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BENTORNATI!

Quest'altra calda estate finisce e lascia all'ultimo scaffale in fondo al ripostiglio colonne di CD contenenti le foto dell'ultimo viaggio che nessuno vedrà mai, ma chi è rimasto in città nelle "due fatidiche settimane" ha dovuto fare i conti con noti problemi di sopravvivenza. C'è chi ne ha approfittato godendosi il silenzio e la tranquillità, chi scattando stupende fotografie, chi leggendo o dipingendo, chi scoprendo le insolite immagini dei semafori che lampeggiano senza automobili.

Meno male che in quei momenti ci accorgiamo anche di altre cose più belle alle quali, seduti in auto e in fila, non facciamo caso. Infatti solo in quel giorno solleviamo il naso per scoprire quanto siano belli i cornicioni e i tetti della nostra città, scoprirne gli antichi cortili, o certe trattorie che solo per te preparano le "Sarde a Beccafico" come le sanno fare qui; oppure i negozietti nascosti che vendono quell'oggetto che cercavamo disperatamente da tempo, che non abbiamo trovato nemmeno su e-Bay ma che, invece, era proprio sotto i nostri occhi. A chi è rimasto gli si è offerta anche la sodPotrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "ho appena oltrepassato il casello di San Gregorio.... A18 A 18 dir riservata clienti TELEPASS"disfazione di andare a pagare le bollette all'Ufficio Postale senza fare alcuna fila, praticamente uno spasso da giostra: si entra, si prende il biglietto A272 che si illumina immediatamente; ti presenti trionfante davanti all'impiegata e, visto il tempo ancora a disposizione, dopo avere pagato la multa ti viene anche voglia di portarle una granita al caffè per farle passare quello sconforto dovuto a solitudine da pubblico impiego. Una patologia, visto il cronico blocco del turn-over, che si diffonde sempre di più.

Però bisogna anche vivere, no? E quindi c'è stato pure chi ha cercato di farlo, girovagando fra queste saracinesche selvagge ancora imbrattate di scritte contro la tessera del tifoso (con tutti i problemi che ci sono in Italia, sembra che sia questa la prima necessità della nostra società) o di messaggi d'amore con decine di X, 6, K, che all'inizio partono bene ma poi cambiano strada, crollano e si frantumano più in basso sotto i colpi di azzardati congiuntivi aggiunti dall'avventuroso autore. In alcuni esercizi ancora aperti mancava addirittura la merce, sembrava di stare nei supermercati bulgari, altri hanno fatto a gara a chi chiudeva prima. Nonostante si facciano ripetuti appelli da parte di Prefetture, Camere di commercio, ecc.. mai come quest'anno le serrande si sono chiuse così, senza criterio: tre settimane, tutti assieme e nella stessa strada!

Per fortuna, abitare in una città come quella mia significa villeggiare tutto l'anno in un hotel a cinque stelle. Qui vengono apposta in vacanza e non ce ne rendiamo conto, disprezzando e paragonando a iosa.

Il giornale, tranne a Ferragosto, non ci lascia mai. Ogni santo giorno di agosto fa bella mostra di centinaia di reginette, stellette, Veneri, donne-in e donne-up premiate nei comuni etnei che festeggiano l'estate. Tutte quelle belle ragazze sfilano su palchi in legno traballanti, emozionate con la fascia e la corona, a tentar di coronare il sogno della loro vita: diventare Miss Italia o, al limite, fotomodella. In povera alternativa (che poi sarebbe ancora meglio) velina in Tv, che se viene impalmata da un calciatore di seria A significa il non plus ultra!

Sui social leggiamo l'ultima, patetica, photo-gallery dedicata al compleanno della Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare di turno (ma che ce ne frega?), circondata da amici abbronzatissimi che sfoggiano abbaglianti sorrisi su abiti bianchissimi. Oppure le onnipresenti sedie azzurre di un ristorante a Marzamemi, fotografate da migliaia di persone che hanno consumato dopo aver aspettato due ore in piedi in mezzo a una folla sovrumana che non ha niente a che vedere con la bellezza del luogo. E’ lì perché “deve” stare lì, altrimenti su facebook chi ci crederebbe?

Suggerirei la direzione quella genuina, creativa e spassosa, altra frangia che col caldo estivo si riappropria del "passeggio" estivo etneo. Lì sì che c'è davvero da divertirsi, perchè niente è ipocrita, nessun movimento viene fatto per parata.

Sarò crudele nei loro confronti? Nooo.. ma è mia abitudine, d'estate, andare ad osservarli quando... origliando origliando....

Sono tutti ritornati dalla terribili vacanze, paonazzi in faccia per aver preso troppo sole sotto la tenda o l’ombrellone. Ripopolano immediatamente la strada perchè già troppo occupati ad acquistare cosmetici fasulli da far rabbrividire la pelle (nel vero senso della parola) e scarpe da tennis che produrranno loro dannosissime verruche. In quelle bancarelle, a guardare il loro cantante preferito durante il video-promo del suo ultimo CD: seduto in camera da letto che piange e canta, davanti ai carabinieri che lo vengono a prendere all'alba, "Suonn carcerato, mammà!"

C'è una cosa da dire a loro discolpa: .... zoticoni (zaurdi dalle mie parti) sì, ma veri! Tutto è autentico così come lo si sente, prendere o lasciare:

- Le mamme che cercano i figli "Noemi, unni si 'a mamma, Cristian, Jessica, Kevin ... appena v'acchiappu v'assuntumu!!.

- L'innamorato in lite con la zita: "Su tri uri ca mi teni a fungia. Gioia, ma cchi ti fici?!"

- Gli amici che si raccontano: "m'bare, a machina nova a pigghiai vintimila euri. Ma non era n'autoritaria? m'bare, ma quali, spatti senza oppss!. Appoi a sbagnai c'un bellu piattu di pasta cche mongoli!' M'bare biatu a ttia, io ho l'intolleranza ai glutei e problemi di abete.

- Altri si lamentano per il clima: .... ufff.. c'è caldo, sto fando una fauna perchè in città non si respira, la colpa è di questo smoking tremendo! E l'altro: No guarda, lo escludo a Priolo, la colpa è tutta del buco nell'azolo!

Quando tornano a casa son tutti uguali, zaurdi e non. Me li immagino già lì davanti agli amici, sprofondati a sei e otto sui divani Poltronesofà artigiani della qualità, mentre con sfacciata fantasia racconteranno delle loro imprese turistiche alla Indiana Jones nei fiordi norvegesi, nella striscia di Gaza, nello Yemen, nella cordigliera delle Ande, nella Terra del Fuoco. Ci diranno che han fatto tutto da soli,

- che hanno noleggiato auto e scooter d'acqua scorrazzando sulle isolette che se non te ne fai almeno una nell'estate sei cancellato a vita;

- che hanno fregato un tunisino sul prezzo del tappeto acquistato alla Medina;

- che hanno affittato una vecchia casa di pescatori a niente;

- che hanno prenotato esclusivamente low cost perche fa fico;

- che hanno volato con compagnie da quattro soldi passando con estrema disinvoltura attraverso quaranta coincidenze che nemmeno uno steward della Lufthansa ci sarebbe riuscito;

- che hanno scattato migliaia di foto per reports spettacolari da ingolfare i loro profili Facebook. Perché, sappiatelo: “in qualsiasi posto vai, che siano villani o baroni che incontrerai, a tutti i costi fai sapere sui social da dove ritornerai”.

Purtroppo i bugiardoni non vi diranno mai di come sono andate davvero le cose. Perchè quelli indimenticabili, in positivo, di viaggi ne rimangono ben pochi.

La verità è che indimenticabili, invece, saranno stati lo stress causato dalle prenotazioni della vigilia, le file ai traghetti, dagli imprevisti dell'ultimo momento, dagli aerei perduti perchè non hanno aspettato la coincidenza, dall'impiegata innervosita al check-in che vi nega la prenotazione fatta sul web, dalla tassa doganale pagata all'aeroporto per quel tappeto creduto un affare presso il tunisino di cui sopra.

E poi, gli imprevisti in loco:

- le topaie all'arrivo che non corrispondono per niente a quelle viste su internet

- la scarlattina dei bambini,

- il marito sul pedalò (con la bagnina) che non è più tornato;

- la moglie al parco commerciale che ha fatto festa al conto corrente;

- i suoceri che stanno male all'altro capo del mondo;

- il nonno che bussa con veemenza ma senza successo alla porta della badante polacca;

- i vicini di stanza che le gridano "dagliela, per favore, che vogliamo dormire!";

- la figlia quindicenne che si massacra la notte col suo cellulare, sprigionando tanti sms in cielo da far concorrenza alla volta celeste nel mese di agosto.

Tutto ciò non ve lo diranno mai!Nessuna descrizione della foto disponibile.

Diciamoci la verità. Ogni anno i villeggianti tornano dalle ferie abbastanza stressati, e sotto sotto hanno una gran voglia di riposare sul proprio letto e riprendere le vecchie abitudini. Il rientro a casa è il momento magico che durante la vacanza hanno sempre sognato; quindi, strafogare tutto il cibo che è rimasto in frigo anche se scaduto e già sottoforma di stalattiti ma sempre meglio di quello preso al Grill Pavesi, accendere il climatizzatore e il 55 pollici Full-HD, sintonizzarsi su Sky sport e farsi una maratona di calcio estivo che l'hanno avuta sul groppone per dieci giorni fino a commuoversi come in un film strappalacrime, tanto da desiderare anche Albinoleffe-Portogruaro di Coppa Italia dilettanti.

Ma si sarebbero accontentati anche della Signora in Giallo, oppure delle numerose caserme di Carabinieri e commissariati sparsi nel mondo televisivo (rigorosamente in replica) in cambio del maledetto 14 pollici, con l'antenna traballante a causa di sciami che volteggiavano intorno.

Tutto questo "stato di benessere" avrebbe avuto luogo in quella famosa casa di pescatori a due passi dal mare (così era scritto) ma che in effetti era lontana quindici chilometri dalla costa, in piena campagna e infestata dalla più grande migrazione entomologica mai avvenuta in natura!

I TG ci tortureranno con gli esodi biblici delle partenze e quelli apocalittici del rientro. Per far notizia e con estremo cinismo, ci racconteranno degli incidenti stilando le funebri classifiche causate dai coglioni che ancor oggi partono la mattina del 14 agosto. Ma dopo tutti gli incitamenti alle partenze intelligenti, francamente non sono proprio sicuro se questi siano davvero dei coglioni, perché quelli autentici te li ritrovi mentre viaggiano tutti assieme nelle notti "intelligenti" dal lunedì al venerdì, convinti di fregare tutti.

Finalmente, ogni anno si ridanno appuntamento dove finisce l'autostrada come se quel luogo fosse la sede di un club di disperati. Tutti lì assieme, ad asfissiarsi dentro le roventi lamiere pagate a cambiali per sette anni, sognando quel miraggio che hanno davanti che si estende e si accorcia come una fisarmonica lunga un paio di chilometri, ora vicino e poi lontano, prima cristallino e poi fioco e traballante, ora a portata di mano e all'improvviso irraggiungibile: il casello dell'ANAS.

E in quel deserto di asfalto nero, l'ombra dell'agognata tettoia con la scritta luminosa "contanti" è un'oasi in cui si brama la tanto desiderata visione celeste: non una mano divina, ma quella del casellante che ritira i soldi del pedaggio, quindi la.... libertà! Ah, casa dolce casa, arrivo!   Bentornati!

(Mimmo Rapisarda)

 

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24.8.2025

Potrebbe essere un'immagine raffigurante incendio

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