesca piscina e jacuzzi, circondate da altissime palme sono l’ideale per rilassarsi e prendere un po’ di sole. E se per caso durante il vostro soggiorno a Las Vegas incontrate la vostra anima gemella e non potete aspettare il rientro per sposarvi: nessun problema, la Wedding Chapel è sempre a disposizione e numerosi sono i pacchetti di offerte per matrimoni lampo “tutto compreso”!

Il Luxor Hotel è un resort, ossia una struttura polivalente che funge da albergo, casinò e luogo di intrattenimento.L'albergo può contare una capacità di 4.407 tra stanze e suite e il suo tema portante è indubbiamente l'antico Egitto, infatti la forma a piramide lo rende uno dei più riconoscibili hotel-casinò della città, è stato inoltre uno dei primi alberghi ad essere costruito con un tema portante. La costruzione iniziò nel 1991 parallelamente alla costruzione di altri grandi resort tematici come il Treasure Island e il restauro dell' MGM Grand, ed aprì i battenti il 15 ottobre di due anni dopo.Il Luxor Hotel situato al numero 3900 della Las Vegas Blvd, nel sud di Las Vegas, la via è particolarmente nota anche con il nome di Las Vegas Strip, il Luxor è situato all'estremità sud della famosa via, davanti al McCarran International Airport, ed è incastonato tra l'Excalibur e il Mandalay Bay, le tre strutture sono collegate tra loro da una ferrovia interna.Il Luxor Hotel venne edificato dalla Mandalay Resort Group, Nel Giugno 2004, la compagnia fu acquistata dalla rivale MGM Mirage che divenne quindi proprietaria di quasi tutte le strutture della Las Vegas Strip.

 

Il New York-New York Hotel & Casino è un hotel casinò situato sulla famosa Las Vegas Strip al 3790 di Las Vegas Boulevard South a Las Vegas, Nevada. È di proprietà della compagnia MGM Mirage del magnate multimiliardario Kirk Kerkorian.

Il New York-New York ha come tema portante la città di New York, la sua architettura crea una vsione che ricorda moltissimo la visuale delle immagini aeree della famosa metropoli, inoltre la facciata è costituita da una serie di torri che riproducono in scala alcuni famosi grattacieli cittadini (L'Empire State Building, il Chrysler Building, ecc.), davanti all'agglomerato di palzza c'è una piscina che ricorda la baia di New York con una replica della statua della libertà alta 150 piedi (46 metri, circa la metà dell'originale), il ponte di Brooklyn e altri monumenti.

Lungo le pareti dell'albergo corre un'attrazione turistica molto famosa, ovvero il roller coaster cioè delle montagne russe che percorrono tutto il perimetro dell'albergo.

Ogni area dell'albergo (dotato di più di 2.000 stanze) e del casinò prende il nome da una zona di new york, per esempio l'area del casinò (che si estende per 84.000 piedi², corrispondenti a 7.803,8 m²) è chiamata Central Park.

Si trova all'incrocio di Las Vegas Boulevard con Tropicana Avenue, attraversando Tropicana Avenue si può arrivare all' Excalibur, attraversando Las Vegas Boulevard si può arrivare all' MGM Grand

 

 

 

The Venetian Resort Hotel Casino è un hotel e casino a tema di Las Vegas.

Panorama del VenetianSi trova sulla Strip, la via dei più famosi Casinò di Las Vegas, nel luogo dove sorgeva il vecchio hotel Sands, e si ispira alla città di Venezia.

E' il più grande hotel 5 stelle degli Stati Uniti. [1], di proprietà della Las Vegas Sands Corporation. L'hotel possiede 4.049 stanze e un casinò di 11.000 m². Insieme agli adiacenti Sands Expo Convention Center e The Palazzo Hotel and Casino Resort, il Venetian costituisce il più grande complesso alberghiero del mondo, con ben 7.128 stanze.
I lavori di costruzione del Venetian cominciarono il 26 novembre 1996, quando il Sands Hotel, acquistato 8 anni prima dal miliardario Sheldon Adelson, venne abbattuto con una spettacolare esplosione controllata.

L'hotel venne inaugurato il 3 maggio 1999: all'epoca dell'apertura era uno degli hotel con i più alti costi di costruzione al mondo, valutati in 1,5 miliardi di dollari. Alla cerimonia inaugurale partecipò anche l'attrice Sophia Loren.
La riproduzione del Ponte di RialtoNella zona antistante l'ingresso del Venetian sono riprodotti fedelmente in scala 1 a 2 il campanile di San Marco e il ponte di Rialto.

Un lago artificiale prosegue all'interno della struttura con un canale, che costeggia la zona del centro commerciale (che copre una superficie totale di 50.000 m²) e viene percorso da riproduzioni fedeli delle tradizionali Gondole Veneziane. Le gondole vengono governate a remi come nella realtà.

La zona delle piscine e dell'area benessere occupa una superficie totale di ben 6.400 m².

Il casinò, posizionato al di sotto del centro commericale, offre più di 122 diversi tipi di giochi.

Il complesso ospita anche il museo delle Cere di Madame Tussauds.

 

Wynn Las Vegas Resort and Country Club è un hotel e casino 5 stelle a tema di Las Vegas. Si trova sulla Strip, la via dei più famosi Casinò di Las Vegas, nel luogo dove sorgeva il vecchio hotel Desert Inn, e deve il suo nome al proprietario e costruttore, il miliardario Steve Wynn.

Concepito fin dall'inizio per superare in grandezza e lusso le precedenti creazioni di Steve Wynn (il Mirage, il Treasure Island e il Bellagio), l'hotel possiede 2.715 stanze, con dimensioni variabili da 58 m² a 650 m², e un casino di 10.200 m².

Il 27 aprile 2000 Steve Wynn acquista lo storico hotel Desert Inn, per una cifra di 270 milioni di dollari. Solo 3 giorni prima si erano festeggiati i 50 anni di vita dell'hotel, e tra le celebrazioni c'era stata anche la chiusura di una "capsula del tempo" che avrebbe dovuto essere riaperta solo nel 2050. Ma la frenetica Las Vegas non ha tempo di guardare al passato, e solo pochi mesi dopo Wynn annuncia che il Desert Inn, ritenuto non più in grado di concorrere con i nuovi maxi-hotel della Strip, avrebbe chiuso entro la fine dell'anno per lasciare spazio a un nuovo complesso più moderno.

La torre principale del Desert Inn venne abbattuta il 24 aprile 2001. Le altre due torri, costruite a metà degli anni '90, avrebbero seguito la stessa sorte nel 2004: al momento dell'abbattimento avevano solamente 7 anni di vita.

I lavori di costruzione vennero avviati nel Giugno del 2002: all'epoca il costo totale preventivato di 2,7 miliardi di dollari rappresentava il più alto budget per la costruzione di un edificio privato mai speso negli Stati Uniti. Per fare un paragone, si pensi che il budget per la ricostruzione dell'intero World Trade Center ammonta ad "appena" 1,7 miliardi di dollari.

Il campo da golf annesso al vecchio Desert Inn venne conservato e prese il nome di Wynn Golf and Country Club.

Il Wynn aprì ufficialmente al pubblico il 28 aprile 2005, giorno del compleanno della moglie di Steve e 55esimo anniversario dell'ormai defunto Desert Inn.

Il Bellagio è un resort, ossia una struttura polivalente che funge da hotel, casinò, ristorante, centro congressi e ospite di avvenimenti sportivi, è situato nel Nevada, per la precisione al 3600 Las Vegas Boulevard South di Las Vegas, all'interno della zona della città dedicata interamente a queste strutture: la Las Vegas Strip.

Il casinò ha aperto la sua attività il 15 ottobre 1998, attualmente è di proprietà della MGM Mirage, una importantissima catena di resort controllata dal magnate multimiliardario Kirk Kerkorian.

La struttura è stata edificata e finanziata dalla Mirage Resort sul terreno in cui prima si ergeva il casinò Dunes, al momento della sua apertura si trattava del più costoso albergo mai costruito nella storia, infatti si calcola che la società che lo edificò spese circa 1,6 miliardi di dollari americani. L'attività è stata inaugurata alle 23 circa del 15 ottobre 1998, per l'inaugurazione venne organizzata una festa particolarmente ricca di Vip e di spettacoli di molti artisti famosi (tra questi il famoso gruppo del Cirque du Soleil) che portarono i costi dell'inaugurazione ad un cifra stratosferica di 88 milioni di dollari.

Nel 2000 la Mirage Resort si fuse con la MGM Grand Inc. dando vita alla MGM Mirage, attuale proprietaria dell'edificio.
Il Bellagio di notte e le fontaneIl Bellagio è modellato sullo stile delle case e del paesaggio presenti sul Lago di Como, il nome stesso della struttura è ripreso dal comune di Bellagio.

La capacità alberghiera del Bellagio è tra le più ampie del mondo, infatti dispone di 3.933 stanze, di cui molte sono suite, all'ultimo piano dell'albergo c'è un museo e una galleria d'arte, inoltre dinanzi all'edificio sono presenti delle famosissime fontane semoventi che vengono considerate da tutti come una delle principali attrazioni dell'albergo. All'interno dell'albergo sono presenti moltissimi ristoranti che preparano diversi tipi di cibi, alcuni di essi sono molto famosi, come per esempio il ristorante francese Le Cirque, altri importanti sono il Circo, Noodles, Fix, Picasso, Michael Mina, Jasmine e il Prime. Nell'edificio è presente anche un importante giardino.
Il Bellagio è una delle più importanti case da gioco del mondo, infatti al suo interno i giocatori possono usufruire di una superficie di 10.776,75 m² dedicati al gioco d'azzardo. Inoltre è spesso meta del World Poker Tour poiché le sue sale private sono considerate da molti giocatori tra le migliori del mondo.
L'attrazione principale dell'Hotel è certamente costituita dalle famose fontane: si tratta di uno spettacolo di giochi d'acqua, luci e musica che si svolge nell'ampio lago artificiale prospiciente all'albergo. Lo spettacolo, della durata di pochi minuti, si ripete ciclicamente durante il pomeriggio ogni 30 minuti e la sera (dalle 20 alle 24) ogni 15 minuti: una serie di getti d'acqua mista ad aria compressa si muovono ed esplodono a ritmo di musica, formando spettacolari coreografie e colonne d'acqua alte fino a 76 metri. Ben 4500 fonti luminose rendono ancora più spettacolare l'attrazione nelle ore notturne.

Tra le canzoni utilizzate attualmente per lo spettacolo figura anche "Con te partiro" del cantante e tenore italiano Andrea Bocelli.

Si stima che il costo totale di costruzione delle fontane sia stato di 50 milioni di dollari.

 

 

 

 

 

 

Il Planet Hollywood Resort & Casino farà sentire ognuno come una celebrità. L'hotel offre il fascino di Hollywood e trattamenti da star a tutti gli ospiti, facendovi sentire benvenuti e a vostro agio. Al Planet troverete più ristoranti, negozi, divertimenti e casinò di qualsiasi altra destinazione di Las Vegas.

Al Centro Termale Planet Hollywood di Mandara potrete regalare alla vostra pelle trattamenti hollywoodiani completati da massaggi, trattamenti del viso, unghie e capelli, solarium e molto altro. Rilassatevi e prendetevi cura di voi stessi in stile hollywoodiano. Se una piscina che si affaccia sul corso non è male, due piscine, due vasche riscaldate e un caffè stagionale a bordo piscina sono decisamente meglio.

Stomp out Loud, realizzato dai produttori di Stomp, sarà lo spettacolo di punta della nuova Showroom con 1.500 posti.

Il Peepshow, che debutterà nell'aprile del 2009, è uno spettacolo burlesco creato per il pubblico dinamico e alla moda tipico di Las Vegas. Una produzione altamente stilizzata e a tutta velocità che combina degli spogliarelli sexy con varie celebrità (uno degli ospiti è Mel B).

Se desiderate dedicarvi alle spese, potrete farlo in grande stile al Miracle Mile Shops, dove i 170 esclusivi negozi e ristoranti sono davvero una tentazione irrinunciabile.

All'ora di cena il Planet serve piatti in grado di soddisfare tutti i gusti. Il Planet Dailies è una caffetteria eclettica aperta 24 ore al giorno. Una cucina cinese di alto livello è servita al P. F. Chang's, mentre piatti internazionali e dessert in quantità sono la specialità dell'apprezzato Spice Market Buffet. Gli ospiti che arrivano presto potranno scegliere tra le bistecche dello Strip House, l'esclusiva cucina messicana dello Yolo's e quella italiana originale dell'Alfredo's. L'hotel, inoltre, dispone del Koi, un ristrutturato ristorante giapponese. L'Earl of Sandwich serve un menù completo di piatti gourmet e formaggi. Scoprirete tante varietà di cucine diverse presentate con uno stile che completa ed esemplifica la qualità che avete scelto.

All'interno dell'edificio sono presenti anche diversi ristoranti che cucinano cibi secondo le ricette di diverse cucine internazionali, i più conosciuti sono : Japonais, STACK, Fin, Kokomo's, Onda Ristorante & Wine Lounge, Samba Brazilian Steakhouse.

 

Il Caesars Palace è un hotel casinò situato sulla Las Vegas Strip (per la precisione al 3570 Las Vegas Blvd South), una delle zone più importanti della città di Las Vegas, in Nevada.

Il Caesars Palace è proprietà della Harrah's Entertainment, una delle più importanti catene di hotel casinò del mondo; l'edificio sorge tra altri due famosissimi casinò: il Bellagio e il The Mirage, che però sono di una compagnia concorrente: la MGM Mirage.

Il Caesars è dotato di 3.349 stanze divise in 5 torri: Augustus, Centurion, Forum, Palace, e Roman. La torre Forum è dotata di suite che arrivano a 1.000 piedi quadri (circa 929 m²).

Facciata del Caesars PalaceNel 1962, Jay Sarno, un proprietario di piccoli hotel, chiese e ottene dieci milioni di dollari in prestito dalla Teamsters Central States Pension Fund per poter costruire un nuovo hotel casinò su un terreno concessogli da Kirk Kerkorian (all'epoca semplice imprenditore), lo stesso Sarno ideò e progettò l'albergo pianificando e soprintendendo la costruzione che fu particolarmente complicata perché fu assegnata a diverse compagnie, ognuna delle quali fabbricava delle parti dell'edificio. La prima versione del Caesars Palace (inaugurata nel 1966) era costituita da una sola torre dotata di 680 stanze. Sarno lottò a lungo con i suoi finanziatori per poter scegliere il nome della sua nuova attività, alla fine riuscì a imporsi e chiamò la sua creazione Caesars Palace, scelse questo nome perché credeva che l'immagine del condottiero romano Giulio Cesare evocasse nella mente dei visitatori pensieri di nobiltà e di valore, inoltre mise questo nome che tradotto letteralmente significa Palazzo DEI cesari piuttosto che Caesar's Palace cioè Palazzo DI Cesare per far capire al visitatore che dentro l'albergo chiunque verrà trattato come un Cesare.

L'inaugurazione dell'hotel casinò avvenne il 5 agosto 1966, in quell'occasione si esibirono artisti del calibro di Andy Williams e Phil Richards, due giorni dopo ci fu il primo matrimonio all'interno del Caesars Palace, il chitarrista latino Xavier Cugat sposò la cantante e ballerina Charo, il successo del casinò fu immediato e già pochi mesi dopo l'apertura Sarno poté comprare il terreno su cui sorgeva l'hotel da Kerkorian per la cifra di 5 milioni di dollari.

Il 31 dicembre 1967, Evel Knievel provò con la sua motocicletta a saltare le fontane dell'albergo ma il tentativo fallì.

Nel corso degli anni moltissimi artisti si sono esibiti in questo albergo, tra questi George Burns, Celine Dion, Elton John,Diana Ross, Cher, Julio Iglesias, Judy Garland, David Copperfield, Gloria Estefan, ma il più famoso resta Frank Sinatra.

ha subito diversi ampliamenti, restauri e restyiling nel 1974, 1979, 1992, 2001 e 2005.

Nel 2005 la Harrah's Entertainment lo ha acquistato dalla Caesars Entertainment.
Il logo del Caesars PalaceL'albergo è dotato di 3.349 stanze e di numerose suite, è costruito (come si intuisce anche dal nome) con uno stile che richiama visibilmente l'Impero Romano, tuttavia al suo interno non tutto è dedicato esclusivamente all'Impero Romano, sono presenti diversi ristoranti, alcuni molto famosi come per esempio il Restaurant Guy Savoy, 808, Bradley Ogden, Empress Court, Hyakumi, Mesa Grill. Inoltre ospita diversi show e spesso avvenimenti sportivi, in genere incontri di pugilato o wrestling (la IX edizione di Wrestlemania ebbe molto successo) ma nel corso della sua storia ha ospitato diverse gare automobilistiche. All'interno dell'edificio è particolarmente famoso il Forum Shops, un insieme di negozi situati in edifici in stile romano che offrono vari tipi di prodotti ai clienti.

Attualmente, la celebre cantante americana Cher, il britannico Elton John e Bette Midler si ebiscono con i loro show.

 

 

 

 

 

Lo Stratosphere Las Vegas è un hotel casinò situato al 2000 Las Vegas Blvd. South, sulla Las Vegas Strip, nella città di Las Vegas, in Nevada.

La struttura è dotata di 2.444 stanze d'albergo e ha una superficie dedicata al gioco d'azzardo pari a circa 7.000 m².

La sua famosa torre alta 1.149 piedi (circa 350 m) è anche la più alta torre panoramica di tutti gli USA e fornisce una visione unica della città di Las Vegas, purtroppo è tristemente famosa anche per altri motivi, infatti fin dal 1996 (anno dell'apertura) ben 5 persone si sono suicidate gettandosi dall'altissima torre.

Inizialmente venne edificato dalla Stratosphere Corporation, che però ebbe dei problemi di bancarotta e fu costretta a cedera la struttura all'attuale proprietario, vale a dire la American Casino & Entertainment Properties.

The Mirage è il nome di un hotel casinò situato a Las Vegas, nel Nevada, il suo indirizzo è 3400 Las Vegas Blvd South. La struttura è dotata di un collegamento con l'edificio accanto: il Treasure Island, un altro hotel casinò della stessa catena.

L'edifico venne completato nel 1989 e inaugurato nello stesso anno da Steve Wynn ed è stato di proprietà della Mirage resort fino al 2000, anno in cui la società si è fusa con la MGM Grand Hotel Inc. dando vita alla MGM Mirage, che ne è attualmente proprietaria. La costruzione dell'edificio costò circa 630 milioni di dollari americani (All'epoca fu un record, in seguito superato).

All'epoca della sua costruzione era il più grande albergo della città, e il primo dei cosiddetti megaresort di Las Vegas, molte strutture nelle sue vicinanze sono nate su imitazione del The Mirage.
Il The Mirage è dotato di 3.044 stanze ed è costruito con il tema portante della Polinesia e dell'arte polinesiana. All'esterno della struttura si trova un parco caratteristico per le sue 1200 palme e la riproduzione di un vero e proprio vulcano alto più di 16 metri dalle cui pendici si riversano a cascata 119.000 galloni d'acqua al minuto. Tutte le sere dopo il tramonto ogni 15 minuti il vulcano simula un'eruzione con tanto di lava e vere fiamme. Questo spettacolare evento è presente sin dall'apertura del resort pertanto vanta di essere il primo show gratuito della Strip. Sull'onda di questo successo nacquero in seguito le battaglie dei pirati al Treasure Island e le fontane del Bellagio. La notte del 3 febbraio 2008 lo storico vulcano del Mirage ha dato sfogo alle sue fiamme per l'ultima volta. Attualmente infatti è in fase di smantellamento per far posto ad una sua replica di dimensioni nettamente più grandi del quale però non si hanno altre informazioni. L'inaugurazione è prevista per la fine del 2008.

Altre attrazioni sono le Tigri bianche custodite al suo interno e i frequenti spettacoli di artisti internazionali.

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Quando il Rat Pack cantava il sogno americano in Nevada.

ilGiornale.it

 

Sulla tomba ha voluto che fosse scritto: «The best has yet to come» (Il meglio deve ancora venire) e lo seppellirono con un pacchetto di Camel ed una bottiglia di Jack Daniel's. Il 14 maggio del 1998 l’America pianse la scomparsa di Frank Sinatra, una leggenda della musica e dello spettacolo che conserva ancora oggi il sapore di un mito. Per lungo tempo, inseparabili e validi compagni di Sinatra furono Dean Martin, e Sammy Davis jr. Li chiamavano «rat pack», (gruppo di ratti) riprendendo le parole di Lauren Bacall la sera in cui li vide, assieme al marito, Humphrey Bogart, disfatti dall’alcool.
Il clima, la nostalgia di quei tempi lontani sono stati riproposti con bravura e abbondanza di aneddoti curiosi e divertenti dal giornalista spagnolo Javier Márquez nel saggio Rat Pack, (Castelvecchi editore, d'imminente pubblicazione). Non si tratta solo delle vicende di uomini di spettacolo di notevole bravura, delle loro stravaganti esistenze. Il «rat pack» ha, infatti, scritto una pagina di costume americano, di un modo di vivere, di fare spettacolo e di divertirsi in un mondo diverso e ormai lontano.
Il pregio del libro è soprattutto rievocativo. Si potrebbe sostenere, come fa l’autore del libro che due cantanti di umile origine italiana ed uno di colore, quando i pregiudizi razziali si facevano sentire, hanno realizzato il sogno americano.
Nel leggere il saggio di Márquez rivediamo Dean Martin avvicinarsi al microfono fingendosi ubriaco (ma non doveva costargli troppa fatica), risentiamo la sua voce leggermente rauca cantare That's amore o Everybody loves somebody sometimes o Sammy Davis, impareggiabile fantasista, imitatore e ballerino con l’occhio, perso in un incidente, bendato, mentre interpreta That old black magic. Una componente essenziale del clan Sinatra furono le donne. Le vedette e le ballerine facevano parte del menu, tuttavia - scrive Márquez - la donna era per loro un essere speciale, bisognava trattarla con particolare attenzione, andava protetta. «Mi piacerebbe che qualcuno provasse a farti del male per poterlo fare a pezzi», disse un giorno Sinatra a Shirley MacLaine, per dimostrarle il rispetto e l'affetto che nutriva per lei. Le sue relazioni extraconiugali non si contavano. The Voice ebbe relazioni con Anita Ekberg, Angie Dickinson, Kim Novak, Lauren Bacall (dopo che rimase vedova) e Marilyn Monroe. L'unico indistruttibile amore del cantante fu però per la «selvaggia» e passionale Ava Gardner conosciuta, nel 1949, quando lei aveva solo ventisei anni ed era già famosa e reduce da due brevi matrimoni con Mickey Rooney e con Artie Shaw. Una passione travolgente, accompagnata da violente liti, scenate di gelosia, tradimenti continui. Sinatra malgrado potesse avere qualunque donna desiderasse, non la dimenticò mai. Il rat pack si esibì l'ultima volta nel 1988. Nonostante la loro età, il pubblico li accolse con un clamore entusiastico e Sinatra, tra il fragore degli applausi, cantò New York, New York. Continuarono ad incidere dischi, fino a quando sopraggiunse la morte di Sammy Davis nel 1990. Toccò poi a Dean Martin, nel 1995. Alla fine del 1996 Sinatra fu ricoverato tre volte per una infiammazione al polmone sinistro. Capì che la fine era vicina e ammise di fronte ai figli di non essere stato un buon padre né un buon marito, ma tornò di nuovo a casa e per prima cosa si accese una Camel e bevve un bicchiere di Jack Daniel's. Se ne andò due anni dopo, a ottantadue anni, con la soddisfazione di aver vissuto My way a modo suo.

 

 

 

 

Il "Rat Pack"
Durante gli anni cinquanta e sessanta Sinatra lavorò molto a Las Vegas. A quel periodo risale la formazione del Rat Pack: un gruppo di amici, che "accidentalmente" erano anche famosi uomini di spettacolo. Oltre a Sinatra, facevano parte del gruppo Dean Martin (il miglior amico di Sinatra), Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop a cui, saltuariamente, si univa anche l'attrice Shirley MacLaine. Il Rat Pack divenne celebre grazie al film Colpo grosso (Ocean's eleven), che racconta di una rapina in un casinò di Las Vegas, e di cui verrà girato un remake nel 2001.

Sinatra e gli altri membri del Rat Pack giocarono un ruolo importante nella lotta alla segregazione razziale negli alberghi e casinò del Nevada, evitando di frequentare quelli che si rifiutavano di servire Sammy Davis Jr. in quanto nero. Vista la popolarità del gruppo, molti locali adottarono un atteggiamento più tollerante, pur di poter vantare la presenza di ospiti così celebri.

Il soprannome "rat pack" fu coniato dall'attrice Lauren Bacall, dopo aver visto il gruppo rientrare da una notte brava di festeggiamenti.

 

Area 51, nuove rivelazioni

 

di: Enrico Baccarini

 

Nuove documentazioni estendono le prerogative di segretezza della base. Da oggi nessuno potrà sapere niente delle sperimentazioni che vi sono condotte se non sotto diretto intervento del presidente degli Stati Uniti.

Dietro il mistero che da sempre permea l'Area 51, detrattori e ricercatori si sono sempre contrapposti alla ricerca di una “verità ultima” che potesse fare maggiore luce sulle attività svolte in questa base dell'Aeronautica americana. Dalla totale negazione delle sua esistenza, che fino a pochi anni fa si faceva duramente sentire, siamo passati oggi alla sua totale legittimazione avvenuta grazie ad alcuni provvedimenti straordinari sanciti dall'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Non pochi pareri sono dovuti essere rivisti e la battaglia dialettica che si riferisce oggi a Dreamland si colloca su di un piano prettamente speculativo, ovvero sui possibili scopi operativi, e di sicurezza nazionale, di questa base.

A tutt'oggi Area 51 rimane una delle basi più segrete degli USA, sia per le sperimentazioni che vi sarebbero condotte sia per una serie di documenti presidenziali che svincolano la base da leggi federali e statali. Perché tutto questo riserbo dietro una base che fino a pochi anni fa “non esisteva” neanche? Ma soprattutto, perché questa base dovrebbe essere più importante, e segreta, di tante altre presenti sul territorio americano? Dai documenti declassificati nello scorso biennio sappiamo che la base è stata la postazione di collaudo per le più innovative tecnologie aeronautiche americane a cui, secondo altri documenti meno ufficiali, si sarebbero affiancate ricerche di retroingegneria aliena. Anche se quest'ultima affermazione potrebbe porre sul piatto della discussione dubbi e polemiche, rimane indubbio il fatto che se gli Stati Uniti volessero effettivamente studiare eventuali UFO caduti, Area 51 costituirebbe il luogo preferenziale. Le testimonianze che ci sono giunte fino ad oggi da questa base potrebbero quindi non essere infondate.
Il suo perimetro è costantemente sorvegliato sia da unità di sorveglianza (sia militari che civili sotto contratto governativo) che da sensori estremamente sofisticati atti a rilevare intrusioni non consentite all’interno dell’ampio perimetro della base. Balzata ai clamori del grande pubblico grazie a film come “Indipendence Day”, per diverso tempo l'interesse per Groom Dry Lake sembrava essere proporzionalmente diminuito, coinvolgendo solo quei ricercatori autonomi che da anni o decenni vi si interessavano. Negli ultimi mesi però questo velo di silenzio sembrerebbe essere diminuito ad opera di alcuni emendamenti che l’attuale presidente americano George W. Bush ha emanato. Tali emendamenti sono un’ulteriore conferma di come le ricerche e le sperimentazioni all'interno della base non siano diminuite ma anzi siano riprese con maggiore vigore ed interesse.

Dentro il mistero. Con una serie di provvedimenti sanciti tra lo scorso dicembre e la fine di gennaio di quest'anno, vengono infatti ulteriormente estese delle prerogative di inviolabilità e sicurezza di Groom Dry Lake. La base, localizzata in un'isolata zona del deserto del Nevada (e all'interno del Nevada Test Site, il poligono in cui negli anni ’60 e ’70 venivano sperimentati gli ordigni nucleari americani) è stata per diversi decenni sede di sperimentazioni con i livelli di segretezza più alti. Dagli hangar di Groom Dry Lake sono stati partoriti infatti aerei come l'F-117, il B-2 ed il nuovissimo Bird of Prey. L'esistenza dell'Area 51 venne ufficialmente “sancita” dal Governo americano nel 1999 quando l'allora presidente Bill Clinton emanò un documento ufficiale nel quale si esentava la base dal dovere rendere conto alle autorità federali e statali, o a cittadini che ne facessero richiesta attraverso il F.O.I.A. (1) (e di richieste ve ne erano molte), quali fossero i progetti e le sperimentazioni compiute all'interno della base.

Clinton, probabilmente, emanò questo primo documento a seguito di alcune cause civili intentate contro Groom Lake Base e contro l'Aeronautica degli Stati Uniti da alcune famiglie di operai che avevano perso la vita lavorando all'interno della base. Le morti, (2) per quanto fu possibile appurare, erano state causate dalla prolungata esposizione dei soggetti a sostanze tossiche sconosciute che ne avevano compromesso la funzionalità dell'organismo (3) conducendoli in pochi mesi al decesso. Se tale situazione non fosse stata controllata sul nascere avremmo potuto assistere ad un'escalation che avrebbe probabilmente condotto ad interrogazioni governative presso il Congresso degli Stati Uniti per fare maggiore luce sulle attività di Groom Lake. Una situazione quantomeno imbarazzante per uno stato che voleva negare l'esistenza della base e soprattutto che voleva tenere segrete le sue sperimentazioni. Si scelse probabilmente quindi il male minore, rivelare ufficialmente l'esistenza della base mettendo a tacere però le famiglie attraverso cospicui indennizzi (le denunce furono ritirate, i procedimenti giudiziari vennero annullati, le famiglie denunciatarie si ritirarono in un riserbo quantomeno sospetto).
Tale strategia condusse però ad una pubblica ammissione dell'esistenza dell'Area 51, esistenza che era stata negata in decenni di richieste ufficiali e di interrogazioni presso il FOIA. La “Presidential Determination RCRA No. 98-36”del 1999 esentò la base di Groom Lake da qualsiasi legge federale, statale o confederale inerente la richiesta di declassificazione di documentazioni segrete sulle attività svolte nell'installazione. Con tale emendamento Clinton assicurò all'Area 51 un salvacondotto contro tutti quei curiosi e quei ricercatori che avessero voluto scoprire le attività della base. Mai nessun'altra operative field base ha ricevuto tanta attenzione come Area 51.

Tra il 1999 e il 2003, l'interesse per l'installazione sembrava essere diminuito, anche se sporadicamente venivano pubblicati su Internet bollettini, articoli o fotografie di nuovi velivoli sperimentali, o nuove indiscrezioni sulle sperimentazioni ivi condotte. Tra lo scorso dicembre e il gennaio 2003 è stato però sollevato nuovamente il velo di mistero che aleggia su questa base. George W. Bush ha infatti emanato due nuove ordinanze governative nelle quali si esenta ulteriormente l'Air Force, che gestisce la base, dal render conto a “persone non abilitate” su cosa si sperimenta nella base e quali sostanze vengono impiegate all'interno della stessa. In questi nuovi documenti viene posto ulteriormente l'accento (ed in maniera palese) su la totale segretezza delle sperimentazioni effettuate a Groom Lake. Alquanto curioso per una base che secondo affermazioni ufficiali oggi dovrebbe essere solo un campo di addestramento per i Red Flag. (4)

Se le disposizioni amministrative della presidenza Clinton, prima, e Bush, oggi, hanno cercato di velare le attività che vengono svolte nell'ormai famosa Area 51, numerosi studiosi sono ormai concordi nell'affermare che in questa base sono probabilmente svolti test e sperimentazioni segrete. Se associamo quanto possiamo leggere nelle documentazioni ufficiali a quanto svariati personaggi hanno affermato nel corso del decennio passato, ovviamente facendo una tara del materiale, è ormai oggi altamente probabile che Area 51 costituisca il più avanzato centro di raccolta e sperimentazione presente in tutto il territorio americano, nulla esclude quindi che eventuali dischi precipitati possano essere stati, ed essere, oggetto a tutt'oggi di studi retroingegneristici…

 

l'Area 51

 

 

La Death Valley

o La Valle della Morte è un parco situato  nello Stato della California e in piccola parte nel Nevada, a poco più di 200 km a nord-ovest di Las Vegas, ed è conosciuta per una delle depressioni più profonde dell'emisfero settentrionale con un livello di 86 metri sotto il livello del mare nel punto più basso.
Il nome deriva da una frase pronunciata da un pioniere, che riuscendo a sopravvivere alla traversata della valle disse: "Grazie a Dio siamo uscito da questa valle della morte".
Infatti nel periodo della corsa all'oro molti cercatori diretti verso la California persero la vita per le condizioni avverse della Valle, pensate che nella Death Valley in estate la temperatura supera sempre i 40° C e non essendoci ombra il sole è implacabile.
Il record fu registrato nel 1913 quando la temperatura massima fu di 57° C e la minima -9° C, ma comunque anche d'estate potete imbattervi in forti acquazzoni che possono rendere le strade impraticabili, quindi è sempre bene informarsi sullo stato delle strade prima di iniziare il viaggio.

La Death Valley è attraversata  da est-ovest dalla strada principale 190 della California.
Ad est nel Nevada, la strada 95 degli Stati Uniti costeggia il parco in parallelo da nord a sud con le strade principali di collegamento a Beatty (route 374) e Lathrop Wells( route 373) o Death Valley Junction
Per chi arriva da San Francisco il tragitto migliore è attraverso Ridgecrest  per poi dirigersi in direzione Panamint Springs sulla 178, per chi arriva da Yosemite route 395 verso Lone Pine ed entrata sempre da Panamint Springs.

La  Death Valley solitamente è considerata un parco visitabile di inverno, viste le temperature che raggiunge d'estate, ma invece si può visitare tutto l'anno.
L'autunno arriva verso la fine di ottobre, con le temperature calde ma piacevoli.
L'inverno ha giornate fredde  e raramente dei temporali, con la neve che ricopre gli alti picchi e la bassa  luce del sole può essere il momento migliore per  l'esplorazione della valle.
La primavera è il periodo più affollato di visitatori nella  Death Valley. Oltre ai giorni caldi e pieni di sole, c'è la  possibilità,  se l'inverno precedente ha piovuto, di vedere, tra la fine di marzo e inizio di aprile nel deserto, la fioritura di diversi tipi di piante e fiori.
L'estate comincia presto nella Death Valley, a fine maggio le temperature cominciano ad essere molto alte, anche se tuttavia durante i mesi più caldi i turisti non mancano, la maggior parte
si accontenta di fare un giro in macchina per la valle con poche soste.
Se scegliete di visitare la valle in estate vi conviene iniziare la visita al primo mattino per non soffrire il caldo.
Consigli:
Portare con voi sempre molta acqua , si consigliano circa 4 litri a testa. Bevete molto, evitate le escursioni nel primo pomeriggio, e proteggetevi dal sole sempre con
un cappellino e creme solari.
Controllate bene il livello dell'acqua del radiatore, e possibilmente ogni tanto fate riposare l'auto spegnendo il climatizzatore soprattutto prima di salite.
Lungo la valle potrete trovare serbatoi di acqua non potabile, per il radiatore della vostra macchina, e in ogni caso, prima di partire fate il pieno di benzina anche se nella valle ci sono 3 stazioni di servizio, ma ovviamente il prezzo è più caro rispetto ai distributori situati fuori dal parco.
Informatevi della situazione delle strade, nei mesi di luglio-agosto è possibile imbattersi in violenti acquazzoni che possono compromettere il fondo stradale e farvi saltare la visita.

 

Da vedere
La Death Valley la possiamo dividere in tre parti.La prima la più turistica, quella che da Furnace Creek prosegue o per Badwater o per Dante's View.
La seconda e` quella a nord, circa un'ora da Furnace Creek, partendo dal Mesquite Flat Sand Dunes e dal Titus Canyon fino allo Scotty's Castle.
La terza e` quella a sudovest, detta Panamint Springs Area,  che comprende localita` un po' sperdute come il Telescope Peak e le Darwin Falls .
Golden Canyon 3 miglia a sud di Fornace Creek sulla route 178, qui c'è un trail di quasi 2miglia, che attraversa un piccolo canyon con formazioni rocciose di colore giallo.
Consigliabile farlo subito al mattino per evitare il caldo e l'afa
Artist Drive  9 miglia da Furnace Creek sulla Route 178 dopo il Golden Canyon, strada a senso unico che va percorsa arrivando da Badwater, dopo alcuni km in questa stradina isolata si arriva nel punto chiamato Artist's Palette (la tavoletta del  artista)dove si possono osservare i diversi colori assunti dalle rocce vulcaniche per mano di pigmenti minerali.
Devil's Golf Corse Sempre sulla Route 178 a 12 miglia a sud di Furnace Creek, praticamente dopo Artist Drive verso Badwater sulla destra.
Un immensa distesa di sale immersa nel deserto chiamata appunto campo da golf del diavolo.
Badwater Lungo la strada 178, 18 miglia a sud di Furnace Creek, qui si trova il lago salato nel punto più basso degli Stati Uniti, siamo a 86 metri sotto il livello del mare e tramite un ponte di legno si può scendere e camminarci sopra. Lungo la parete della montagna è segnato, tramite un cartello, il livello del mare.
Zabriskie Point Sulla route 190 4 miglia dopo Furnace Creek, questo è il punto reso famoso dal regista Antonioni da dove potete osservare un panorama davvero particolare, ci sono diverse collinette che assumono diverse tonalità di colori: un paesaggio lunare.
Dante's View Sulla  route 190 dopo circa 10 miglia da Zabriskie Point,  ben segnalata c'è una deviazione di circa 13 miglia che porta a questo bel punto di osservazione.
L'ultimo tratto della strada è in salita, con pendenze del 15%, un buon accorgimento è quello di spegnere il clima per evitare di surriscaldare troppo il motore.
Arrivati al parcheggio bisogna percorrere un piccolo sentiero che porta al promontorio, qui ci troviamo a 1669 metri di altezza e sotto di noi si può vedere Badwater e la route 178.
Sand Dunes Poco dopo  Stovepipe Wells  sulla sinistra arrivando da ovest, ci sono delle bellissime dune di sabbia che si sono formate dai frammenti di roccie trasportate dai venti; sembra di stare in un deserto africano. Il momento migliore è al tramonto o all'alba per evitare il riflesso del sole, potete incamminarvi ma attenzione non ci sono sentieri segnalati.
Scotty's Castle Una delle attrazioni più famose nel nord della valle, ci arriva dopo circa 60 km da Stovepipe Wells  sulla omonima strada.
Qui c'è un enorme castello la cui storia è abbastanza buffa:
Walter Scott era un cercatore che aveva ingannato un certo Johnson per farsi dare enormi quantità di denaro per investirle nelle miniere inesistenti della valle.
Un giorno però Johnson, decise di vedere di persona questa miniera, e capì di essere stato ingannato, molto malato però si accorse che il clima della valle giovava alla sua salute, cosi perdono Scott e fece erigere questo castello per venirci ad abitare.
Oggi il castello si può visitare , pagando l'ingresso di circa 12 $, al suo interno decine di stanze conservano l'aspetto originale.
Tutte queste zone citate  sono raggiungibili con la propria auto, esistono però alcune zone a nord del parco per le quali è richiesto un mezzo 4x4.

http://www.usa4you.it/death-valley.html

 

 

 

 

 

Los Angeles Hollywood Arizona Grand Canyon Mon. Valley Page-Bryce C.
Zion-Utah Las Vegas Sierra Nevada Yosemite Pacific Coast San Francisco